I fornai: "Non facciamo più i tipi di pane con il prezzo vincolato, ci rimettiamo"

I fornai: "Non facciamo più i tipi di pane con il prezzo vincolato, ci rimettiamo"I fornai: "Non facciamo più i tipi di pane con il prezzo vincolato, ci rimettiamo" Ieri nelle rivendite si trovava solo il pane comune o quello di lusso, a prezzo libero: 680-700 lire Latte: la Centrale aumenta di 30 lire il tipo sterilizzato, con gentile omaggio sulla pelle del consumatore Dopo un'assemblea straordinaria tenuta martedì, giorno d'entrata in vigore del decreto sul nuovi prezzi del pane, 1 tornai hanno concordato un'azione di protesta che Ieri mattina ha provocato decine di telefonate al giornali. «In molte panetterie — denunciavano 1 cittadini — si trovano solo due tipi di pane, quello comune e quello più costoso: qualche negozio, esaurito II primo, è solo piti provvisto del tipo all'olio, che costa quasi 700 lire. Im maggior parte del pane comune, tuoltre, appare Immangiabile: scotto e bagnato all'Interno». Questi 1 prezzi fissati dal Comitato provinciale le contestati dal IianifIcatori ) che dovevano entrare in vigore ieri mattina: pane comune Ir! pezzature inferiori a 200 grammi, 380 lire al kg; in pezzature da 201 a 1000 grammi, 370 lire; oltre 1 1000 grommi, 350 lire. Tipi speciali, a prezzo intermedio, entro le 400 lire. Solo il pane all'olio può essere venduto a prezzo Ubero. La Prefettura ha Invece rilevato che Ieri 11 pane comune in pezzatura fino a 60 grammi (non prevista) era venduto a 550 lire, quello con strutto a 630 e quello all'olio a 680-700 mentre il tipo Intermedio, «calmieralo», appariva Introvabile. In una riunione col capo gabinetto. Di Giovine, l'assessore regionale al commercio Marchescttl, Il vicepresidente del Consiglio Bellomo e 11 cons. de Al berton hanno chiesto che vengano rispettati gli accordi mi¬ nisteriali Sulla situazione 11 Prefetto ha Inviato un telegramma al Ministero dell'Industria. Che cosa ha provocato la decisione della categoria? «L'assemblea ha semplicemente deciso di non produrre più 11 pane vincolato, tranne II tipo comune — dice ! Fea, dell'associazione panificatori — parchi non è più remunerativo. E' prevalso l'atteggiamento moderato, qualcuno infatti voleva chiudere per protesta. Not vogliamo difendere i consumatori, ma è assurdo «cctmlerare» a Torino II prezzo del prodotto finito (che era 11 più basso de! triangolo industriale) senza vincolare quello delle materie prime come la farina, che In poco tempo è rincarata di 40 lire II chilogrammo. Nessuno ci può obbligare a produrre certi tipi di pane, ed e chiaro che — al prezzo stabilito — quello «speciale» non si farà più. Dispiace che In qualche negozio si sia esaurito 11 pane comune, ma è un Incont'enienfe che non dovrebbe ripetersi». L'assemblea dei panificatori artigiani ha diramato questo comunicato: « DI fronte alle decisioni del Comitato provinciale sul prezzi del pane per I tipi assogettati a calmiere, constatata la Insufficienza economica del loro livello (riferito ai costi produttivi e soprattutto alla manodopera:, allo scopo di non sospendere la produzione e non far mancare II pane al consumo, ha deliberato come forma di protesta a tempo Indeterminato di limitare la produzione ad un solo tipo tra i imnl calmierati, quello previsto in pezzature da grammi 201 a 1000 a lire 370 11 chilogrammo, conservando contemporaneamente la produzione di tipi di pane non soggetti a calmiere, al prezzi gtà praticati ». 1r Lunedi scorso la Centrale del latte ha deciso di aumentare 11 prezzo del latte sterilizzato (25 mila litri circa venduti ogni giorno In città, stil totale di cetoventiclnquemlla) di 30 lire 11 litro. «E' rincarato ti trasporto, ci sono stafi aumenti, diamo II prodotto, nonostante l'aumento, a dieci lire meno di quanto dovremmo venderlo»: cosi dicono alla Centrale. Aggiungono: «Potevamo applicare l'aumento prima a novembre poi a gennaio, non l'abbiamo fatto per non suscitare disagio fra t consumatori; adesso è venuto 11 momento di applicare I nuovi prezzi». Resta Invariato, lo diciamo per tranquillizzare una grossa parte di cittadini, il prezzo del latte fresco (tappo rosso, tappo bianco e tappo oro) sottoposto a controllo del comitato provinciale prezzi. L'iniziativa della Centrale ha suscitato un vespaio per più di un motivo ed i primi ad opporsi al rincaro del prezzo sono proprio 1 rivenditori che fanno parte dell'Associazione esercenti latterie. Dice il presidente della categoria Teresio Giacobbe: «Riteniamo Il provvedimento assolutamcr.'e inoiusli.'lcafo e lo respingiamo nel modo più fermo Chiediamo alle autorità locati ed al comitato prezzi, nonché alle forze sindacali un tncontro per discutere II prò.•'.%••') : Affermano In sostanza che in un momento cosi difficile per l'economia non si possono prendere decisioni slmili senza una preventiva consultazione con gli Interessati più diretti, ossia gii esercenti («la Centrale Invece ci ha messi di fronte al fatto compiuto»). In pratica 11 prezzo è stato elevato do 320 a 350 lire II litro ma la decisione, per i rivenditori, è tutta da discutere: «Tanto più che l'aumento riguarda soltanto I! latte della Centrale di Torino» A fianco della polemica che trova schierati in prima fila 1 rivenditori vale la pena rilevare la postilla conclusiva della circolare inviata al commercianti dalla «Lutai», la società distributrice del latte della Centrale. Con l'annuncio dell'aumento augura buona Pasqua al clienti ed offre ad essi un singolare omaggio: «Le diciamo -- c'è scritto testualmente — che lei pagherà il latte ancora al prezzo vecchio. Così ta differenza di lire 30 al litro andrà a suo esclusivo beneficio per tutto 11 tempo che le nostre possibilità e ta sua rispondenza et permetteranno di privilegiarla». Come dire che per una settimana o dieci giorni i commercianti potevano elevare 11 prezzo e trattenere li ricavato netto senza versare al venditore una lira In più.

Persone citate: Bellomo, Di Giovine, Teresio Giacobbe

Luoghi citati: Torino