Le malattie del cuore: ecco come si possono prevenire

Le malattie del cuore: ecco come si possono prevenire Un programma Usa adatto anche per l'Italia Le malattie del cuore: ecco come si possono prevenire Quattro punti riassumono un'indagine condotta negli Stati Uniti - La dieta alimentare e la rinuncia al fumo fattori fondamentali - Congresso cardiologico a New Orleans Un americano su ire (e que-I Ma slima appare valida, in li-1 iiea di massima, anche per gli italiani e gli europei in gene- j rale) corre il rischio di essere colpito da una malattia cardio- vascolare più o meno grave j prima di raggiungere i sessantanni. Per le donne, l'incidenza è ridotta della metà. Il 54 per cento dei decessi sono comunque dovuti ad affezioni cardiocircolatorie. Il costo finanziario di tale stalo di cose (se pure è possibile calcolarlo, ma negli Stali Uniti nessuna indagine può fare a meno d'una valutazione in moneta) dicalo pari a 25 miliardi di dollari l'anno, ivi inclusi le cure mediche (un sesto del iotale) e il costo indiretto per mancala produzione in seguito alla malattia (un ventesimo) e alla morie (i tre quarti). Tutti questi dati, e più in generale i problemi connessi con la ricerca scientifica c la possibilità di prevenzione delle alfezioni cardio-circolatorie (soprattutto dell'infarto) sono stati discussi nell'annuale riunione del Consiglio epidemiologico dell'Associazione cardiologica americana tenutasi nei giorni scorsi a New Orleans. Ne sono emerse precise conclusioni su ciò che si può e si deve fare negli Stati Uniti per combattere « la più diffusa detti malattie sociali » e si sono messi in luce un certo numero di jattori ili rischio » presenti nei soggetti colpiti da affezioni cardio-vascolari, tali da giustificare una classificazione provvisoria. Non si è parlato di -terapia d'urgenza, né di Unità coronariche ecc.; queste cose sono estremamente importami, ma a New Orleans si è parlato, ripeliamo, soltanto di prevenzione. Ne riferiamo al lettore seguendo quanto è slato riportato, sui lavori, dai grandi quotidiani americani e quanto ne conclude il dottor Yves Nadjari in un suo studio pubblicato sul parigino Le Monde: il redattore ha intitolato l'articolo, senza esagerazioni, ma con una punta d'invidia, « un programmo americano senza precedenti ». Dalle rilevazioni compiute continuativamente, nell'arco di diciotto anni, nella cittadina di Framingham nel Massachusetts, è stato possibile studiare il rapporto tra la frequenza delle malattie cardio-vascolari e i seguenti fattori: — elevazione dei massimi di pressione; — tabagismo, tasso del colesterolo nel sangue, presenza o no di diabete: — ipertrofia ventricolare sinistra all'elettrocardiogramma. In un soggetto di quaranl'anni. con pressione massima a 105 mm di mercurio, colesterolo a 185. che non fuma, senza diabete, la probabilità d'una malattia coronarica nei sei anni successivi è dello 0,7 per cento. Ma passa al 21,9% se l'urna, se e un diabetico con pressione a 195. colesterolo a 355. In caso di sovraggiunta ipertrofia ventricolare sinistra, il rischio è del 31,7%. Senza entrare nei particolari dei differenti fattori, i principali programmi di ricerca negli Stali Uniti tendono a mettere in rilievo i benefici che è lecito attendersi da un'azione ri\olta a controllare il labagismo. l'ipercolesierolemia .e l'ipertensione arteriosa. Il • Multi Risk Factor Intervention Trial » (tentativo di intervento sui vari fattori di rischio) è comincialo nel 1971. I.' il più grande programma di ricerca mai realizzalo in materia di prevenzione cardio-vascolare. Sono stali scelti in venti città degli Slati Uniti 12 mila uomini « soggetti a rischio » (bOO per città o centro urbano) dopo un controllo di base esteso a 300 mila persone. Sono sluti scelli lutti uomini dai 35 ai 37 unni, volontari. Trulli a sorte, una metà sono stali affidali al medico