messaggio di Paolo VI nella festività pasquale di Filippo Pucci

 messaggio di Paolo VI nella festività pasquale Da s- Pietro oltre i confini dell'Occidente messaggio di Paolo VI nella festività pasquale L'augurio in 12 lingue compresi l'arabo, il russo, il cinese Città (ir! Vaticano. 19 aprile. In arabo, in russo, in ucraino e in cinese sono andati gli auguri pasquali di Paolo VI al mondo, oltre i confini dell'Occidente. «Al massih kam, hakkan kam», ha detto il Papa a conclusione del suo messaggio dalla loggia della basi; lica di San Pietro, per il mondo arabo, «Kristos vosskriesse» in russo, «Veselykh sviat khrystovoho voskresen nia». in ucraino e «Fu hua ju que» | in cinese. Le altre lingue adoperate per questo augurio pasquale ( dodici in complesso, ; compreso il latino e l'italiano) sono state le solite, franjeese, inglese, tedesco, spagnoI lo, portoghese e greco. Circa 250 mila persone gre! mivano piazza San Pietro. Paolo VI nel suo messaggio . ha pai lato del mistero della Resurrezione di Cristo, offer: ta alla umanità per la sua sal: vezza ultima: «Noi non pos; siamo tacere che su tanto mistero — ha detto — l'esercito dei negatori e dei critici ha la; varato e lavora per evacuarne '. l'univoco senso reale: ma la ' nostra sicurezza oggi è così | piena e felice, che altro non 'desidera se non di comunicar■ si a chi oggi non la condivide, per averli soci della nostra lei rfe e della nostra beatltu1 dine». «E ciò anche per sciogliere — ha proseguito Paolo VI — l'equivoco d'una parola magica, che incanta e spesso illude ! chi ne fa uso ristretto ai limiti della fenomenologia temporale, la parola appunto di resurrezione contenuta nel senso della causalità scientifica e dell'esperienza storica, quando per resurrezione s'intende l'impiego di metodi e. di forze, òfte'7o7tVascVndonoToVdiVè cne non irascinaonu i orairie naturale. Nessuno più di chi "m,a„per e raoiom superiori del Va"0e[o gli uomini e la fa\ticosa elaborazione delle loro ;l"f,'e',a pcr un -cro pro°rcts?0 della loro convivenza e del loro giusto benessere può gode re che di risurrezione si parli pcr favorire lo sforzo e per conseguire l'esito d'una resurrezione, cioè d'un migliora mente economico, culturale e sociale, a conforto e a rimedio d'ogni umana sofferenza: ma sarebbe illusione sperare .di raggiungere la resurrezione [ effettiva e trascendente, a cui \profondamente ed essenzialmente aspira la vita dell'uomo, se questa fosse privata ' della "speranza che non delu de", e non fosse edotta dell'i nevitabile pericolo che dalla cieca avidità dell'esclusiva prosperità temporale possa j; derivare all'uomo una maggiore infelicità, generata dalia stessa dilatazione della sua capacità di più desiderare e della sua possibilità di più godere». Il Papa ha sopportato le fatiche delle lunghe cerimonie della settimana santa, nonostante i diffusi timori della vi8llia-con insosPettata ener reaeendo bene a'ia stan *'a- 1 chezza fisica che ogni tanto sembrava impadronirsi di lui. La mattina di Pasqua elementi della colonia cattolica libanese in Roma hanno diStribuitO tra la folla volantini intitolati «Sos per il Libano» 1 che chiedevano appoggio per cristiani saccheggiati e incen diati, delle chiese violale e dei «In tal modo esasperati e mi la comunità maronita del Libano impegnata in una dura lotta di sopravvivenza. Il votantino faceva un bi'ancio dei morti nella guerra intestina (oltre 30 mila), del villaggi preti e suore cattolici uccisi o disonorati, per concludere: nacciati nella loro stessa esistenza, i cristiani del Libano hanno finito per esercitare un sacro diritto di legittima difesa per '.a loro libertà e la loro lede. Questi cristiani, la cui resistenza si è imposta all'ammirazione del mondo libero, rimasto tuttavia inattivo di fronte a un genocidio quasi premeditato, contano sulle preghiere, sulla comprensione solidale e sull'appoggio morale e fraterno del mondo cattolico». Filippo Pucci | {| i

Persone citate: Paolo Vi

Luoghi citati: Libano, Roma