Libri di testo: "business,, che rischia di sgretolarsi

Libri di testo: "business,, che rischia di sgretolarsi Convegno a Bologna sull'editoria scolastica Libri di testo: "business,, che rischia di sgretolarsi (Dal nostro inviato speciale) Bologna, 10 aprile. Cosi com'è, il libro di testo non va bene a nessuno. Insegnanti, genitori, studenti, esperti, lo contestano, spesso lo rifiutano. Quando l'accusa non investe i contenuti, le ideologie che sempre, più o meno, fra le righe il libro diffonde, le critiche si appuntano sullo scarso aggiornamento culturale, sul quadro sociale superato od irreale, sul costo > .a < avo. legato alla obbligatorietà dell'acquisto. Dunque, il manuale scolastico — assediato dalle nuove tecniche audiovisive e dal video-tapes — ha i giorni contati? Non proprio. Anzi, l'accanimento con cui lo si critica lascia trasparire una intenzione che sembro mirare alla conservazione dell'iiistituto», modificandone più o meno radicalmente alcuni aspetti non in linea con 1 tempi. E, jd'nltra parte, com'è possibile sopprimere il «libro di testo»? Finché un gruppo di persone concentrerà la propria attenzione, per mottvi di studio o ricerca, su uno stesso volume, qualsiasi esso sia, quel libro, automaticamente, «farà testo». Accomunati da un medesimo intento riformatore, con accenti e toni diversi a seconda del ruolo e della bandiera politica, si sono riuniti a Bologna, invitali dall'Associazione italiana editori, per discutere l'argomento, esperti e semplici addetti del mondo della scuola. Il tema («Per una strategia educativa, funzione del libro di testo e biblioteca di classe») ha messo a confronto editori, giornalisti, insegnanti, genitori, sindacalisti della .-fine del settore poligrafico cartaio, per una intera giornata, in un'umpia sala del Palazzo del Congressi bolognese, nell'ambito della Fiera del libro per ragazzi. L'editoria scolastica è oggi, prima di tutto, un grosso business, un affare di svariate decine di miliardi, ripartiti tra alcuni gruppi medio-grossi e una costellazione di case minori. Qualche iilra l'intero settore editoriale dà lavoro a circa 4000 addetti, fra redazioni e tipografie, sostentando, secondo l'Istat. circa mezzo milione di persone. In questo panorama si inserisce la crisi attuale, che sembra ' destinata a lasciare al mondo editoriale ferite particolarmente profonde. In passato ci sono stati errori: «Circo la metà dei libri offerti negli anni 74 e 75 — ha ammesso l'editore Enrico Paoletti — alla scuola media dell'obbligo, è stata contagiata da elementi consumistici e appesantita da fattori estranei all'interesse dello studente». Testi luccicanti in carta patinata, fotografie policrome, edizioni costose che affondano dopo un anno nella polvere degli scaffali. L'immediato futuro forse riscatterà scelte sbagliate. Si paria di possibile razionamento della carta per libri e giornali, un brivido di austerità che renderà più sobrie le prossime ristampe. Edizioni francescane, meno edizioni, ma prezzi alle stelle, come sempre. E, in più, l'obbligo dell'acquisto, quasi una gabella. Questa obbligatorietà «finisce con il condizionare, dequalificandola — dice Alfredo Giampietro, della Federazione unitaria lavoratori poligrafici e cartai — tutta la produzione libraria scolasti- ca. e risulta addirittura un /reno allo sviluppo dell'editoria ». SI salva solo chi cambia in fretta e si aggiorna. «£' uri momento moldo difficile — ammette Federico Enriques, titolare della Zanichelli —. Afolti editori sono paralizzati dalla paura, non si muovono: altri, come noi. azzardano al tre iniziative, proprio in un periodo in cui. con l'esodo dalle scuole pubbliche a quelle private, si fa più forte l'attrattiva per il manuale di testo tradiziotujle. certo non innovatore». Conservatore o avanzato, il libro di scuola resta però il tralt d'union ideale fra insegnante e studente. La sua vera funzione sta «nell'uso corretto — dice Liliana Chini Artusi, preside di scuola media. — Certo, può essere giudicato sotto diversi aspetti: come traccia per lo svolgimento dei programmi, per le esercitazioni, per aiutare la memoria o la fantasia dei ragazzi. Può essere anche rifiutato, sostituito con schede, ciclostilali curati dall'insegnante o dagli studenti può essere surrogato da una piccola biblioteca di classe, più libri diversi e complementari. Resta, comunque un sussidio didattico per verificare certe tesi e ap! profondire le ricerche». E il contenuto? Stupidario i ricco di banalità, ò libro-van1 gelo per la formazione del ] giovane, il manuale di testo è I sempre comunque «un veicoI lo, di formazione ideologica e politica », ha ricordato ti professor Ettore Caracciolo. dell'Università di Messina. Assurdo, quindi, parlare di neu| tralttà. Non esiste. Una scelta di campo va fatta da parte ; dell'Insegnante, e portata poi 'avanti con coerenza anche ! nella scelta del manuale. Al «nuot'o libro di testo» si I deve chiedere di affrontare le ! idee, di essere veicolo di proI blemi prima ancora che bagai filio di nozioni, un mezzo che, I pur presentando la sua ideo'. iogia, non trascuri le altte. I Giorgio Battistini

Persone citate: Alfredo Giampietro, Enrico Paoletti, Ettore Caracciolo, Federico Enriques, Giorgio Battistini, Liliana Chini Artusi, Zanichelli

Luoghi citati: Bologna