Solzenicyn "rifiutato,,

Solzenicyn "rifiutato,,REVEL FA IL PUNTO SUI RUSSI IN ESILIO Solzenicyn "rifiutato,, Gli insuccessi di una società in cui non si vive non ci consolano delle nostre insufficienze Il rifiuto di Solzenicyn da I parte dell'Occidente, di cui mi sono occupato recentemente, ha cause più profonde di quanto lascino pensare i pretesti addotti per giustificarlo. La stessa diligenza con cui ci si butta .sulle dichiarazioni più oltranziste, autentiche o inventate, dimostra come si stia attenti a non lasciar sfuggire l'occasione ogni volta che la collera spinge lo scrittore ad un passo maldestro, nella direzione sbagliata. Quale inaspettata fortuna! 1 In tal modo possiamo non ascoltare l'essenziale del suo , discorso. Ma che cosa facciamo di ciò che egli ci dice, quando altri ce lo ripetono in un tono moderato che a quan to sembra gli fa difetto < Ah! se Hugo avesse potuto scrivere «Les chàtiments» nello stile discreto e sfumato di Jean Galbert de Campi stron, l'imperatore si sarebbe affrettato ad abdicare, non è vero?), di ciò che , Solzenicyn ci racconta, quando un Sacharov lo ripete con un rigore scientifico, con misura e modestia, ma accumulando le prove, i fatti, le cifre in modo così Impressionante? Quanto i , politici e i giornalisti hanno tenuto conto di Mon pays et le monde », uscito in autunno, quanto il libro è stato meditato, discusso? La nostra sordità verso i dissidenti sovietici non è per nulla frutto di incredulità. Neppure i commentato ri più disonesti si azzarda no a contestare i fatti, evitano prudentemente di affrontare le questioni di fondo, scegliendo campi esterni alla questione per attaccare i testimoni, non le testimi) nianze. Se per tanto tempo la verità sui Paesi comuni sti ha potuto essere dissi mutata O negata, alla fine però il quadro d'insieme è apparso pressoché completo a gli occhi degli occidentali. Sia sui diritti dell'uomo sia sul tenore e la qualità della vita, ora gli occidentali possono avere idee chiare, anche se si riesce spesso a ingannarli ancora, ad esempio nascondendo la reazione in atto del partito comunista dell'Urss contro la destali- nizzazione, delineata un tempo, almeno allo stato d'intenzione, da Kruscev. Eppure, benché le nostre informazioni sui Paesi comunisti siano incomparabilmente più esatte e soprattutto più generalmente :im messe di quanto non fossero ancora una decina d'anni fa, tale conoscenza non ha quasi alcuna influenza sulle scelte politiche all'interno dei Paesi democratici. Essa, certamente, ha costretto i partiti comunisti occidentali a proclamarsi sempre più indipendenti da Mosca, e questo dimostra quanto fosse diventato un handicap l'immagine associata al « modello sovietico ». Ma la smitizzazione, agli occhi degli occidentali, dei paradisi lontani non ri duce la presa dell'ideologia sulla quale poggiano, in teoria se non in pratica, i governi comunisti. Al contrario. Per capirne la ragione basta Invertire le parti. Ricordiamo la constatazione dì numerosi esperti dei Paesi dell'Est: i mass media, in quei Paesi, hanno un bel dipingere in modo sistemati co e apocalittico, senza men zionarne neppure un vantaggio, i difetti delle società capitaliste, ciò non convince per nulla le popolazioni locali sulla perfezione del sistema nel quale esse vivono. Il segreto è questo, ed esso spiega questo insieme di immensa risonanza e di scarso effetto degli appelli di Solzenicyn: la descrizione degli insuccessi e delle atrocità di una società in cui non si vive non consola per nulla delle insufficienze della so~ietà in cui si vive. E ciò anche quando i mah di cui si soffre colpiscono ad un livello di benessere e di umanità infinitamente supe riore a quelli di cui soffro no gli altri popoli, com'è il caso dell'Europa Occidenti»- , le in rapporto a quella dell'Est. Ciascuno ha i problemi e le tare caratteristici del suo livello di sviluppo economico e culturale. Ciò che il cittadino percepisce. 1 quindi, sono i propri problemi, '.e proprie afflizioni, non il livello di sviluppo, non la relativa prosperità in cui si muove come nell'aria che respira, perché essa è diventata il suo livello minimo vitale. Tale parallelismo tra l'Est e l'Ovest, beninteso, ha i suoi limiti. Ciò che le popolazioni dell'Est ci invidiano è precisamente il nostro livello di ricchezza, anche se i in crisi. La «borsa della mas saia» descritta dagli indici dei nostri sindacati come un campionario di prodotti di prima necessità, stimato appena sufficiente da noi per la sopravvivenza dei meno abbienti, è un sogno irraggiungibile per la massaia sovietica. Essa lo accetterebbe con gioia, anche con il 'Mi per cento d'inflazione. La miglior prova è che i governi dell'Est sono obbligati a trattenere le loro popolazioni sul posto con la forza, ciò che non fanno i nostri governi. Un paradosso del XX secolo è che l'esistenza stessa dell'Unione Sovietica ha generato un doppio immobili smo nell'Europa occidentale. Ha ritardato la evoluzione della sinistra e questa ha ritardato l'evoluzione del capitalismo. La sinistra si e sclerotizzata nella critica o nella difesa dell'Urss, ha preso, in questo gioco fuori della realtà, abitudini, profondamelite radicate, di malafede ed ha spesso dimenticato di identificarsi e di agire se¬ condo le leggi proprie delle società democratiche, sviluppate, civilizzate. La destra. d;i parte sua, ha avuto buon gioco nel ridicolizzare il paradiso stalinista: il capitalismo avrebbe dovuto correggersi molto più rapidamente, e dar vita alla democrazia economica, fuori della facile buona coscienza che gli dava lo spettacolo terrificante del comunismo. Oggi, mentre il «modello» sovietico è moralmente screditato e il peso dell'Urss nella storia è diventato puramente militare i ma quale peso!), dobbiamo prendere coscienza che non potremo mai curare ì nostri mali con i loro, cosi com'è vero, reciprocamente, per i Paesi dell'Est. Una doppia menzo gna non ha mai fatto una verità. Jean-Francois Revel Solzenicvn, di Levine ip>rl«hl N 1 Retici* Mulljl e IH.T nuli I j k- OpcStumpil

Persone citate: Francois Revel Solzenicvn, Jean Galbert De Campi, Kruscev, Levine, Revel, Sacharov, Solzenicyn

Luoghi citati: Europa, Mosca, Unione Sovietica, Urss