I neofascisti toscani collegati alla Libia?

I neofascisti toscani collegati alla Libia? Processo a Tuti e ai Suoi Camerati I neofascisti toscani collegati alla Libia? L'ha affermato un ex dirigente msi, ora in carcere, davanti ai giudici - Continua la sfilata di personaggi neri - Pare certo che l'ordigno sul treno Italicus sia stato messo dal gruppo Tuti (Dal nostro inviato speciale) Arezzo, 23 aprile. «Agenti libici erano in contatto con esponenti delta destra dell'ambiente universitario di Pisa». L'ha affermato oggi il professorino Giovanni Rossi, insegnante di chimica al Tecnico di Arezzo, già dirigente missino, ora detenuto a Bologna per bombe, convocato davanti all'assise che giudica Mario Tuti e C, per riferire sui suoi rapporti col capo del Fronte nazionale rivoluzionario e con il suo colonnello Luciano Franci. dqcmpdctnactsmcn! d■ Rn« i h ' n•i . 5 ^nnnJ- 1'c. i s1 intende anche di esplosivi ,s'intende anche di esplosi1 («Un grupno di questi ragazzi di Arezzo, non ricordo più chi. mi chiese spiegazioni sull'uso della cheddite») vanta un'amicizia lontana con Mario Tuti: risale agli anni che frequentavano un corso all'ateneo pisano. «C'incontravamo con elementi di destra al bar Stadio — ha detto — e i proprio allora seppi che c'era ! ela possibilità di aiuto da parte di un gruppo straniero. Erano i libici. Si dicera che avessero grossi mezzi finanziari». Il particolare, riferito dal «professorino» sembra importante, storicamente, poiché Mario Tuti in almeno due memoriali, nel raccontare la propria fuga dopo il delitto di Empoli (24 gennaio '75) rife risce anche che riusci a raggiungere Roma per cercare aiuto presso un'ambasciata araba, ma non trovò nessuno perché era domenica. Rossi ha raccontato poi le vicende interne del msi aretino, le scissioni avvenute ad opera dell'ultradestra e i suoi successivi rapporti con Tuti t«Lo andavo a trovare spesso ad Empoli») e con Luciano Franci. Afferma di non sapere nulla delle bombe e degli attentati. Altro teste importante della giornata, una «personalità» nella rete nera della Toscana, è stato Claudio Pera, di Lucca, studente in medicina. Già segretario del Fronte della gioventù di Lucca, indiziato per attentati, in libertà provvisoria per detenzione di armi, su Claudio Pera si appuntano i sospetti di avere aiutato Mario Tuti nella fuga. Ma il teste smentisce: «Mai visto, se non oggi, Mario Tuti e gli altri. Conoscevo soltanto Marco Atfatigato. che è di Lucca», latitante. Tuti invece nel suo memoriale parla ampiamente di Claudio Pera e dice che fu lui, con Franci, a compiere furti di esplosivo per gli attentati in una cava. Il processo si sfalda proprio su questi particolari relativamente importanti se presi per se stessi, ma che, per le diverse competenze della magistratura inquirente non possono essere collegati (presidente Scarfl): «Unificando le inchieste dovremmo lare un processo lungo come quello per l'ingic». E' un fatto tuttavia che sono in piedi nella sola Toscana, ben sette inchieste sui fascisti e le bombe e spesso per non entrare nel campo altrui certi episodi, che potrebbero essere ben diversamente approfonditi, si perdono. Stasera è stato sentito di nuovo anche Maurizio Del Dottore, che ha ritrattato ed è stato messo in libertà. Maurizio Del Dottore, 23 anni, il supertestimone del FriqMdcseRcsudtVdppl'accusu, quello che dopo le i bombe ai treni fece la soffiata alla questura di Arezzo e avverti che si preparava l'attentato alla Camera di commercio e rese possibili gli arresti di Luciano Franci e C. e l'ordine di cattura per Mario Tuti, quando in aula si era visto mettere i «ferri» ai polsi, per reticenza, su ordine del presidente della