Fanciulle in piazza di Giovanni Arpino

Fanciulle in piazzacartoline dalla spagna Fanciulle in piazzL All'alba, visi» dal ventitreesimo piano di uh grattacielo, i! ventre di Madrid mi si stende davanti con infiniti vapori purpurei e grigi, con timide pelurie ili giardini. Il Man/a narcs è spenta acqua immobile, la mano d'un gigante folle lia posato qua e là cubi e pedine mostruosi, obbedendo alle regole di cbissà quale suo gioco: sono i recenti palazzoni che dilatano i territori d'una metropoli nata per il vicolo, la piazza, l'angolo di ombra Lungo i marciapiedi non si respira più. i calli- all'aperto si diradano, « Madrid non a uiui iiudiiJ propuhi /><; rrt los ancianos » dicono i gior nati, L affezioni tossiche e cardiache hanno mutalo il paesaggio umano, i gas di scarico di milioni d'auto hanno riciotto le celebri avenidas a corsie da Mille Miglia, uccidendo la più antica indizio ne spagnola, il pascti, la passeggiata, bisogna aver l'astuzia e la disponibilità di nascondersi 0 in una cornice di piazza defilata o in una stradina: di li il cielo illude con la sua limpidezza lontana e i rumori non giungono più Di cono i vecchi madrileni, con la tetra, sobria ironia di seni pre: beati i portinai, beato chi ha un triangolo scavato nel unirò, dove legai sedie, tagliare zoccoli, vendere noci o corde o bambole, beato chi vive ancora tra buie mura umide lontane dalle mandrie di camion fetenti l.e immagini ili re Juan Carlos e della regina Sofia inon il.mo i periodici e le trasmis sioni televisive. In questi gior ni i reali sono impegnati in un lungo viaggio nel Sud. Siviglia e lluelva. Murcia e Granada, Imponente e quasi patetico lo slorzo pubblicistico di donare ai sovrani una « immagine » che possa esercitare i suoi influssi. Gli aggettivi nei moli vino sempre improntali a questo concetto: ogni manifestazione è « apoteosica », ogni apparizione da una balconata finisce direttamente «cu ci connoti del pueblo». Come se dovesse venir lanciata una nuova coppia di divi. La mano guantata di Juan e il sorriso pallido di Sofia ricordano i viaggi ili I.iz e Hurton prima maniera. Ma la verità è che molti sperano nei reali, molti si augurano che questa popolarità riesca a consolidar si. a evitare fratture. Alla do manda: lei è realista? almeno uno spagnolo su due risponde aggrottando: si, per la pace. , tfcd non vuole la pace- l.ppui si muove Con lentezza, con la ricucitura e la di [>crenni cicatrici restati, esponenti entrano e escono ma certo ferite, con riapertura (operai arpolitici che ili galera). ma qualcosa cambia aspetto, nella Madrid che <• fa -• la Spa gna, pur non riassumendola Al teatro Lara ha tenuto Imi gauiente il cartello - /..; rat stillile ascesa di Arturo Vi ». satira antinazista di biechi, su certi grandi manifesti murali, tra un paio di libri mediocri e un premio Goncourt, ecco la <• Storia ■ di Lisa Mo i.mie. adeguatamente presen lata come libro di rottura. Tra le infinite commedie di tipe - boulcvardier » e la solleci ta ricerca di evasioni rivistalo le. gli umori crescono e muta no II volto listato a lutto di Francisco Franco è quasi spari lo dalle edicole e dalle fibre ne Parlare sì, ma non nuocere, CCCO il dilemma Mi raccontano ilei cileni, degli argentini. Vi sono ritugia ti [Militici e anche borghesi favorevoli ad Allenile, scappati dal Cile e insediatisi in Spagna. Visti di malocchio. Accanto a loro, cileni di Pino chet e figli di fazenderoi |kranisti. E' nata, a quanto mi vien delio da buona fonte, una ; d o a n i n o o , i i i n o e i , u e a aro riè , a r o o e e. caccia sottile, talora cruenta.' un braccarsi reciproco, con agguati, spostamenti, iH.