Bombe sulle marmitte di tre auto presso una caserma di carabinieri

Bombe sulle marmitte di tre auto presso una caserma di carabinieri A Roma, scoperte in tempo prima dello scoppio Bombe sulle marmitte di tre auto presso una caserma di carabinieri Una telefonata dei Nap: "Faremo saltare quattro auto nelle prostime 48 ore" Roma, 27 aprile. Tre ordigni incendiari sono stati collocati nelle prime ore di stamane sotto tre auto in sosta — una delle quali appartenente a un carabiniere — davanti alla caserma «Podgora», in via della Lungara. Per caso le rudimentali bombe sono state scoperte, verso le 9, da un milite in servizio. Gli ordigni erano di fabbricazione piuttosto complessa e avrebbero mandato in fiamme o fatto esplodere le auto non appena i motori, dopo l'accensione, si fossero riscaldati. Consistevano in una scatola da scarpe — rinchiusa a sua volta in una bu- ste di cellophan e appoggia-1 ta sotto il tubo di scappa mento — sul cui coperchio erano state infilate, a collo in giù, delle boccette. Ogni bottiglia era piena di benzina che sgocciolava, attraverso un piccolo foro praticato nel tappo, nella scatola, riempita del liquido misterioso. Riscaldandosi, la marmitta avrebbe fatto incendiare la benzina, che, a sua volta, avrebbe provocato la combustione del liquido. Evidentemente gli attentatori erano sicuri di colpire tre carabinieri. Le auto, una <t 124 ». una « Giulia » e una « Mini », erano infatti parcheggiate davanti all'ingresso della caserma del nucleo ia diomobile e degli uffici amm-i nistrativi e di matricola della legione « Roma ». Solo la « 124 » è di proprietà di un milite dell'Arma. Ezio Rotili. Con una telefonata anonima fatta nel pomeriggio al Messaggero, le « Formazioni armate comuniste », che già rivendicarono l'attentato contro il presidente dell'Unione petrolifera italiana, Theodoli, si sono attribuite la paternità del tentativo. Alle 18.15 un avvertimento, questa volta firmato dai Nap: una voce maschile, chiaramente contraffatta, ha annunciato all'agenzia Ansa che « nelle prossime 48 ore i Nuclei ar- Cpslscrnddaddtdbn mcti proletari faranno espio dere quattro automobili nel centro di Roma». (Ansa) drss Cogliati, direttore dell'impianto. Agostino Recrosio. responsabile dell'esercizio dell'impianto, Vezio Luparelli responsabile dell'area di fabbri- cazione della Casaccia. l'ope- ratore Ettore Casarole e Pa- nayotis Gerentopulos. dipen- dente dell'Agip nucleare. Nel capo di imputazione ildottor Cappelli ha contestato ai funzionari della Casaccia d'aver svolto un programmadi ricerca per la messa a pun- to di un metodo per la prò- duzione di microsfere di car-buri di uranio non previsto nel programma approvato ricolo di una contaminazione radiattiva fu necessario svol gere una serie di accertamen- delle prove nucleari né nel rapporto Anale di sicurezza, Inoltre, secondo il magi- strato, il procedimento non sarebbe stato preceduto dalle previste istruzioni scritte e sarebbe stato variato rispetto a quanto stabilito nel rappor- to finale dì sicurezza, nel quale non era previsto l'im- piego di acetone per il lavag-gio delle microsfere né il loro essiccamento in stufe. In se- guito al nuovo procedimento esplose una «scatola a guan-ti » ed una scheggia feri l'o- peratore tecnico Angelo Fe-raresi. Poiché si profilò il pe- ti dai quali risultò comunque che il temuto pericolo sussisteva. non

Persone citate: Agostino Recrosio, Cappelli, Casaccia, Cogliati, Ezio Rotili, Luparelli

Luoghi citati: Roma