Leucemia curata con i trapianti

Leucemia curata con i trapianti Leucemia curata con i trapianti La notizia di alcuni giorni fa — annunciata in tutte le edizioni della radio, delia televisione e di molti quotidiani — che, anche In Italia, un paziente leucemico è stato sottoposto a trapianto di midollo osseo, deve aver certamente provocato reazioni diverse. Le molte migliaia di leucemici ed 1 loro familiari hanno ricevuto una ventata di speranza; coloro che, molto spesso a ragione, sottolineano i ritardi nelle organizzazioni e nelle strutture sanitarie del nostro Paese, hanno avuto l'impressione che anche da noi qualcosa si muove; altri hanno pensato, con rimpianto, alle iniziative non prese prima, in condizioni economiche migliori. Tutte reazioni giustificate, se si tiene conte del modo coti cui, da più parti, è stata fornita l'informazione. Debbo di/c, tuttavia, che questa è stata presentata In modo incompleto e, nei primi annunci, con un accento eccessivamente enfatico. Esatta l'informazione che si trattava del primo trapianto effettuato In Italia con le tecniche moderne; opportuna l'Indicazione che altrove sono già stati trapiantati cinquanta o sessanta pazienti leucemici (per la verità si tratta di circa un centinaio). Ma sarebbe stato più corretto, per non creare delle eccessive illusioni, precisare molto chiaramente che nessuno dei leucemici finora sottoposti a trapianto è definitivamente guarito e che in molti la sopravvivenza, dopo l'atto operatorio, è stata di poche settimane. Le basi scientifiche del trapianto di midollo osseo sono note da alcuni anni; l'indagine ematologica ha identificato le caratteristiche delle cellule formatrici del sangue ed alcuni aspetti della loro trasformazione leucemica e la ricerca inuminolo«ica e genetica ha chiarito le difficoltà che ostacolano l'attecchimento di questi trapianti. Non si verifica soltanto la reazione di rigetto (che può essere In parte controllata), ma anche una reazione opposta, delle cellule trapiantate contro l'organismo ricevente. Il tentativo di annullare quest'ultima reazione e la speranza di poterla Indirizzare soltanto contro le cellule leucemiche non hanno avuto finora alcun successo. Sono stati trapiantati anche pazienti leucemici cosi midolli provenienti da un loro gemello Identico < monozigote); ma anche In quasi tutti questi pazienti, la leucemia è ricomparsa e là dove I» malattia è persistita, silente, è necessario 11 costante trattamento antileucemlco. Migliori risultati, anche se ancora molto parziali, sono stati ottenuti impiegando il trapianto di midollo in altre malattie del sangue non leucemiche, come le aplasie midollari ed i deficit Immunitari congeniti. Le aplasie sono carai:*-r|zzate da una distruzione del midollo osseo per causa ignota, oppure sono la conseguenza eli malattie virali o di Ipersensibilità a particolari farmaci o ad altre sostanze chimiche. In questo settore l'aspettativa di un miglioramento dei risultati nel prossimi anni è ragionevole, anche se i esultati attuali sono molto incostanti ed anche se persiste l'estrema difficoltà di trovare donatori disponibili e immunologie.mielite idonei. Non fosse che per le possibili applicazioni In questo settore, è auspicabile che, anche da noi, ie grosse strutture ospedaliere possano disporre di centri e di idonee organizzazioni interdisciplinari per i trapianti. Ciò soprattuto là dove già esiste un sufficiente «know how» scientifico per l'applicazione cllnica. C'è da augurarsi che l'encomiabile tentativo dei medici romani sia servito a richiamare anche l'attenzione dei pubblici amministratori su questo importante problema. Felice Gavosto Il Patologia Medi, a Lnlvcnllil di Torino * Non esiste alcuna prova scientifica dell'efficacia dei « lievi i » e del « fermenti » lattici nella prevenzione e nel trattamento delle diarree da antibiotici. L'abbondanza di imprecisi dati sperimentali a favore contrasta con !a grande rarità di lavori scientifici più rigorosi e non conclusivi. Resta quindi da dimostrare che queste « specialità ». costose per la collettività, siano utili ai malati. * Al National Institute of Allergy and Infectlons Di seases e stato identificato lo agente Norwalk, un virus probabilmente responsabile della gran parte del casi delle cosiddette « influenze intestinali ».

Persone citate: Felice Gavosto

Luoghi citati: Italia, Torino