-st.iggi L'orecchio sensibile di chi par la casigliano avverte subito certe cadenze verbali dello spagnolo sudamericano: ili qui li | ligi anche all'osteria, discussio ni incattivite, nessuna voglia di perdonare i contrapposti retaggi la un calilo atroce, appiè cicalo alla pelle Mi rifugio in una chiesa. Poche candele, un tresco antichissimo, qualche vecchia inginocchiata II sagrestano passa con un suo grembiulone lungo. E' storpio e con una smorfia di disgra ziato sorriso. Una Madonna di legno dorato osserva dall'alto lilialmente, posso pensare a un'altra Spagna, quella - canipesimi ». cosi lontana da Ma drid. Laggiù dove mangi solo tritiate, dove ruotano le |volveri delle granili pianure. Do ve un bambino - ina anni fa mi chiese una mancia. Pei nulla Poi, avutala, corse via e ini ripescò a sera, per rega Ianni una lucertola Improvvisamente, tre camio nette Si attestano su un lato della Plaza Espana, di fronte alla fontana e ai giardini. Gli uomini dentro, chiusi tra le grate, due sottufficiali che pas seggiano nel vivo del sole Non debbono far nulla, il loro momentaneo presidio è immo tiv.ito l'anno così da varie set limane, la squadra •• — que , sia come altre deve palesarsi, schierarsi, mostrare le armi, gli elmetti, i musi dei motori. Stanno li per tre quarti d'ora, poi lentamente si riavviano. Come un maestro che durante il compilo in classe passeggi ancora con la bacchetta in mano. I muri di Madrid sono unti lindi, in un girovagare lunghissimo ho notato una sola scritta: Mierda para Porillgal. Ma sembravano balli di rossetto. * * E o n a re ). o, a a i t ». i, uet, o n ra pe ci o a di ri e eea ati aco kmi na una del pomeriggio, a Plaza Mayor, Il sole la taglia in ilue, la statua di bronzo verdognolo che una regina donò a Felipe III i il re vittima ili incredibili cortigiani, capa ci ili mangiarsi un impero) sembra stingere nella luce. Lo stupendo rettangolo di dura pietra, con i balconi settecenteschi, con il porfido rugoso, la meridiana, i due caffè all'aperto, godono un allo silenzio. Tre garzoni in grembiule da barista si lanciano un muto disco di celluloide, che tra svola in perfette parabole Qualche ragazzo siede attorno al basamento della statua, ma è da una panchina che cornili eia la vera scena Vi sono otto ragazze, due in blue-jeans, le altre in sottana e scarpette anche eleganti. Co minciano a cantare, far giro tondo, batter le mani, ira stornelli popolari ed infantili qualche accenno di flamenco I lamio posato i libri, giocane un antichissimo intrattcnimcn io giovanile e femmineo Schiocchi di dita, scarti educa li: e da lontano qualche vec duo guarda, anche una guai dia osserva, ma nessuno le di sturba. (!ome se si trattasse di una festicciola molto privala anzi segreta, tra adolescenti ; Dal nero ilei portici esce un barbone. Ancora giovane, ma macilento, infagottalo, il sor riso ebete. Applaude, si avvi cina. non osa far di più. Le ragazze con un movimento istin tivo lo chiudono nel loro gi rotondo e allo;.: lui goflainen ie accenna alcuni passi E' letteralmente la rivisitazione car naie del « Pelile •> il celebre cartone per arazzi ili Goya: quattro donne che tanno bai lare su un lenzuolo, lanciali dolo in aria, irridendo, un manichino di paglia, simbolo grottesco dell'uomo. Il barbone infine si sottrae, si inchina, retrocede, le ragazze continuano da sole dopo avergli dedicato alcuni svolazzi e un coretto. La più ardita, con una sottana color cremisi, ora accende una sigaretta. Come sapete certamente, in Spagna si può mangiare a tutte le ore. Molti ristoranti a Madrid sono aperti fino all'ai ba. e con trecento pcsctas (tremilaseicento lire, uggii ecco che hai una minestra, un pe scc, un frutto, una bottiglia di vino bianco. Se sai scegliere il localino privo di pretese, d'accordo. Ma un mio sogno, molto modesto, prevederebbi passare un giorno, ila mezzo giorno lino alle tre di notte, in un vecchio ristorante della Calle de Cuchilleros. Perché è un angolo d'osservazione sua ordinario. A parte le - jiig.it lai - o i porcellini arrostili che certo non potrei ingurgi tare |>er tante ore. è la genti che entra e se ne va, a incuriosire: americani già disfatti dall'alcool, vecchi spagnoli severi, preti con madri da reliquia, giapponesi sbalestrati camerieri che discutono come filosofi, Tra questi vecchi legni, la Spagna che amiamo conserva se stessa fin dal gior no dell'apertura, stabilito nel 172'5. Qui si ]).irla ancora del vivere, non di come trasformare la vita: operazione necessaria, senz'altro, ma priva ilei profumo di tutte le antiche e avventurose e meditate e trasfigurale esistenze. Giovanni Arpino Madrid. giardini di Pinza de Espana .UCH»!

Persone citate: Felipe Iii, Francisco Franco, Goncourt, Goya, Ianni, Juan Carlos, Lisa Mo, Plaza Mayor