L'avv. Spazzali lascia San Vittore dopo quasi cinque mesi di carcere di Vincenzo Tessandori

L'avv. Spazzali lascia San Vittore dopo quasi cinque mesi di carcere Accusato d'aver introdotto esplosivo dalla Svizzera L'avv. Spazzali lascia San Vittore dopo quasi cinque mesi di carcere Nel gennaio scorso era sfuggito per caso ad una aggressione di incappucciati nella prigione milanese - E' in libertà provvisoria, le imputazioni non sono state archiviate (Dal nostro inviato speciale) Milano, 15 aprile. Da stamani, dopo 146 giorni di carcere, fra Varese e Milano, l'avvocato Sergio Spazzali è tornato in libertà. E' imo dei professionisti più impegnati politicamente, l'hanno accusato di aver introdotto in Italia, dalla Svizzera, esplosivo. Nel gennaio scorso, a San Vittore, è sfuggito per caso ad un'aggressione di incappucciati armati di coltello. La sua è una oscura storia di accuse e di chiamate di correo, una vicenda che non è ancora finita. Spazzali è in libertà provvisoria, le imputazioni non sono state archiviate; il fascicolo istruttorio è a Roma, dimenticato, dlcevr.no stamane a palazzo di Giustizia, in qualche ufficio della Corte di Cassazione, dove un giudice l'ha inviato, dichiarandosi incompetente a procedere. Libero, sia pure «provvisoriamente». anche Giuseppe Salvati, detenuto nel carcere di Varese e accusato di complicità con il professionista. L'arresto di Spuzzali avvenne il 21 novembre dell'anno scorso, quando i carabinieri del Nucleo investigativo andarono a casa sua, in via Inama, e gli consegnarono un ordine di cattura firmato dal sostituto procuratore della Repubblica Giuseppe Ciotti, di Varese. «Viste le dichiarazioni di Daniel Von Arb. fatte in Svizzera, si emette ordine di cattura contro Sergio Spazzali e Giuseppe Salvati», era l'ermetica motivazione. Altri ordini di cattura erano stati firmati per Petra Krause, una giovane tedesca arrestata in Svizzera, e per lo stesso Von Arb. Fu necessario ricostruire, pezzo per pezzo, una strana vicenda accaduta, si disse, nel novembre 1974. In quell'umida sera di autunno, in una strada secondaria del paese di Dumenza, presso Varese, vicino alla frontiera, fu notata un'auto. Fra l'uomo al volante e due sconosciuti ci fu uno strano dialogo, in tedesco. Un testimone curioso udì una frase: «Questa è la roba». Poi i tre se n'erano andati in macchina. Dalla targa si risali a un nome, Walter Abbondanza, sindacalista. Il giorno successivo, non lontano dal luogo dello strano rendez-vous, i carabinieri trovarono una santabarbara: tre sacchi con 40 mine antiuomo. 2 anticarro. 2 a dispersione e relativi inneschi. Ci fu un'istruttoria sommaria, condotta dal sostituto procuratore Francesco Pintus, di Varese. «Mi venne data una versione che pareva di comodo. Sembrava che si cercasse di colpire qualcuno». Processato. Abbondanza dichiarò di aver accompagnato due contrabbandieri. Non venne creduto e fu condanna¬ to a cinque anni e tre mesi in primo grado e a tre anni in appello. L'accusa contro l'avvocato Spazzali si innesta su questo , episodio, che pare concluso. Pochi giorni dopo il processo | d'appello contro Abbondanza, ! rnia di San Vittore dalla Svizzera arriva un fascicolo nel quale si dice che il giovane Von Arb, accusato con Petra Krauze di un attentato contro il Consolato italiano di Lugano, dopo alcuni interrogatori ha deciso di rac. contare la sua versione su un certo traffico d'armi con l'Italia che proprio in quella sera di mezzo novembre si era interrotto per qualche contrattempo. Fino alla frontiera, avrebbe detto, le armi erano state portate da lui stesso e da Petra Krauze: dall'altra parte, per ritirarle, c'erano Sergio Spazzali e Giuseppe Salvati. La chiamata di correo era precisa, anche se appariva oscuro il meccanismo che l'aveva messa in moto. Per il dottor Cioffi, comunque, era sufficiente, e apparvero del tutto irrilevanti le testimonianze di due passanti che avevano descritto le figure dei misteriosi personaggi vicino all'auto in modo assai diverso da quella di Spazzali. Ma già tre mesi prima che l'ordine di cattura fosse firmato, l'arresto del professionista veniva definito «assai probabile» a Torino, dove in| dagini erano state condotte anche da carabinieri del nucleo speciale. Le accuse che quasi cinque mesi addietro hanno determinato la cattura del professionista furono giudicate «fragili» dai difensori di Spazzali, che fin dal primo momento cercarono di ottenere la revoca dell'ordine. Poi ci fu un secondo episodio: a Como, su un treno provenien. te dalla Svizzera, era stata trovata una pistola. Una prima istruttoria si era conclusa senza che il proprietario dell'arma fosse individuato. Più tardi, un rapporto supplementare di polizia giudiziaria j indicava nel professionista l'uomo che avrebbe nascosto l'arma nella toilette del terzo vagone. Fu chiesta la riapertura dell'istruttoria, anche l'inchiesta sugli esplosivi da Varese passò cosi a Como. Ma il giudice istruttore Giacomo Bodero Maccabeo non ha evidentemente considerato sufficiente il risultato del supplemento di indagine e ha inviato a Roma il fascicolo. «In pratica, da novembre tutto era fermo — ha detto stamane l'avvocato Gilberto Vitali, difensore di Spazzali —. Si era creata una pericolosa situazione di stallo, la richiesta di libertà provvisoria anche per Salvati, in queste condizioni, era l'unico modo per farli uscire di prigione». Il cancello della porta carin via Giambattista Vico, si è aperto alle 10,15. Il professionista. Jeans, giubbotto, camicia a quadri e due grossi fagotti nelle mani, era atteso dalla moglie Paola, dai figli. Tommaso, di 13 anni, e Antonio, j di 7, e dall'avvocato Vitali. Appariva commosso: «Sono i felice», ha detto, aboraccian! do la moglie. Sul senso politico del suo ; arresto, sull'aggressione a | San Vittore, di cui quasi ceri tamente doveva essere uno j degli obiettivi, parlerà domani. «Dopo averci pensato un I po', a mente fredda», ha deti to. Ai «compagni detenuti» ha j lasciato dei libri. Vincenzo Tessandori ! | | Vittore j