Anche un po' rivoluzionario di Gianni Zandano

Anche un po' rivoluzionario Smith, padre del liberismo economico, ricordato a Glasgow Anche un po' rivoluzionario I più prestigiosi economisti di tutto il mondo si sono riuniti in Scozia per commemorare lo studioso che due secoli fa diede alle stampe la "Ricchezza delle Nazioni" - Nell'opera, atto di nascita dell'economia come scienza autonoma, si possono trovare analisi poi sviluppate dai marxisti: per esempio la teoria del valore-lavoro - Cosa pensava Smith dei rapporti imprenditore-lavoratori, dei redditi e della finanza pubblica Glasgow, 5 aprile Esattamente due secoli la. nel primi mai ilei 7776. Adamo Smith dava alle slampe la Ricchezza delle Nazioni, un'opera ehc oltre a segnare l'alto dì nascila dell'economìa come disciplina autonoma, distinta dalla filosofia morale di etti sino ad allora aveva rappresentalo una oscura brattea, costituisce anche la Magna Citarla del liberismo. l'er sottolineare I importanza storiea di Questa lappa fonda mentale nell'evoluzione del pensiero economico, duecento tra i più prestigiosi economisti del mondo si sono dati convégno per quattro giorni a Glasgow, pressi' miella stessa università in cui Smith hi prima docente e poi rettore L'elenco dei partecipami comprende alcuni Ira i più bei nomi del Gotha dell'economia mondiale. Viene spontaneo chiedersi perché tanti economisti di tendenze ideologiche cosi differenziate, e talora radicalmente diverse da quelle propugnale da \ Smith, si siano presentali all'appuntamemo con il primo teorizzatore del laisscz taire. I.a risposta più convincente l'ha tornita SylpS Labini nel chiudere la sua relazione sulla conoscenza del mercato dei beni. Se i parametri economici odierni sono diversi da anelli studiali ed analizzali dallo Smith, ciò non significa — ha sostenuto l'economista italiano — eli* la Ricchezza delle Nazioni abbia soltanto un interesse storico: al contrario, il suo straordinario respiro la rende ancora oggi una guida preziosa per oriattare il giudizio sul mondo contemporaneo. Il del rèsto pochi economisti potrebbero vantarsi di non avere alcun debito culturale nei confronti del gran de pensatore scozzese. Che questo sia Viro Per gli credi spirituali direni di Smith — gli economisti del filone clas tieo — noi desta meraviglia: una parte non irrilevante della professione continua a ragionare sulla base del preosupposto siitithiano che l'umanità ubbia nelle vene una dose di sangue scozzese sufficiente per indurla ad agire sulla base del tornaconto privino, nella convinzione che l'uomo — perseguendo il proprio interesse individuale — promuova nella maggior parte dei casi anche anello collettivo, Per dirla con lo Smith, non e della benevolenza de! fornitore del ma¬ cellàio che otteniamo il nostro cibo quotidiano, ma dallo sforzo ct>stante ed ininterrotto di co- [ StOrp per salvaguardare e miglio rare la loro condizione. Pi qui la certezza ehc nessun dirigismo, nessuna pianificazione dall'alto, per quanto accurata, possa efficicntcmcnic sostituirsi al mercato ne! decidere clic cosa produrre ] e quanto produrre Ciò clic può destare meraviglia, invece, e che anche quegli eco nomisii che bantu- più vivacemente denunciale le insufficienze dell'economia di mercato, o l'hanno ripudiai.i in modo esplicito, ritrovino nella Ricchezza delle Nazioni parte delle proprie radici culturali: se e servita a , qualcosa la conferenza di Glasgow, e sialo a ribadire una colla di più Questa singolare r eco nomicità - dell opera d: Situili Smith e un convinto assertore del laisscz (aire, della non ingerenza dello Sialo. Ionie a quei tempi di privilegi e regolamenti che ostacolavano il libero manifestarsi dell'iniziativa individuale té Smith a dare asilo nei recinti dcll'univcrsilà a lames Watt, perseguitalo dalla corporazione dei labbri di Glasgow, ed a permettergli cosi di completare in pace la sua invenzione i. Ma quando si traila di elencare in positivo i settori in cui lo Stalo deve intervenire non si lascia accecare dalla fiducia nel funzionamento della « mano invisibile \l contrario, mostra piena consapevolezza dell'incapacità del mercato di assolvere i suoi compiti nel settore delle strutture pubbliche — strade, scuole, parchi, ecc. — e più in generale nel vampo dei beni collcttivi e delle produzioni caratterizzate da economie esterne e benefici non appropriabili in misura sufficiente dal produttore. La dottrina della definitiva armonizzazione tra interessi sociaji ed interessi privati subisce qui una importatile ecce zone, che dimostra come Smith non la concepissi- come applicabile senza limili. Analogamente, la vigorosa condanna delle pratiche restrittive delle grandi compagnie mercati liti, clic eludono le leggi della concorrenza imponendo arbitrariamente ai consumatori prezzi e condizioni, anticipa di duecento anni la polemica di /. IV. Gaibrailli contro gli oligopoli e le società multinazionali. Se l'eco- lismo del \\ secolo, sarebbe certamente inorridito nel sentirsi attribuire la paternità morale di un sistema di mercato la cui sovranità appartiene sempre di meno al