curante e rivisitati una volta l'anno. 8'u" | L'altra meta sono stali sottoposti a un programma speciale d'intervento: controlli regolar! della pre; Mone: gruppi diversificali per dieta; programmi anti-tabacco. Lo scopo e di ottenere una diminuzione del tabacco dal 20 ai 40 per cento, un abbassa- inculo di almeno il 10 per cento della pressione e del lasso coleSterolico (quest'ultimo grazie al regime dietetico) e stabilire poi. al termine di sei anni, se questa popolazione presenta, e in che misura, una minor frequenza delle alfezioni cardio-vascolari in confronto all'altra nielli. I primi risultati ottenuti a Framingham dimostrano fin da ora che, sino ai 63 anni di età, l'interruzione del fumo porta i.on sé una nella diminuzione della mortalità d'origine cardio vascolare. Si abbassa anche, ma in grado minore, la mortalità per altre cause. L'intervento sulla dieta. ( cioè sul modo di mangiare abi tua|e dell'; americano medio, e assai più difficile, sia per le condizioni ambientali sia per la resistenza a volte feroce delle varie compagnie fornitrici di generi alimentari. Comunque è ormai certo, per gli studiosi statunitensi, che muoiono più facilmente di malattie cardio-vascolari i soggetti a tasso di colesterolo allo (per esempio, i finlandesi, dei quali soliamo il 44 per cento ha un tasso di colesterolo nel sangue inferiore a 250. si ammalano di infarto selle volle più che i giapponesi, dei quali il 95 per cento presenta un tasso inferiore a 250). I Le resistenze ambientali alle quali si è accennato sono di varia natura. Un caso: è pratica . comune negli Stali Uniti nutrire i bovini, nei due mesi pre- | cedenti l'abbattimento, con un I mangime ricco di soja aumen- i landò quindi il peso dell'animale in grassi più che in prò- j teine, contribuendo di conse- ' guenza all'accrescimento del lusso di acidi grassi saturi, dunque del colesterolo, nei consumatori Ultimo dulo fondamentale: la prevenzione dell'arteriosclerosi va falla soprattutto nei giovani. Statistiche sufficientemente precise hanno rivelalo che nella popolazione d'un liceo il 10 per cento degli allievi, che già presentano una pressione superiore a quella dei loro compagni, vedono questa differenza permanere e spesso aumentare di anno in anno; essi diventeranno probabilmente gli ipertesi di domani. Bisogna intervenire subito e consigliare già ai giovanissimi un regime alimentare con poco sale, niente fumo, esercizio fisico regolare, ma non eccessivo, controlli periodici. Il dolior Yves Nadjari Irae, da quanto sopra, alcune conclusioni per la Francia che ci sembrano più che valide anche per l'Italia: I) Occorre informare regolarmenle il pubblico, tramile gli | i ! | ! i : | j ' ; organi di slampa e i mezzi au- j diovisivi, sui fattori di rischio i e i modi di prevenirli. Onesta | informazione va estesa ui giovai ni delle scuole medio-superiori. 2) Creare dipartimenti di ri! cerca cardiologica in tutte le | università e fare in modo che ! tali « unità» possano condurre ricerche sulla popolazione, dani doci lutti i possibili dati stati: siici Milla malattia cardiocircolatoria. 3) Creare nelle fabbriche. | anche attraverso le mutue, un j clima di prevenzione e farne altrettanti centri di raccolta sla' lislica a medio e lungo termine. 4) Fare del medico generico ; il perno dell'opera di prevenzione, in quanto il medico generico è a coniano privilegialo con i pazienti e le loro famiglie. Soltanto in questo modo, come ha sottolinealo il prof. Kannel che ha presieduto la riunione di New Orleans, sarà possibile prevenire in modo efficace una malattia sempre più diffusa, anche in relazione all'accresciuta durata media della vita umana, c limitarne al massimo le acutizzazioni improvvihe causano il maggior nu- j se che causano i mero di decessi Umberto Oddone

Persone citate: Factor, Umberto Oddone, Yves Nadjari, Yves Nadjari Irae