Guerra tra i poverinella Napoli esausta di Francesco Santini

Guerra tra i poverinella Napoli esausta La conferenza del partito comunista Guerra tra i poverinella Napoli esausta (Dal nostro inviato speciale) Napoli, 14 aprile. Lo spettro delle elezioni anticipate rilancia per Napoli l'ipotesi di un'intesa politica tra i partiti democratici. Il tentativo è di dare alla città, macerata e incerta, in questi giorni di primavera una maggioranza stabile: ci sono 150 mila disoccupati che premono e si organizzano mentre dalle province campane si riversano ogni giorno (ile di diseredati. Per (arsi ascoltare paralizzano il centro, occupano le sedi stradali, si addensano in piazza Nicola Amore e il t raffici « impazzisce. E' l'inizio di una guerra fra poveri, delle province contro la capitale di un Mezzogiorno sempre più stanco. E s'inserisce, adesso, il fantasma nero della provocazione: del «sabotaggio» ha detto il sindaco Valenzi, nel denunciare alla conferenza cittadina del suo partito «il sospetto che a Napoli ci siano forze che puntano sull'ingovernabilità». Ha parlato di cumuli d'immondizia che ricompaiono nella notte agli angoli delle strade appena bonificate, ha denunciato la manomissione d'un apparecchio mobile per il controllo del tasso d'inquinamento, ha insinuato il dubbio, tra la platea che l'ascoltava in silenzio, che queste non siano «coincidenze». E tutto accade quando, ancora una volta, non ci sonc quattrini per i cantieristi, non ci sono stipendi per i nuovi assunti. Pasqua è alle porte e la tradizione vuole che il municipio di Napoli anticipi ai suoi 25 mila dipendenti parte di quegli «arretrati» che da sempre deve loro dare. Aumenta il prezzo del pane di cinquanta lire e non c'è modo di uscire dalla stretta dei debiti. Il Comune è al collasso e premono su Napoli altre masse: sono gli emigrati che rientrano. Sette mesi di governo e Valenzi. «il sindaco che piace alla borghesia», ammonisce: «Noi non faremo da parafulmini a nessuno: l'ha detto dinanzi alla platea che per due giorni, alla Fiera d'Oltremare, ha registrato la volontà di «dare a Napoli un governo stabile» e ha applaudito. Pressato dall'angoscia del quotidiano, Valenzi ha aggiunto: «Siamo noi a sollecitare t partiti per il via all'intesa: appena un cenno e via, per primo sono pronto a rimettere il mio mandato». L'ha affermato in pubblico. quasi a voler sollevare da un peso il suo partito che l'ha scelto come sindaco di transizione e adesso sa che i suoi successi ne rendono comunque (Ufficile la sostituzione. Più che una riunione di partito, la conferei,/a comunista di Napoli è apparsa una tribuna e uno specchio della cit tà. Ha parlato il adddqqdlsorcLttpsdpstevnapmucvtlIella Federazione del pei napoletano, ma subito si sono I segretario | alternati, con i rappresentanti di tutti i partiti, esponenti dell'imprenditoria, (orze sin- dacali e ceti produttivi, sino a 1 quell'Esposito che al «Centro j quartieri» In Salita Trinità degli Spagnoli è diventato il leader incontrastato dei disoccupati organizzati. Due giorni di dibattito e già oggi, in via Medina, la prima riunione politica per «venticare» la possibilità d'intesa. La sede scelta, quella del partito liberale: «Un campo neutro — hanno detto alcuni per arrivare all'accordo». La j sensazione è che l'accordo sia i difficile, Ma. paradossalmente, se I possibilità d'intesa c'è. questa si registra proprio nell'lncer- tezza di una probabile vigilia ' elettorale che potrebbe convincere la democrazia cristiana a non lasciare i comunisti a Palazzo Sangiacomo in un periodo di confronto e i comunisti stessi a uscire da un'ordinaria amministrazione che ratifica si un «buon governo» ma non consente scelte più ampie e operative per la città. E sembra appunto questa la linea scelta dal segretario comunista Geremicca nell'lm- postare la relazione che ha dato il via ai lavori della con¬ (erenza cittadina. Il pei napoletano sa che «la situazione è esplosiva e non si può scherzare» cosi, dalla (ase di un prudente «non governo», ha deciso di passare a un'azione più incisiva che tocchi interessi e stratificazioni. «Riguarderemo gli appalti — diceva ieri un assessore del pei —, diremo basta agli interessi consolidati, daremo un colpo al/e strutture che paralizzano, con equilibri difficili e intrec- dati, il tessuto cittadino». Su questo terreno i comunisti sanno che possono cadere. «ma almeno — aggiungono cadremo su una politica dirompente». Chi parla cosi è un esponente della linea dura del pei napoletano: si contrappone a quella morbida di Valenzi che si presenta «come un sindaco liberale» e sa che molte sono le resistenze all'interno del suo stesso parti to. Francesco Santini

Persone citate: Esposito, Geremicca, Sangiacomo, Valenzi

Luoghi citati: Napoli