Con le scosse dell'«elettrochoc» non si cura la donna repressa

Con le scosse dell'«elettrochoc» non si cura la donna repressa Drammatici episodi della condizione femminile nella società italiana Con le scosse dell'«elettrochoc» non si cura la donna repressa La repressione sessuale esercitata all'interno della famiglia, interiorizzata, a volte, dal soggetto stesso che ne è vittima (inconsapevole, oppresso depositario dei residui di una cultura contadina ormai inutilizzabile) continua a fare sirage anche in questa che oggi si definisce genericamente una società «permissiva». Sono, prima degli altri, le donne che nel silenzio e spesso nella complicità connivenza ira famiglie e medici, ingrossano le file di quell'esercito disperato, vagante tra manicomi e presume case di riposo, ! definibili nei termini della malattìa mentale. Le due storie che ho raccòlto sono ambientate luna a Roma, l'altra (elle puhhltclvrenio in un successivo intervento) nei Castelli romani: vale a dire nella città considerata la più «viziosa* d'Italia e nel suo hinterland, 'allo moderno dalla devastazione edilizia che lo lega, m'oStruoso cordone ombelicale di cemento, alla metropoli, e dove tuttavia resiste, come in città, il nocciolo tribale della famiglia italiana, Anna. Immigrata quindici anni la da un paese lucano: porla il lutto del marito, morto di cancro da quattro anni: ha tre figli. Il più grande studia, con straordinaria passione (terza inedia) e lavora il pomeriggio in un bai. I.'altro maschio e mongoloide e lei. la madre, portinaia in un vecchio stabile ili Trastevere, si e battuta e continua a battersi, con intelligenza e coraggio, perché possa vivere tra i bambini -normali-. La terza liglia è naia dopo la morie del padre. Una vita difficile, una donna di qua. rant'anni che non «'arrende, da definirsi. nell'Ottica tradizionale. • una madre esemplare». Qualche settimana fa. la notizia corre in quel minimo nucleo comunitario che ancora resiste in certe zone del vecchio centro: la signora Anna l'hanno ricoverata a Montemario, le fanno l'elettrochoc, torna a casa il sabato e la domenica, in permesso, perché non è «pazza furiosa». Infatti. l'0f]p con lei una domenica, poi !a successiva; mi racconta in più colloqui, gradatamente, con dignità e pudóre, la sua storia. mOn poliziotto che frequentava la mia casa, anche dopo la morie di min muniti - eravamo compaesani — portava i radazzi al cinema... Basta, un sforno comincia a dirmi: ni Anna non Stai bene, funi vedere da qualCimo... lo penso dal medico del la munta, lui dice che no, non e cosa di medici, a te. dice, qualcuno ti liu fallii la fattura, lo mi metto a ridere, pero CI penso e ci ripenso, mia mudre, poverella che ha ancora le usante del paese, pure lei insiste, finisce che vado da questo mago dove mi portu lui. /.' la risposta è che mi devo liberare di un uomo die frequenta la mia casa, lo ri do. perù è vero che vii. sempre /leggio, allora lui di nuovo mi porla da un altru di questi ninnili che mi dice la stessa cosa. Basta, atta fine, mia madre lo caccia di casa perché dice che è lui che mi ha fatto In fattura. Lui non si difende, non dice una parola, sparisce, e questo suo modo di «gire me lo fa ca- I\j 1 . i ! , ! I dere dal cuore... So. tra noi non 1 cerumi slati discorsi di mairi monio. discorsi chiarì, voglio di\ re... Intanto io sto male, mi mei 10 a letto e non voglio alzarmi, allora la signora dell'ultimo pia no mi manda da un professore psichiatra, però la mutua che ho j io non basta per quella clinica, quarantamila lire al giorno, così [ 1 lo slesso professore mi manda in un'altra clinica a Montemario . e qua mi fanno gli elettrochoc. Mentre parla con me. cucina, i fa il ragù, oggi è domenica: poi guarda i compiti di italiano del ! liglio. -perché