Corte, si è rivolto al p.m. Marsilì e gli ha detto un «Grazie», che è suonato in tutta la sala, dal significato inequivoco: «Bella fregatura che mi avete dato», poi passando davanti alla ! gabbia degli ex amici ha esclamato: «E adesso siete \ contenti?» Si era più volte contraddetto. Luciano Franci lo aveva accusato di aver partecipato alla preparazione dell'attentato alla Camera di commercio: «Andammo insieme in auto a prendere l'esplosivo». Del Dottore nega la circostanza. Ma chi è questo ragazzo e perché stava coi fascisti bomiu;ni: e aveva tanta confidenza con la squadra politica della questura e l'Antiterrorismo? Perché, data la sua qualificazione come «voce misteriosa e confidenziale» di cui parla tutto il fascicolo del processo, è stato portato poi come testimone e bruciato senza misericordia? Il p.m. Marsili afferma che il su il ..l.ll-lil .uni ina ini non poteva fare a meno di ci-1 tarlo dal momento che il suo, nome appariva In un rappor-l to circostanziato della squa- dra giudiziaria della questura, Il presidente della corte. | quando lo ha avuto di fronte, ha voluto andare a fondo con j le domande. Insomma, una | spia e p«r giunta sfortunata? C'è però chi sostiene che | Maurizio Del Dottore sa più di quanto non vuol dire e a | questo punto c'è chi evoca in credibili fantasmi di una macchinazione di più vasta portata, che non il processo di Arezzo, che volge alla conclusione su binari ben delimitati c senza quei colpi di sce na che era logico attendersi t alla vigilia per le numerose [ connessioni fra questi impu- ' tati ed altri personaggi invi-1 schiatl in altre inchieste, pri- j ma di tutte quella per l'Itali-1 cus. I Anche stamane il processo | non è andato al di là dell'or-' dinaria amministrazione, no- nos,ante si siano sentiti i te-1 stimoni importanti, come! ,,,.,„„„ „, ..., , !.,_ ... . elianto per una sene di cir Franco Aìoiani, fascista d'A- [ rezzo, nemico di Franci ma I implicato in un attentato, | quello alla Casa del Popolo di i Maiano (Bologna). Avevano! deposto poi i ferrovieri i cui ! convogli passarono indenni ; sui binari spezzati dalla cari-1 ea sulla direttissima Firenze- ' Roma. a Terontola. «E' stato \ costanze fortunate, quasi in-1 spiegabili, se non avvenne i una strage superiore a quella di Bologna», ha detto il peri- to delle Ferrovie, ingegner Vincenzo Abruzzo. La Freccia del Sud. stipata di passeggeri partita da Firenze alle 20,37. passò volando ( 150 chilometri all'ora ) sul punto in cui man agcdsinchieste i sdella magistratura, si rileva-1 <lio con le deposizioni dei peri-1 ati balistici, il colonnello I 2cava la rotaia. I limiti entro cui scorre questo processo, per evitare ingerenze in altre Spamplnato, il maggiore Cel- i cso, il. maresciallo Tognaccini ! tdel comando artiglieria di Fi- ' trenze. Sono i tre specialisti j sdelle bombe in Toscana; si j ssono occupati anche dell'e-'nsplosione sul treno Italicus. | lSanno che alla stazione di Fi-1 grenze non è mai stata trovata (tuna bomba (Tuti ne parla in ] run memoriale e specifica il j periodo in cui fu collocata: j i_„„_.„ m„ „ 1 „agosto 74) ma a questo prò-, aposito non viene rivolta loro j 5 alcuna domanda. ;d Pare certo a questo punto sche l'ordigno, cui accenna s l'assassino di Empoli nel suo tdocumento autografo, sia t c proprio quello che da Firenze d iniziò il viaggio della morte t per Bologna. Il particolare, rinsomma, collima tragica-, b mente con le rivelazioni di I c Aurelio Fianchini, compagno ; a di evasione di Luciano Franci, m quando disse che Tuti aveva s organizzato la strage e lo j c stesso Franci. vestito da po- \ o stino, aveva messo la bomba ' r sul treno. l Omero Mai-vaccini ; c