Il "re del pollame,, narra i 72 giorni della prigionia di Marzio Fabbri

Il "re del pollame,, narra i 72 giorni della prigionia Alberto Villa, uno dei cinque rapiti a Milano Il "re del pollame,, narra i 72 giorni della prigionia Fu tenuto in tre celle diverse, occhi bendati e orecchie chiuse, e trasportato da un luogo all'altro nel baule di un'auto - Forse la sua famiglia ha pagato l'intero riscatto (4 miliardi) -1 banditi apparterrebbero alla mafia: prima di liberarlo, l'hanno baciato iNostro servìzio particolare) Milano, 19 aprile. [.a vigilia di Pasqua, prima di liberare Alberto Villa. 41 anni, il «re del pollame» sequestrato il 6 febbraio scorso, i suoi carcerieri lo hanno abbracciato e baciato spiegandogli: «Ti lasciamo andare stasera, lo facciamo per spirito umanitario e per i tuoi genitori ». Dei cinque ostaggi in mano ai banditi, quando la procura della Repubblica di Milano ha iniziato la sua offensiva antirapimento bloccando somme già pronte per essere versate ai rapitori, il Villa è il primo a tornare a casa. Difficile dire se si tratti di una vittoria della «linea dura» impersonata dal sostituto procuratore della Repubblica dott. Pomarici o se invece la famiglia sia riuscita a pagare altro denaro oltre i 900 milioni iniziali e i 250 che i carabinieri, su ordine del magistrato, hanno sequestrato in due riprese quando già erano pronti per essere consegnati. E' comunque certo che. dei cinque rapiti, Alberto Villa era quello che aveva pagato di più anche se dopo la prima somma i malviventi avevano alzato le loro richieste addirittura a quattro miliardi. D'altro canto, con ogni probabilità era stato proprio il caso del «re del pollame» a decidere la magistratura ad un intervento duro e a mettere sotto sequestro 390 milioni di Carlo Alberghini, 70 di Raffaele Molinari e 620 di Guido Fioravanti (di questi, però, solo 10 in contanti). Per il momento tutto è cir- condato dal mistero. I carabi-nieri tacciono, il magistrato è irreperibile, il sequestrato non è ancori in grado di incontrore i giornalisti. L'unicoa parlare è stato il legale delLa famiglia Villa, avvocato Isolabella Della Croce. Dopo igiorni terribili tn cui sembra- va che l'azione delle forze del- l'ordine potesse compromet-tere la vita del rapito (e l'avvocato era ricorso alla Cassa- zìone per opporsi al seque-stro del riscatto», il legale ha solo parole di elogio per gli inquirenti di cui ammira «l'abnegazione, la generosità, il coraggio e la disponibilità assoluta. Veramente — ha ag- giunto — hanno fatto di tutto per poter dare un sostegno al- la famiglia in questa batta- glia». Si dice che. malgrado la ri-gida vigilanza del magistrato, la famiglia Villa sia riuscita a far pervenire ai banditi una ulteriore somma, più come prova di buona volontà che altro. In totale, infatti, sareb- be stato versato poco più di un miliardo rispetto ai quat-tro chiesti dai rapitori. Ma anche su questi fatti gli inqui-renti dovranno attendere per veder chiaro e da domani in- terrogheranno tutte le perso- ne che hanno partecipato alle trattative per il rilascio del commerciante. Difficilmente Alberto Villa potrà aggiungere altri detta- gli al poco che ha già detto. Ha confermato le modalità del suo rapimento, all'ingresso del «Tennis club lombardo» la sera del 6 febbraio. Subito dopo è stato trasportato in una cella preparata in precedenza, gli occhi bendati e le orecchie tappate da tamponi di ovatta. Malgrado l'oscurità in cui èrimasto per 72 giorni (e la sua vista ne ha riportato dan-ni sia pure non gravi) a Villa è sembrato di aver cambiatodi prigione almeno tre volte,trasportato chiuso nel bauledi un'auto. Con lui è semprerimasto qualcuno che però, dinorma, non gli rivolgeva laai mia.' Le comunicazioni in-dispensabili venivano fattesempre dalla stessa persona: «Un uomo con accento meri-atonale», ha specificato il «re del pollame». Il sequestrato ha avuto dai suoi carcerieri la concessionedi poter ascoltare la radio edè cosi che ha appreso la deci-sione della magistratura disequestrare il denaro dei ri-scatti. «Ne sono stati irritati» ha spiegato Villa senza però poter precisare alcun dettaglio. Da alcuni giorni il com-merciante era stato costretto a scrivere sotto dettatura unalettera ai familiari in cui i banditi confermavano di con siderale il primo pagamentosemplicemente un acconto suun totale che sarebbe dovutoessere di quattro miliardi. Solo poche ore prima delrilascio l'ostaggio ha saputoche sarebbe tornato in libertà. Dopo avergli detto che lofacevano per i genitori t il padre. Angelo di 82 anni, sta soltanto ora riprendendosi daun grave malore» gli hannomesso in tasca una banconotada diecimila e un gettone telefonico, poi lo hanno preparato per l'ultimo tragitto chesecondo il racconto, sarebbestato «lunghissimo». AlbertoVilla, prima di potersi allontanare, ha ricevuto una paccasu una spalla accompagnatadalle parole: «Adesso te neiti»». Barcollando, il commer ciante ha raggiunto la stazione di servizio dell'wAgip» di San Donato Milanese dove ha chiesto soccorso. Buio su tutta la linea per quanto riguarda gli eventuali sviluppi delle indagini, iniziate pochi istanti dopo che Vii. la era tornato in libertà. L'unico sospetto avanzato è che i malviventi siano legati alla mafia: questo soprattutto per il «bacio riparatore» dato da uno di loro all'ostaggio rimesso in libertà. Secondo il rituale dovrebbe trattarsi di una promessa di protezione. Marzio Fabbri I j | ; I i j i I ; \ , . j '. I | ! \ ; Milano. L'industriale Alberto dopo il rilascio <Ap)

Luoghi citati: Milano, San Donato Milanese