Ho vissuto in una baracca del Belice di Remo Lugli

Ho vissuto in una baracca del Belice PER DUE GIORNI IL NOSTRO INVIATO FRA I TERREMOTATI Ho vissuto in una baracca del Belice A S. Ninfa, dove no sorgono altre duemila - Il ricovero (pareti sottilissime e (elio di lamiera) ha una superficie di appena 24 mq: c'è posto a stento per due persone ma quasi sempre ne deve accogliere quattro - L'acqua è scarsa , ! i Dal nostro inviato speciale) Santa Ninfa, li aprile, Da un palo di giorni abito in una baracca, come i terremotati. E' un'esperienza elle avrebbero dovuto fare otto anni fa. subito dopo il disastro, gli uomini politici, i burocrati, gli Imprenditori e tutti coloro che sono poi stati in qualche misura responsabili del vergognoso ritardo nella ricostruzione del Belice. La baraceli elle OCCUPO è ammobiliata, f" lasciata tempo fa da una famiglia che è emigrata nel Venezuela, me l'hanno gentilmente concessa i parenti. In Venezuela ci sono almeno milleduecento ubi tanti di Santa Ninfa, altri sono negli Stati Uniti, in Canada, in Germania e in Svizzera: chi ha potuto, ha abbandonato questo paese diventato ino spitale non certo a causa dei suoi compaesani; i settemila abitanti si sono ridotti a fin i quemila. La mia è una delle baracche di legno, o meglio, di impasto di legno pressalo: uno dei tipi migliori, non le famigerate «americane)) di lamiera ondulata a forma di mezzo tunnel, nelle quali si cuoce al primo sole e si gela al primo freddo. E" una baracca deco rosa, collegata alle altre a formare un pezzo di strada, c • me fanno le case. Entrando si ha l'impressione di essere in un mini alloggio: c'è la cucina, ci sono il gabinetto, una stanza, un'altra stanzine per un letto. Tutto e stretto, spazi ridotti, si passa tra un mobile e l'altro i Credevo di essere solo ' mettendosi di sbieco. In tota-' le sono 124 mq: ci starebbero discretamente due persone, I ma questa è la misura per quattro. 11 primo impatto è brusco: apro un rubinetto, ma non scende niente. Mi spiegano: hi baraccopoli di Santa Ninfa, duemila baracche, è stata suddivisa in tre -aree idriche e, poiché c'è acqua sufficiente per una sola area, ognuna di l esse ce l'ha un giorno sì e due I no. E adesso le cose vanno bene Tempo fa le suddivisioni erano maggiori e le varie borgate rimanevano fino a 11 giorni senza aequa Nessuno sa spiegare il perché di questa penuria, visto che prima del terremoto il paese di Santa Ninfa, raccolto sui suoi tre colli, aveva acqua in continuazione, a sufficienza. Anche gli altri intesi terre motati sono, più o meno, nel ; le medesime condizioni. Ora I capisco il perché di quella grande scritta che si allunga isti uno dei tanti inutili mura glioni nei quali si sono dispersi i soldi delle case: «Il serbatoio è vuoto come la testa dei nostri dirigenti» | remo compagnia in questa baracca ma non è vero: c'è gente che parla, nella stanza da letto. M'affaccio: no, non c'è nessuno; ti a le voci sono insistenti, discutono anche animatamente. Capi seo: sono i baraccati che confinano con me. oltre la parete di sinistra, che è un foglio di pochi .centimetri Bene, ci fa- Ma a ripensarci, la eompa- gnia uno se In dovrebbe poter scegliere, questa che ho alla mia sinistra è un po' troppo rumorosa, continua a discute re e adesso sarebbe già l'ora di andare a dormire. Sento, di colpo, un tonfo e un grosso gemito, i vetri tintinnano, '.a baracca si scuote. Cos'è, ancora il terremoto? No. il mio vicino di destra è entrato, ha semplicemente aperto e richiuso la sua porta. Ora accende la televisione e per me è come se mi leggessero il telegiornale sopra il letto. Voci da una parte, voci dall'altra, non si può rimanere soli, se unire un pensiero, si deve per forza ascoltare. Poi. finalmente, prima le une poi le altre, le voci tacciono: c'è quiete. Ma è una quitte apparente. Ora che sono scomparsi i suoni grossi emergono quelli minori, che vengono dalle baracche piti lontane della fila: i tremiti si susseguono, diversi per tono e intensità a seconda delle cause che li hanno generati, percorrono tutto l'allinea mento delle bai acche su questo fronte della strada. E nel (piasi silenzio si cerca di indo vinarc l'origine dei vari rimbombi, tonfi, cigolìi, tremori Mi accorgo anche che fa freddo. Fuori, appena è calato il sole, si è alzata un'aria qua si pungente, insolita per il sud della Sicilia ai primi di aprile. La baracca ha già lasciato passare questa temperatura più bassa, bisogna alIzarsi per cercare una coperta E' solo un esempio di quello che sarà l'inverno. I baraccati di inverni ne hanno già passati otto, tremi la giorni e tremila notti a sentire tremare e scuotersi le fragili pareti; a sentire mar tettare il tetto in tempo di pioggia; a'1 ascoltare forzata mente le » ..'aec'iiere, i canti, le litigate, le imprecazioni dei vicini; a penare per il freddo e il ealdo, per l'acqua che non c'è; a centellinare, nei giorni asciutti, l'acqua di scorta nei tegami; a sognare la casa che non viene, a chiedersi perche non arriva mai; a sperale che qualcuno, di fuori, si accorsa die c'è ancora un Belice terremotato, che è né più né mino come era otto anni fa. con l'aggiunta di tanta delusione e tanta amarezza. «Queste baracche sono co state ulto Stalo dalle 40 alle tilt mila lire al mq — mi dice don Antonio Ribollii, il parrò I co —. Ecco un esempio di co me si sono spesi male i soldi La baracca che ospita la chic sa l'ho fatta costruire io. da una ditta di Milano, con il denaro che mi era stato offerto dalla diocesi di Bergamo. E' veramente di legno e non di iimpusto pressato, solidissima, [garantita dieci anni, mentre queste avevano una aaranzia di appena due anni. Bene: io . l'ho pagata 23 mila lire al mq. ! contro le loro 40HO mila. L'alto numero delle baracche ordinato avrebbe dovuto costi tuire motivo di riduzione dei prezzi e invece ha acuto l'effetto opposto, non si sa perché» .1. Remo Lugli

Persone citate: Antonio Ribollii