Dieci anni di studi di politica estera

Dieci anni di studi di politica estera Convegno a Roma delPIai: la collocazione internazionale dell'Italia Dieci anni di studi di politica estera Può sembrare strano che In un momento di grave crisi nazionale l'Istituto Affari Internazionali convochi un convegno che ha per lenta la collocazione iniemazionale dell'Italia in relazione a quel che è mutato nella distensione, nell'alleanza atlantica, nello integrazione europea, nei rapporti tra sviluppo e sottosviluppo. Ma in realtà, affermano oil'lai. é ancora più strano che in Italia oggi, mentre si fa un gran parlare di condizionamenti Internazionali, di legami preferenziali Ira le superpotenze e questa o quella forza politica, di veti e di prestiti, manchi un vero e approfondito dibattito delle forze politiche sul nuovo sistema internazionale Basta ricordare le tre righe destinate dalla mozione finale del congresso del psi alla politica estera, o l'assenza di questo tenta dai discorsi della movimentata assise democristiana. In Italia la politica estera è data per scontata o è ritenuta affare segreto di pochi L'Iai tenta ormai da dieci anni (è stato fondato nel 1960. esattamente dieci anni fai di sfatare questo pregiudizio Afferma nel suo atto costitutivo che il forte grado di Implicazione dell'Italia nel sistema Internazionale • è poro contraddetto da una conoscema tuttora assai limitata del temi reali della politica internazionale, tanto da parte delle classi dirigenti quanto dell'opinione pubblica '. Condividono tutti le responsabilità di ciò. dai giornali alle università, dal partiti ai grandi operatori culturali. Ouesta condizione di inferiorità della cultura e della opinione pubblica italiana ha notevoli riflessi anche sul piano politico e costituisce, rempre secondo Dai. • un ostacolo allo sviluppo democratico del nostro Paese e all'assolvimento delle responsabilità che gli competono ». Fin dalla fondazione l'Iai ha dunque cercato, a volte con qualche successo, di superare queste ' notevoli carenze culturali, strutturandosi in modo ben poco accademico, dando largo spazio a energie giovani, e soprattutto evitando di divenire un istituto sia di parte che di partito. Ma. affermano ancora alitai, non per questo rinun ciando ad avere una collocazione e un discorso politico: questa e infatti la premessa necessaria per condurre anche un serio discorso, insieme culturale e d'intervento critico nella situazione italiana. Un esempio di ciò è nell'Annuario su • L'Italia nella politica Internationale >. che l'Iti pubblica annualmente E In questo lavoro collettivo le politiche set¬ toriali italiane sono analizzate, anno dopo anno, in collegamento con quanto avviene in Europa e nel resto del mondo. SI cerca cosi di superare I Untiti nazionali che molti discorsi di programmazione, di riforma industriale, di politica della difesa, eccetera, ancora mantengono in Italia. Uno sforzo insieme di sprovinclalizzazione e di maggioro comprensione. Numerosi sono i campi stu diati presso l'Iai: dai problemi strategici e militari, a quelli economici e dello sviluppo, a quelli Istituzionali, eccetera. E' necessario però sottolineare la grande attenzione data agli studi sulla Comunità Europea: campo questo prediletto dal fondatore (oggi commissario della Cee) Altiero Spinelli, e dalla grande maggioranza degli altri studiosi. In questi dieci anni dalla fondazione dell'lai. tutti questi studiosi ritengono che il sistema internazionale si sia andato gradatamente deteriorando Di questa crisi soffrono tutti i Paesl. ma di più quelli economicamente deboli e politicamente incerti come l'Italia. Al convegno, che si è aperto Ieri a Roma e si conclude oggi con un dibattito pubblico, essi propongo no alle forze politiche, economiche e strutturali del Paese di confrontarsi con questa dop¬ pia crisi: non per distrarle dai loro compiti più urgenti, ma perché sono convinti che solo Inquadrando questi problemi nel loro giusto ambito internazionale sarà possibile evitare all'Italia nuove gravi crisi, incomprensioni e ritardi, come quelli che oggi lamentiamo. Cesare Merlin!

Persone citate: Altiero Spinelli, Cesare Merlin