Due sambabilini uccidono "per scherzo" una ragazza loro compagna d'infanzia

Due sambabilini uccidono "per scherzo" una ragazza loro compagna d'infanzia Scoperto nuovo orribile episodio della violenza "nera,, a Milano Due sambabilini uccidono "per scherzo" una ragazza loro compagna d'infanzia La vittima, 16 anni, era nipote dei conti Sforza - Si era recata con i due amici ventenni in auto all'Idroscalo - Improvvisamente l'hanno picchiata in testa con un manganello duro come l'acciaio - La giovane ha tentato di fuggire - Raggiunta, è stata crivellata da colpi di rivoltella - Gli assassini hanno confessato (Nostro servizio particolareI Milano, 27 marzo. Una ragazza di sedici anni è stata uccisa a colpi di rivoltella e sprangate da due ventenni, che conosceva e frequentava fin dall'infanzia; con uno di loro, pare anche fosse legata sentimentalmente. Gli assassini hanno confessato; affermano di «non sapere perché» l'hanno ammazzata. «C'è da impazzire a pensarci», ripetono; e aggiungono: «Tutto è cominciato per scherzo». La vittima è Olga Julia Calzoni, abitante in via Pisacane 22. studentessa del liceo scientifico Volta; l'hanno uccisa Giorgio Invernizzi, residente a Novara, in via Leopardi 35 e domiciliato a Milano in via Fabio Filzi 23, e Fabrizio De Michelis, che vive a Milano. Entrambi studenti del primo anno di medicina. Il padre della giovane è il dottor Roberto Calzoni, noto commercialista; la madre, Ida Elena Sansoni, da tre anni separata dal marito, convive con il conte Sanzio Andreoli Paglierani, benestante. Per linea paterna, la ragazza è nipote dei conti Sforza; portava il nome della prozia, Julia Sforza Calzoni. Anche i suoi assassini appartengono alla borghesia medio-alta; nSanbabilini», sostenitori del Fuan, appassionati d'armi, buoni «tiratori», tenevano in casa rivoltelle e coltelli. Il capo della Mobile dott. Pagnozzi. ha detto: « / due giovano possono essere definiti nella comune accezione del termine " sanbabilini " ». Il cadavere è stato trovato stamane verso le otto all'Idroscalo, in località Peschiera Borromeo; giaceva in uno spiazzo deserto, cui si accede superando una stradicciola di campagna. Vestita con un completo di velluto scuro, una gamba ripiegata, una scarpa a una decina di metri; volto e corpo devastati da colpi, contusioni, escoriazioni, ecchimosi. I/ha vista un contadino, ha chiamato una guardia giurata: questi, a sua volta, ha avvertito polizia, carabinieri, ospedale. Un medico ha constatato che la morte risaliva a una decina di ore prima; il cadavere non presentava tracce di violenza carnale; nessun segno di colluttazione nemmeno sugli indumenti intimi. Olga Julia Calzoni, alta, bionda, prestante, dimostrava un'età maggiore; il sanitario, stamane le ha attribuito una trentina d'anni; la bestiale violenza con cui gli assassini s'erano accaniti e la località — squallida e tristemente nota — nella quale s'era rinvenuto il cadavere, hanno fatto, in un primo momento, ritenere che la vittima potesse essere una delle tante donne che, la notte, passeggiano intorno all'Idroscalo. Ma il dottor Giordano, un funzionario di polizia, ha associato il ritrovamento (e la descrizione della giovane) al nome di Olga Julia, che da ieri sera, mancava da casa. Dopo la separazione dei suoi, la ragazza viveva con la madre, alla quale era molto legata; ogni volta che prevedeva di tardare a rientrare, le telefonava; sovente, lasciando detto dove si trovava, e con chi. Ieri la signora si trovava a Lugano, per motivi di famiglia; Olga le ha telefonato, informandola che sarebbe uscita con Giorgio Invernizzi e Fabrizio De Michelis Sarebbero andati, ha spiegato, «a trovare un'amica che si drogava: bisognava trovare il modo di tirarla fuori dal gi¬ ro». Isa Sansoni le ha proibito di fare quella visita; intorno alle 17, la giovane però è uscita, avvertendo la governante che sarebbe rientrata per cena. Alle venti e trenta, la madre ha ritelefonato, da Lugano: nessuna notizia della figlia. Alle ventidue ancora nulla. Preoccupata, la signora è tornata a Milano; poco dopo, ad un commissario di polizia, il dottor Giordano, ha spiegato che la figlia mancava «ormai da troppe ore» e sicuramente doveva esserle «successo qualcosa». Il «giro» ! degli ospedali, tuttavia, ha dato esito negativo: nessun incidente. Invano la signora ha provato anche nelle abitazioni deg'.i amici; nessuno aveva visto Olga. Tra gli «amici» di sempre, la madre ha telefonato anche a Giorgio e Fabrizio; anche loro le hanno spiegato di non saperne nulla, aggiungendo di avere trascorso