Donne in piazza, per "contare di più,, di Liliana Madeo

Donne in piazza, per "contare di più,, Nuova, imponente manifestazione femminista per l'aborto libero Donne in piazza, per "contare di più,, "Il voto dc-msi è un sopruso" gridavano a migliaia le partecipanti alla lunga sfilata per le vie di Roma - I sostenitori maschi erano esclusi, si sono accontentati di fiancheggiare, ai bordi della strada, le compagne - Respinto un tentativo d'intrusione da parte d'un gruppo antifemminista chiamato "uomini sporchi" - "La battaglia non c conclusa, i partiti faranno i conti con noi" Roma, 3 aprile Chissà quanti parlamentari — dei quali e ben nota la passione per il week-end che li porta lontano dalla capitale — hanno assistito oggi alla manifestazione delle donne scese in piazza per protestare contro il voto dc-msi sull'aborto? Eppure gli avrebbe fatto un gran bene. Sarebbe servito per far uscire il tema >' dal chiuso della contrattazio ne politica o dall'astrattezza del dibattito ideologico, e fargli misurare invece come le donne vivono questo problema, con rabbia, passione, consapevolezza, dolore maturato attraverso l'esperienza del vissuto personale. Li avrebbe fatti meditare anche sia l'imponenza della manifestazione sia l'atteggiamento del pubblico schierato sui due lati del lungo corteo che ha tagliato a mezzo la cit tè, un atteggiamento di gran de serietà, senza neppure una traccia di quel fastidio che l'uomo della strada tradisce quandi) vede la donna portare allo scoperto i suoi problemi «privati» con la pretesa di vi verli da protagonista. «Il voto dc-msi c un sopru so contro le donne: le donne rispondono con la lotta» afferma l'Udì. La reazione a quanto è accaduto alla Camera giovedì sera, per la prima volta ha f al tri accomunare in maniera compatta tutte le organizzazioni femminili laiche e i movimenti femministi. L'Udì ha fatto cadere le riserve che ancora nutriva sull'op portunità di aderire alla ma nifestazione indetta per oggi dal Crac < Comitato romano aborto e contraccezione 1. cui fanno riferimento tutti i gruppi femministi romani (tranne il «Movimento di li aerazione della donna», vici no ai radicali' oltre a dician nove collettivi autonomi di quartiere e il coordinamento delle studentesse: e ha mobi¬ litato le sue iscrìtte chiamali do contemporaneamente tut te alla lotta, «perché noi riteniamo che questo è uno dei momenti decisivi per le don ne: oggi come mai è necessario che esse ritrovino nella lo ro comune condizione femminile le radici di una targa e profonda unità, ni di là delle diverse ispirazioni ideali e religiose, al di là delle differenze esistenti nello schieramento femminile». Decine di migliaia di donne, nonostante il poco tempo che c'è stato per organizzare la manifestazione, si sono ritrovate oggi insieme: le femministe, le studentesse, collettivi di quartiere e di lavoratrici, le donne comuniste, socialiste, repubblicane, provenienti da Roma e un po' da tutta | Italia, di ogni età anche se le giovani erano in maggioranza. Il corteo è partito da piaz- : za Esedra, lungo il percorso sono confluite le donne del l'Udì che si erano date l'appuntamento all'Esquilino; quando la testa entrava a piazza Navona. la coda si trovava ancora a via dei Fori Imperiali. La linea dell'auto nomia è stata rigidamente rispettata, per la prima volta: i i sostenitori maschi sono rima sti esclusi e si sono accontentati di fiancheggiare le loro ! compagne: anche il servizio I d'ordine e stato assicurato ', dalle militanti, che benissimo sono riuscite a respingere ogni tentativo di intrusione ; esterna, compresa quella di un gruppo di antifemministi che si denominano «uomini sporchi». Ogni gruppo ha lionato i , suoi striscioni e slogan, in ! una grande varietà e vivacità di immagini. Tuttavia, nonostante le diverse angolazioni ; che il tema dell'aborto assume secondo i singoli movimenti, è venuto fuori un di scorso abbastanza omogeneo Il bersaglio primario è stata la de e la sua alleanza con i fascisti i sotto la sede di piaz za del Gesù — rigidamente sbarrata — tutte, almeno per qualche secondo, hanno voluto sostare gridando parole di fuoco e levando i pugni: la ri chiesta di un sit-in a partire da questa sera è stata respin ta dallii questura). Ma le ac¬ cuse hanno coinvolto anche la 1 classe medica, l'avidità di guadagno che ha sempre dimostrato e le grosse speculazioni che sulla pelle delle don ne ha fatto. Altri slogan denunciavano la volontà politi ca che finora ha prevalso, per tenere la donna nell'ignoranza, nell'emarginazione, nella fatica derivante dall'assenza di strutture sociali Richieste ben precise sono i state espresse. Di contare, finalmente, in una società che finora ha ignorato la personadonna. Di poter decidere del proprio corpo, senza dover sottostare all'autorità del me. dico. Di non dover abortire. Di avere consultori gestiti dalle donne al servizio delle donne Di impedire che l'aborto sia riproposto come reato, il che significa clandestinità e speculazione, rischio e ricatto per le proletarie, cliniche sicure per le borghesi con disponibilità finanziarie. Anche i riferimenti al 12 maggio e al 15 giugno non sono mancati, pronunciati come avvertimento: per dire che non è più esigua minoranza a saper giudicare da che parte stare. Questo il senso di tutta la manifestazione, ribadito negli interventi finali: «Ci siamo ritrovate qui non solo per protestare, ma per esercitare una pressione sul Parlamento: la battaglia non si è conclusa e le forze politiche devono sapere che gli toccn fare i conti con noi». Liliana Madeo B Hill li Roma. Il corico delle femministe a Piazza Venezia (Tclefoto Vssociatcd Press)

Persone citate: Esquilino, Gesù

Luoghi citati: Italia, Roma