La disputa sulle centrali nucleari
La disputa sulle centrali nucleari Al convegno internazionale sull'energia in Italia La disputa sulle centrali nucleari Se ne costruiranno subito 4 • Per le altre 16 c'è un ripensamento - Sono sicure o rappresentano una minaccia per l'ambiente? - In parecchi Paesi si comincia a riflettere sui rischi /Dal nostro inviato speciale) Roma, 14 aprile. Le centrali nucleari da costruire in Italia al più presto sono per ora quattro e non venti, come si diceva nei programmi ufficiali. Per le altre 16, probabilmente ridotte alla metà, è avviato un ripensamento che coinvolge tutte le previsioni di aumento dei consumi di elettricità fino ai 2000. Il ricorso a fonti di energia alternative, come quella solare e quella delle «pompe di calore», viene proposto dall'Enel stesso, anche in considerazione degli altissimi costi delle nuove centrali atomiche (450 miliardi per unità da 1000 megawatt). Si comincia a parlare del diritto delle popolazioni ad avere informazioni precise ed a partecipare al controllo della sicurezza degli impianti. Queste le principali indicazioni tratte dal Convegno in temazionale sull'energia nucleare in Italia, promosso dall'Accademia del Lincei (centro linceo interdisciplinare di scienze matematiche) e concluso oggi alla Farnesina. Lo schieramento dei relatori era imponente, e del tutto a favore della scelta nucleare. Ma non più in modo acritico e intollerante come in passato. Arnaldo Maria Angelini, presidente dell'Enel; Ezio Ciementel, presidente del Cnen; Epicarmo Corbino e diversi economisti; scienziati e responsabili di enti nucleari stranieri come André Girane! per la Francia, Heinrich Mandel per la Germania Federale, F. R. Parmer per la Gran Bretagna,! Walker Cisler e E. Creutz per gli Stati Uniti, Kenzo Yama- moto per il Giappone, hanno | dato i loro contributi ed hanno partecipato alla conferenza stampa, piuttosto vivace e confusa come d'abitudine. La prolissità delle risposte è stata utilizzata per aggirare le domande più scabrose. Ma è giustificata l'impressione di una svolta anche psicologica: non è più cosi facile costruire centrali nucleari a volontà, dove si vuole, chiedendo agli italiani di accontentarsi di rassicurazioni generiche. I quattro impianti in programma sono due doppie centrali da 1000 megawatt, 4000 in tutto, da costruire a Montolto di Castro o Tarquinia (con preferenza per Montaito di Castro) e sulla costa molisana nel tratto Termoli-Vasto. «La scelta delle località è stata /atta dal Cipe sulla base degli studi dell'Enel e del Cnen» ha detto Angelini, il quale si è mantenuto nel vago a proposito delle garanzie di sicurezza. No ha parlato il presidente del Cnen, Clemente!, precisando che già per la centrale di Caorso, in costruzione, è stata predisposta una rete di rilevamento della radioattività attorno all'impianto e che è stata costituita una commissione consultiva con le autorità locali, per il controllo dei dati. Quanto all'assicurazione sui rischi, per ora nulla di concreto. Angelini ha detto che i premi sono diminuiti, essendo cresciuto il grado di sicurezza delle centrali, ma non ha fornito notizie sull'ammontare dell'assicurazione, né sui rischi coperti. E' stato riconosciuto che 1 motivi di perplessità esistono, principalmente questi: difficoltà di finanziamento (negli Stati Uniti alcune industrie fornitrici di reattori a gas hanno rinunciato agli appalti, si parla di cancellazione di ordini per oltre 50 mila megawatt), rifornimento di uranio, trattamento del combustibile, rifiuti radioattivi. Secondo il francese Giraud, e secondo Angelini, il costo di un chilowatt prodotto utilizzando l'energia nucleare è più basso del costo di un chilowatt prodotto nelle centrali alimentate a petrolio. Ma gli investimenti necessari per .-ostruire centrali «sicure» sono diventati favolosi. Corbino ne ha tratto invito a una rimeditazione: «E' ammissibile spendere decine di migliaia di miliardi per impianti che dureranno 30-35 anni, destinati a fornire energia per uno sviluppo economico proiettato oltre il 2000, di cui non possiamo conoscere oggi gli indirizzi e i fabbisogni?». Pur riducendo i programmi iniziali, riaffiora la domanda angosciosa: le centrali nucleari sono sic ni.., oppure rappresentano una minaccia per l'ambiente e l'umanità? Per l'Italia rimane nebulosa la questione della «radioattività zero» (traguardo possibile secondo i nucleari, purché non avvengano incidenti gravi, che nessuno può esclude- re). In sospeso il problema; dell'inquinamento termico del mare, dovuto alle centrali | situate sulle coste. Ogni ini pianto nucleare disperde ili i, ,i ,u,. ,,,.,„i ..i , 1 doppio dell energia prodotta, i in forma di calore. Gli scori- j chi del raffreddamento tmixo \salire la temperatura del mare di circa 10 gradi. Secondo studi svedesi ciò provoca gravissime alterazioni, con conseguenze sull'uomo attraverso la catena alimentare (microorganismi marini — pesci — consumo). «Non abbiamo studi in proposito per il Me- "'- I | ; Montalenti. «Secondo noi : danni sono minimi, ma non disponiamo di risultati di ri cerche apposite», ha detto Angelini Si può chiedere, alme-i "0J.c^J,!_qV.!"50.^e"'™-..?.r; Imai decise vengano costruite studiando meglio ogni conse guenza, anche in mare, facendo conoscere le conclusioni degli studi, fornendo agli italiani tutti (non soltanto alle popolazioni locali), garanzie assolute, a prova di ogni contraddittorio finora mancato. Mario Fazio
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