consumatore — detronizzato dai persuasori occulti che inducono il consumo nell'interesse della produzione — <■ sempre di più alla grande impresa, in grado ormai, aitando assume la forma transnazionalc. di eludere le leggi dei l'aest ospiti e di mettere in ginocchio intere comunità nazionali attraverso il rapido spostaménto di attività produttive e di enormi capitali da un mercato all'altro. Ci/ è ancora nella stessa Ricchezza delle Nazioni che si pus sono trovare in pane i materiali di costruzione dell'edificio marxiano Con l'osservazione che. in una condizioni! precedente all'appropriazione dei capitali, liniero prodotto del lavoro appartiene all'operaio. Smith ripudia il concetto di utilità iche. paradossaimetile, doveva poi impegnare a fondo mila l'analisi marginali siali, adottando una forma — sia pure primitiva — ili' teoria del valore-lavoro clic diverrà, attraverso la rielaborazione di Ri cardo, uno dei cardini della dottrina marxista \ntdogamcnii egli percepisce come nella contrattazione tra operai e datori di lavoro, la posizione più forte sia sempre quella degli imprenditori Sarebbe cerio una forzatura voler vedere in queste affermazioni i primi accenni alla Iona di classe- ciò nondimeno possono bastare per spiegare la presenza a Glasgow di economisti di lede marxista come uno Slngelu Tsuru ed i tedesco-orientali Fabiunke e 1 hai. Senza dubbio le intuizioni, la larghezza di vedute e la modernità di Smith sono assai apprezzabili se si rammenta come ha giustamente sottolinealo il kindkeberger nella relazione introduttiva — che il filosofo scozzese scriveva quéste cose alla vigilia della rivoluzione industriale, senza averne potalo osservare le laceratili conseguenze sull'assetto sociale. Smith e sull'altro ehc insensibile al problema della condizione operaia e della distribuzione ilei reddito. Dopo aver dimostrato, col famoso esempio della fabbricazione degli spilli, i benefici in termini di efficienza produttiva della divisione del lavoro, ne segnala anche gli Inconvenienti: l'uomo la cui intera esistenza é spesa ne! compiere poihc e semplici tipe- i razioni di tipo ripentivo « diviene torbido, incapace di giudizi corretti*. /. suggerisce rimedi — | quali il riposo lesovi'. Tistruzio ne obbligatoria — ai suoi tempi decisamente rivoluzionari, se si considera che la settimana lavorativa si aggirava in mèdia sulle | SD-Si ore. Miratami' innovative sono le opinioni di Smith in materia di retribuzioni: più è eie vaio il salario, maggiore è la prodttltività del lavoro, perchè gli operai ben pagali sono più aitivi, più diligenti e solleciti. /;' 1 in fondo la teoria degli alti sa- I lari che lo Situili enuncia e prc .Ve' si pini trascurare tapparlo daio dalla Ricchezza delle N'azioni al settore della finanza pub- blica. un tema affidalo nel con vegno di Glasgow ni Musgravc ed al Mattile ws I, Smith propendè per un'imposizione di tipo proporzionale, ma aggiunge più lardi che • non è irragionevole che i ricchi debbano contribuire non solo in proporzione al loro reddito, ma qualcosa di più che in quella proporzione ». ..Voci si nana cerio di una chiara rumi dazione del principio della progressività delle imposte Tuttavia occorre non dimenticare che aite sic affermazioni appartengono ad uii'epoca storica in cui in Iraneia. .: chi sollevava il problema licita giustizia invaiarla, si rispondeva — senza un sorriso sulle labbra, come avrebbe dello il Kcyncs — che in fondo miti e ire gli - stati - pagavano le imposte: la nobiltà con la sua spada, il clero con le sue preghiere, il popolo col suo denaro. Ma, a voler insistere troppo sulla modernità della Ricchezza delle Nazioni, si rischia di siititurarne il messaggio fondamentale, che é e resta un allo di fede — anelic se non incondizionato - sulla capacità del libero mercato di promuovere, attraverso la mano invisibile del motivo del profitti} individuale, il benessere collettivo. Onesto messaggio Ita esercitato una straordinaria influenza sull'aspetto so% io economico dei successivi duecento anni, a conferma del fatto che presto ii tardi sono le idee, e non gli interessi costituiti, a divenire importanti, per il bene e per il male L'interesse principale dell'opera di Addino Simili che forse più nella valutazione delle probabilità di sopravvivenza dell'economia di (nervato, che nella riscoperta della attualità della Ricchezza .Ielle N'azioni // capitalismo é in crisi, e la crisi fi ■ accentuala nella prima metà del decennio in corvi, anche a causa di una recessione mondiale che regge il confronto con quella degli Anni Trenta. Il conflitto tra economia di mercato e sistemi economici autoritari si è fatlo più acino. Ridotto ali essenziale e un con flitio che si riassume in due domande cruciali. Oliale dei due si stemi può usare con maggior ef deienza le riserve umane e materiali disponibili allo scopo di ampliare le opportunità di libera scelta, di sviluppo personale e di benessere materiale per il maggior numero possibile di persone'' Gianni Zandano

Persone citate: Adamo Smith, Addino, Iona, Situili Smith, Watt

Luoghi citati: Glasgow, Scozia