Villain e Fassio, scatola cinese che costa all'Egam 17 miliardi di Emilio Pucci

Villain e Fassio, scatola cinese che costa all'Egam 17 miliardi Villain e Fassio, scatola cinese che costa all'Egam 17 miliardi Roma. 27 aprile. L'arresto di Franca Tomellini Fassio, da ieri rinchiusa nel carcere di Marassi sotto l'accusa di bancarotta fraudolenta, non rappresenta soltanto il crollo di uno dei più grossi imperi finanziari di Genova, ma anche l'anello di congiunzione di una vicenda che ha messo in luce i discutibili metodi di gestione delle Partecipazioni statali. Il fallimento della Villain e Fassio, probabilmente, non avrebbe suscitato tanto scalpore se dentro non ci fossero 17 miliardi e mezzo di lire dei contribuenti italiani. I 17 miliardi e mezzo sono, in pratica, la somma che l'Egam. l'ente di Stato per le miniere e la metallurgia, pagò nel gennaio 1975 alla «Villain e Fassio» per assicurarsi un terzo delle azioni della società e per avere un'opzione sul pacchetto di maggioranza. A condurre l'operazione per conto dell'Edam, fu una società del gruppo, la «Vetrocoke», che versò 11.5 miliar di per l'acquisto del 33 per cento delle azioni e altri ti miliardi (considerati come prestito infruttifero) per l'opzione su un altro 17 per cento delle azioni della società armatoriale. La pubblica opinione venne a conoscenza dell'affare il mese successivo e fu subito scandalo. Vi furono proteste e interrogazioni lìarlamentari: si chiese perché l'Ente minerario fosse entrato in possesso di navi malandate e per giunta inadatte al trasporto del coke; si disse che il prezzo dell'operazione era eccessfto: si l'olle sapere come l'Egam avesse aggirato la norma secondo la quale gli enti delle Partecipazioni statali devono chiedere al ministro un'autorizzazione scritta per acquistare il pacchetto di maggioranza di una società. L'alloro presidente dell'Egam. Mario Einaudi, difese tenacemente l'operazione (e lo fa ancora oggi), giudicandola di grande convenienza. Furono in molti a sospettare, invece, che l'affare nascondesse uno dei tanti «rovinosi giochi di potere», essendo il vero obiettivo i due giornali genovesi di proprietà dei Fassio (il Corriere Mercantile e la Gazzetta del lunedi), da offrire come appoggio alla corrente morotea della dell consiglio di amministrazione dell'Egam si frantumò in seguito alle dimissioni di repubblicani e socialisti. Vi fu un acceso dibattito parlamentare che investì tutto il sistema delle Partecipazioni statali, dimostrò la scarsa economicità dell'operazione e costrinse alle dimissioni Mario Einaudi. Venne sostituito dal professore Manuelli. Il resto è storia recente. Il naufragio della Villain e Fassio travolge anche l'operato dell'Egam. ora costretto a ritoccare il bilancio già negativo che il gruppo sta per presentare al ministro delle Partecipazioni. Particolarmente pesante sarà il passivo della «Vetrocoke» che dovrà trasferire nei conti «in rosso» gli 11 miliardi per le azioni Villain e Fassio. finora considerati tra le voci attive. Sull'epilogo della vicenda si è svolto oggi al ministero della Manna mercantile un rapido «vertice», presenti il ministro Gioia, l'amministratore delegato della Finmare, comandante Cassetto, il presidente della Regione Liguria. Carosino. il presidente della Vetrocoke. Fornura, e l'ingegnere Bobbio in rappresentanza dell'Egam. Con tutta probabilità t'argomento sarà approfondito in altre riunioni Rimane comunque il fatto che con il fallimento della società armatoriale se ne vanno u fondo anche 17,5 miliardi di lire de! fondo di dotazione di un ente pubblico che avrebbero dovuto essere destinati in attività produttive. Emilio Pucci

Luoghi citati: Carosino, Genova, Liguria, Roma