Dietro la carenza di spiccioli un traffico nero di monetine

Dietro la carenza di spiccioli un traffico nero di monetine Truffa organizzata (e la Zecca sta a guardare) Dietro la carenza di spiccioli un traffico nero di monetine Far la raccolta di monete da 50 e 100 lire, per poi rivenderle con un aumento del 1015% è diventata un'attività fiorente • L'assurdità della paccottiglia data come resto Un anno fa, in un paesino in provincia di Udine, alla morte d'una donna ch'era vissuta d'elemosine, tra le sue povere cose fu trovato un piccolo tesoro: 3 milioni in monete metalliche d'ogni taglio; recentemente, in un ospedale del Lazio è stato ricoverato un barbone che si reggeva i pantaloni con un vecchio tubolare per biciclette da corsa imbottito con quasi 2 milioni in pezzi da 50 e 100 lire. Due storie parallele. Simili, ma non inedite. Arricchiscono l'aneddotica intorno a quella farsa tutta (e solo) italiana che è la mancanza di spiccioli. Sfogliamo le pagine di cronaca. Nel Veneto, i dipendenti d'una azienda di trasporti pubblici minacciano uno sciopero se viene loro impedito di consegnare in banconote l'incasso della giornata. La ragione è intuibile: le monete messe poi in vendita con un interesse del 10 per cento alla lunga garantiscono un reddito. « E' un modo per arrotondare lo stipendio », ammettono. A un valico di confine, la Guardia di Finanza blocca un'autocisternn zeppa di 100 lire destinate a diventare in Svizzera casse per orologi. I pezzi da 5 lire servono ai giapponesi per farne le « anime » dei bottoni. A Roma (Porta Portese). a Torino (Balon) e nei mercati d'altre città dove si trova di tutto un po', gli spiccioli si comprano a chili. Il più delle volte In rotoli di carta. Cento lire si pagano 110-115 e anche di più. Prendere o lasciare ■ Non importa se fra le mone-, te vi sono tondini di metallo , Del peso e delle dimens oni ?mn^ZZ° aut^tico' ma inu:';UH Gli «scarti» sono pari al 9-10 per cento. Anche le banche corrono rischi. « Subiamo lo strozzinaggio degli speculatori >>, alferma un funzionario del Cre- { dito Italiano di Torino. I fornitori di monetine sono pen-1 sionati, commercianti, giorna- j lai (avete mai incontrato un giornalaio che abbia sempre pronto il resto?), ma anche ! j proprietari dei distributori au t ti i-i di caffè, bibite, panini e sigarette, macchine diabollche che ingoiano pezzi da cinquanta e cento lire a mi- ; gliaia ogni giorno, in tutta Italia. « Non compriamo monetine — dicono alla Cassa di Risparmio Altre banche, for- se ». Sono fortunati, L'istitu- to è tesoriere dell'Atm. Ogni j mattina riceve dall'azienda l'introito delle linee a riscos- sione meccanizzata, 5-6 milioni al giorno. E l'incasso dei bigliettai? « Li abbiamo invitati a non incrementare il mercato delle monetine », dicono all'azienda. Nessuno, però, si illude che tutti si attengano agli « ordini di servizio ». La guerra degli spiccioli ha avuto alti e bassi. E' sem- brato, a un tratto, che po tesse esaurirsi con l'emissio ne di assegni circolari di pie colo taglio. E' stato un armi- stizio breve. Sotto la pioggia dì milioni di striscioline di carta che sostituivano le 50 e le 100 lire covava un vulcano. E' esploso quando il magistrato di Perugia ha messo fuori legge gli assegni Le banche hanno bloccato - l'emissione. Li onorano, ma non ne distribuiscono più I senza spiccioli. Già rialzano la cresta i profittatori, le anime fantasma del mercato nero. ti Si possono denunciare ricorrendo all'articolo 501 del codice penale, cioè per ag giotaggio ». afferma il giurista. Facendo incetta di monete si « turba il mercato » cosi come chi imbosca asr- rate alimentari o altre merci. Ma dove sono gli speculatori? chi -.. trova? Per giungere a ,oro ci sono decine di flUri Uno dice: «Vai al Balon e comoinj „ Ma a Balon ha mille e un occhio. Ti guar-,dano, ti fotografano, ti leg gono nel pensiero. Solo quan- do sa che sei « persona fi ;data » l'uomo del racket ac- cetta l'incontro. Ma a tuo ri !schio. Paga in bigliettoni. A casa, poi, srotola i pacchetti. Non sempre 100 lire le hai pagate «soltanto» 110 o 120. Sono conseguenze che qualcuno è disposto ad accetta re. E la Zecca? Sta a guar dare. Alla Banca d'Italia si rendono conto che la situazione è delicata, ma non han no soluzioni immediate. A Torino riversano ogni mese20-30 milioni di lire in pezzimetallici. E' un'inezia, cheviene quasi tutta assorbitadal San Paolo, dalla Cassadi Risparmio e dalle PosteAgli altri istituti bancari resta poco o niente. Cosi si vedono costretti a comperare dagli strozzini per non scon-tentare i clienti. E' il ser-pente che si morde la coda.Fra i guai di casa nostra nonè il peggiore, ma certo il più fastidioso, Renato Romanelli

Persone citate: Renato Romanelli, Simili