il pomeriggio «al cinema, a vedere "Amici miei"». Anche il funzionario di polizia, ieri sera, ha parlato con l'Invcrnizzi e il De Michelis; gli hanno ripetuto la loro versione, offrendosi, anzi «di partecipare alle ricerche per ritrovare la ragazza». Stamane, è stato facile collegare la notizia della scomparsa a quel cadavere sfigurato, in aperta campagna, senza documenti. Ad effettuare il riconoscimento, stato il nuovo compagno della madre; peti, all'ohitorio di via Gorini, sono andati anche i genitori. Intanto, si sono avviate :e indagini: nessuna doppia vita della giovane, nessun sottofondo più o meno «losco» né in famiglia né altrove. Davanti al portone di corso Venezia e di via Pisacane, sono cominciali ad arrivare reporter, fotografi, cronisti, curiosi ed alcuni amici e amiche della vittima. In motoretta. Jeans, giacconi colorati a maglia; parlottavano tra loro, rifiutando di rispondere agli estranei. Nel cortile del palazzo, il custode lasciava «filtrare» soltanto loro. Il capo della Mobile dottor Pagnozzi, il funzionario della sezione omicidi dottor Portaccio e il collega Giordano, intanto, cercavano nel «giro» della ragazza, fra gli amici, i compagni di scuola. Casa per casa, li hanno visti e interrogati tutti: compresi Giorgio Invernizzi e Fabrizio De Mi chelis. Per un po', hanno ripe- tuto la storia del film, poi so no crollati; hanno confessato indicando anche dove e come avevano cercato di sbarazzarsi delle armi: gettandole nel Naviglio, dalla via Ludovico il Moro. Il racconto è questo: si sono trovati alle 17, hanno girovagato un po', poi hanno deciso di dirigersi verso l'Idroscalo: in aperta campagna, dove erano soliti andare «ad esercitarsi, con le armi». In tre, sono saliti sulla macchina dell'Inverili,'lui e la ragazza davanti, Fabrizio, dietro. A un certo punto, mentre stavano 11 a parlare, il De Michelis, «per ridere», ha dato una botta in testa alla giovane, con una specie di manganello «di una speciale sostanza plastica, dura come l'acciaio». Olga ha urlato, Giorgio s'è messo a ridere, e quell'altro l'ha picchiata, di nuovo. «Così, per niente». Olga è scesa dalla macchina, è scappata via. I due l'hanno rincorsa, ripresa, riportata indietro. Lei diceva: «Afa siete impazziti, io sono la vostra più cara amica, ci conosciamo fin da quando eravamo bambini...» piangeva e gridava. Nella colluttazione, era di nuovo riuscita ad aprire la portiera della macchina. Allora i due hanno tirato fuori la rivoltella e le hanno sparato: prima «il suo ragazzo», poi l'altro: quattro colpi — al mento, alla nuca, alla guancia, al torace — ad una distanza variabile: due metri il primo, venti centrimetri, gli altri tre. Poi hanno depositato il cadavere sullo spiazzo, l'hanno composto, hanno rubato la borsetta per inscenare una rapina, e sono tornati a casa. Hanno mangiato, hanno lavato accuratamente l'automobile, copertoni compresi; poi hanno buttato nel Naviglio non solo le rivoltelle del delitto, ma anche le altre armi che avevano in casa: una pistola (scacciacani), due lunghi coltelli e una quarantina di bossoli. Quindi sono rientrati nelle rispettive abitazioni e si sono seduti davanti al televisore. Dopo poco sono arrivate le telefonate della madre di Olga Julia e del dottor Giordano. Oggi pomeriggio, qualcuno, vicino alla famiglia, azzardava che i due volessero tentare un rapimento a scopo di estorsione: la ragazza si sarebbe ribellata e loro l'avrebbero uccisa. Altri hanno suggerito che gli assassini fossero drogati. Ma nessuna delle due ipotesi, fra gli inquirenti, pare abbia trovato credito. «E' un delitto sconvolgente, assurdo, senza movente», ripetono i funzionar! della Mobile e il sostituto procuratore della Repubblica, dottor Avallone, che ha proceduto ai primi interrogutori. Qualcuno, ha messo in relazione quanJo è accaduto oggi a quel che avvenne il 4 maggio dello scorso anno, sempre ad opera di «sanbabilini». In via Borgogna, passava, in compagnia della fidanzata, Alberto Brasi- ni, uno studente lavoratore: in quattro gli saltarono addosso, lo massacrarono a coltellate. Si disse ch'era un'esplosione incontrollata di rabbia «per averlo visto mentre strappava manifestini della destra»: l'inchiesta appurò che non era affatto vero. Alberto Brasili non aveva fatto nulla del genere: passeggiava con la sua ragazza, nient'altro. Ornella Rota sqs Fabrizio De Michelis Milano. La studentessa sedicenne, Olga Julia Calzoni, selvaggiamente uccisa da due amici d'infanzia all'Idroscalo

Luoghi citati: Lugano, Milano, Novara, Peschiera Borromeo