A colloquio con l'avv. Spazzali uscito dal carcere dopo 5 mesi di Vincenzo Tessandori

A colloquio con l'avv. Spazzali uscito dal carcere dopo 5 mesi E* accusato di traffico d'arir»-" con la Svizzera A colloquio con l'avv. Spazzali uscito dal carcere dopo 5 mesi (Dal nostro inviato speciale) Milano, 15 aprile. «Non è la mafia a rendere ingovernabile il carcere di San Vittore. Spesso è proprio un certo tipo di autorità, im posta dai capiraggio, ad impe dire ". collasso totale. Poche ccUeilate vibrate scientificamente ne evitano altre mi- gliaia date da ragazzi sprovveduti soffocano sul nascere risse che altrimenti scoppierebbero ad ogni momento. Non è perché ci siamo scotitrati con i mafiosi che, quel mattino, sono entrati nella cella gli incappucciati con i pugnali». Sergio Spazzali, avvocato, tornato libero dopo essere rimasto in galera quasi cinque mesi, «in attesa di giudizio», per una oscura accusa di traffico d'armi con la Svizzera, non crede che sia stata la mafia, disturbata nei suoi traffici dui detenuti politici, ad ordinare quella spedizione. Conferma il suo punto di vista: «Abbiamo sempre pensato che le responsabilità deiTaporei-sione fossero da attribuire all'amministrazione, dentro e fuori del carcere». Quella mattina del 24 gen¬ naio, per caso, era sfuggito al- lì !fm,e de! kHlers bic5?pu? ciati. I suoi compagni di cel- compagni la, i brigatisti rossi Giovanni Battista Miagostovich e Pie¬ tro Morlacchi, e Pasqualino Sirianni, di «Lotta comunista», vennero invece feriti. Dopo mesi di indagini, spesso serrate, su quella faccenda non tutto è ancora chiaro. Sette persone sono state acca-sate dal magistrato per l'imi-zione: fra queste un «uomo d'onore», Francesco Buzzardi, coinvolto nei sequestri dell'industriale Pietro Tortelli di Vigevano e Luigi Rossi di Montelera. Di lui era stato detto: «Un uomo abituato c pasteggiare anche in carcere con champagne francese, marca preferita Dom Perignon». Dice Spazzali: «Non pensiamo che il mandante sia lui». I responsabili, dunque, se si esclude il brigadiere Giannini, non sarebbero compresi nell'elenco dei sette indicati dal giudice. «De Palma e Grizzaffi. subito accusati, furono visti col volto scoperto, immediatamente dopo l'aggressione» prosegue Spazzali. E aggiunge: «Secondo noi. non erano senza responsabilità il maresciallo Palazzo e il direttore Savoia. De Palma e (in: [ ' ; decreto di liberta provvisoria | firmato dal giudice istruttore Giacomo Bodero Maccabeo: 1 «Nel procedimento da oltre 1 tre mesi non sono stati com piuti né sono in corso di com I pimento atti istruttori, essen- zaffi, infatti, vennero incrimi- nati proprio :u indicazione di Palazzo». I La notizia dell'arresto di1 Giannini ha provocato fer- mento fra le guardie di custodia. Racconta Spazzali: «C'è stata una reazione pilotata, io credo. Alcune guardie sostenevano che Giannini non doveva essere arrestato, perché aveva due figli. 1 miei, quando mi hanno messo le manette invece non contavano». In mattinata, con Giuseppe Salvati, indicato come suo complice, nell'affare delle armi. Spazzali era stato a Como, per prendere visione del j pdo state trattate, ed essendo tuttora in atto esclusivamen- j te questioni di ordine proce- dZnl:o C!Af%& zione o a Ila scelta del giudice | territorialmente competente», i Spazzali ripete che la chiama- ta di correo fatta in Svizzera I tini giovane Daniel Von Arb,[che l'aveva indicato con Salvati come il corrispondente italiano per il traffico di armi, è assurda. «Quelle dichiarazioni vennero fatte nel maggio dello scorso anno. Da allora in Svizzera, dove avrebbero dovuto ricercarmi, io sono stato numerose volte; a Luga no ho addirittura tenuto un comizio sulle condizioni in carcere di Pietro Morlacchi e Petra Krause. al quale hanno assistito quattromila persone. Niente. Soltanto più tardi vi è stata la denuncia, sulla base di un rapporto, si dice, arriva to da oltre frontiera. Vincenzo Tessandori — LA STAMPA

Luoghi citati: Como, Milano, Svizzera, Vigevano