Verona: digiuna per la difesa dei tossicomani di Giuliano Marchesini

Verona: digiuna per la difesa dei tossicomani Problema angoscioso Verona: digiuna per la difesa dei tossicomani (Dal nostro inviato speciale) \ Verona. 15 aprile. Giuseppe Patat non mangia da otto giorni. Fa lo sciopero della fame, per protesta contro le mancate attuazioni delle norme per i drogati. Tre «cappuccini» al giorno e qualche vitamina, quanto basta per reggersi in piedi, sino a quando la sua denuncia non troverà risposte rassicuranti. Ventisei anni, radicale, Giuseppe Patat è coordinatore del «Centro informazione e prevenzione uso droghe» di Verona. Il problema angoscioso dei tossicomani lo ha «coinvolto» qualche anno fa, quando abitava a Roma. «Mi ha toccato nelle borgate: là si drogavano con le aspirine e le bucce di banana essiccate, lo ero in mezzo a loro, stavo nella borgata Ghtliana, vicino al Lido di Ostia. Gli stupefacenti non li ho mai presi, ma m'incontravo spesso con quei ragazzi. Era gente piena di rabbia, prigioniera di ambienti desolati. /.« loro vita era soltanto una lotta per la sopravvivenza: lavoravano per due o tremila lire la settimana, e quando riuscivano a procurarsi qualche surrogato si rifugiavano nei cosiddetti paradisi artificiali». Anche Giuseppe Patat ha lavorato, durante un certo periodo, per qualche migliaio di lire. «Sono passato da un mestiere all'altro. Ho fatto persino il bombolaro: portavo le bombole del gas nelle case. Allora la droga vera arrivava di rado nella borgata. C'erano ragazzi, comunque, che prendevano gli stupefacenti. Ma si trattava ancora di episodi sporadici». Disperazione, emarginazione. Giuseppe Patat s'è portato via queste immagini dalle borgate romane. Cinque anni fa s'è trasferito a Verona. « E mi sono formato anche una coscienza politica». Qui ha deciso di dedicarsi più intensa- mente alle angosce, ai drammi dei tossicomani. «Ho trascorso tre mesi a contatto diretto con molti di loro». Non era difficile trovarli, in qualche piazza della città, o raggomitolati sulle scalinate di vecchi palazzi. «Poi. ho cominciato ad andare nei quartieri, a cercarli. Alcuni di questi rioni sono davvero opprimenti. Parlavo con parecchi giovani che si abbandonavano agli stupefacenti: si conversava per ore, e loro mostravano di avere una certa fiducia in me». Giuseppe Patat ha continuato a lungo ad andare in gi- ! ro per la città, in cerca di gruppetti di tossicomani. «Alla fine, ero completamente immerso in questi problemi. Ma ìli tempo stesso mi rendevo conto che se non si trovava uno sbocco, tutto sarebbe stato inutile. Dopo tanti tentativi, ho pensato di lasciar perdere, perché francamente mi sentivo piuttosto sfiduciai to ». Ma Giuseppe Patat è tornato ad occuparsi dei drogati. Anche con la collaborazione i di qualche ex tossicomane, ha creato questo Centro veroneI se di prevenzionar-Secondo i | j dati raccolti di recente, sol! tanto a Verona si contano 150 eroinomani. Al centro d'inforI mozione e prevenzione uso i droghe si sono raccolte storie paurose, a volte tragiche, co; me quella di una ragazza di | diciannove anni stroncata lo i scorso anno dall'eroina. Durante una conferenza j stampa, Giuseppe Patat spie| ga perché tira avanti questo i sciopero della fame. «Nel ine' se di febbraio — dice — è ! scaduto il termine di presen: tazione da parte del ministe| ro di Grazia e Giustizia delle norme di attuazione della riforma carceraria. Da allora i non si è più fatto nulla». Quej sta inadempienza, aggiunge. ! permette che anche nel carceì re di Verona, per una inade! guata assistenza sanitaria, si | spediscano facilmente i tossil comani ai manicomi crimina! li di Reggio Emilia e di Aver, sa. «All'interno dello stesso ' carcere veronese — afferma — auciene comunemente , smercio di droga». La legge sugli stupefacenti ; prevede che entro sei mesi ogni provincia installi sul suo j territorio un Centro psicome| dico sociale per i tossicomani. «A Verona l'amministraj zione — dice Patat — dopo 1 quattro mesi non ha ancora i proposto qualcosa di concrej to. Ouesta latitanza spinge i I tossicomani verso gli ospedali ■ psichiatrici di Marzana e del, la Grola. nei quali sì è co! stretti ad accettarli per le cure del caso, nonostante la legge sulla droga vieti simili interventi. E così l'amministra! zione favorisce delle azioni I fuorilegge». Giuseppe Patat è deciso a 1 proseguire nello sciopero della fame fino a quando non i avrà ottenuto incontri con il ! Procuratore della Repubblica, j con il direttore del carcere e il giudice di sorveglianza, con il questore, con il presidente della Provincia e il sindaco della città. Qualcuno dovrà ascoltarlo. Giuliano Marchesini

Persone citate: Giuseppe Patat

Luoghi citati: Lido Di Ostia, Reggio Emilia, Roma, Verona