non glieli ho vi- i Sti. in questi giorni che ero inalala, e lui prende pure dicci in , , matematica, ma in italiano non ha fantasia, io qualche volta mi ' arrabbio, ma come, gli dico, non 11 viene in metile niente, io invece hn la lesta, cene volle, che mi bolle: e poi leggi, leggi libri, e non fumetti-. Il lunedi succes- | sivo. docile, con l'autobus, ritorna a farsi gli elettrochoc. I.a rivedo ancora la domenica. ■ 'Nella mia vita — mi dice — avevo provaio dolori e gioie, come tulli, ma mui questo stato di malinconia senza ragione. F.' comincialo quando sono andata, precisamente da! mago di vico' lo ilei BOlogltU, Onesto mago mi > i /ili dato uni; polvere da spargere in lutto il corpo, e così mi è fi- < nilo il desiderio di lui. Di quel , l'amico di mio marito. Perché e vero che lo desideravo... l)cside-\ I raro di vederlo Dòpo, ho finito {questo desiderio, ma neppure desideravo altre cose. Slavo sopra | il letto e non capivo il sonno dalla veglia. Prima, quando lui ancora veniva a casa, ero conienti! ma mi vergognavo; con un figlili grande, non c'è spazio qua. mia madre è all'amica, vedete che veste pure alla paesana, altri vestili moderni non ne vuole... Qualche volta facevo una passeggiala con lui nella macchina, ma mi pareva che mi perdesse la stima. Poi c'era un fatto: che lui era infelice perché pensava sempre a un'aura che l'aveva lasciato, lo non la conoscevo però mi sono Julia coraggio e un giorno sono andata a trovarla, lei fa la mascherina in un cinema di prima visione, e l'ho pregala di riprenderseli! perché lauto, con me. era infelice... Lei mi ha risposto: per nessuna ragione al mondo, perché lui ha sparlato di me. mi ha spubblicato con miti. L questo purtroppo è vero, perché anche con me parlava male di questa donna, e io gli dicevo: ma come puoi, se lei ti ha dato mito, il corpo e l'anima?». Di Anna si occupa oggi una femminista, laureata in medicina, speeializzanda in psichiatria, che. nell'ambito di una casa di cura privala, pratica psicoterapia alternativa alle donne. Vii è. questo, uno dei modi di intervento in cui il movimento femminista comincia ad organizzarsi per esprimere una concreta solidarietà con le altre, le inasse femminili emarginate, partendo dalle situazioni più drammatiche e urgenti : che sono quelle. evidentemente, relative alla salute fisica e psichica delle donne: dalla creazione di consultori, gruppi di self-help, pratica dell aborto militante clandestino, alla radicai therapy. alla psicoterapia professionale, praticata in varie forme (individuale, del gruppo familiare eccetera). I' un tipo di intervento che pur avendo del miracoloso, per il diramarsi capillare della solidarietà donna-donna, pei il modo in cui l'informazione alternativa si diffonde dalle une alle altre, incontra tuttavia, come è ovvio, difficoltà e limili: sia di ordine pratico che psicologico. Mi dice infatti Sandra Sassaresi, che ora si occupa del caso di Anna: -Purtroppo, continua ad andare dal professore, come lo chiama lei. dove le praticano gli elettrochoc, ambtdaloriuincnle /.' chiaro che si traila di un comportamento che esprime una Ione soggezione alla scienza, intesa come Autorità maschile. Che fare'.' Voli sarò io a dirle, naturalmente, di rinunciare agli elettrochoc. Spero invece che li rifiuti lei stessa, man mano che acquista fiducia in me, da donna a donna. Ora conte ora. l'hanno ridotta in tale stalo che ha fiducia soliamo, è atroce dirlo, nella corrente elettrica: mi ha delio l'altro giorno: "Prima avevo bisogno di trovare qualcuno con cui parlare, signorina Sandra, ora mi pare che inni ho più niente da dire. Più niente da dirc"«. Adele Cambria

Persone citate: Adele Cambria, Castelli, Di Anna, Onesto, Sandra Sassaresi, Slavo

Luoghi citati: Italia, Roma