La teologia del sesso

La teologia del sesso Religioni e Società di Lamberto Fumo La teologia del sesso iiiiiimiitmimiimiiiitni:iiiiiiiimimiiiiiiiiiimLa repressione teologica verso le correnti di pensiero non allineine alla «Kuola romana» riprende vigore, soprattutto in Italia, a undici anni dalla fine del Concilio? Non pochi casi sembrano confermare il ritorno a questa anacronistica prassi che, dopo il Concilio, si riteneva accantonata o ristretta a episodi di incontestabile eterodossia. Invece non è cosi, almeno in Italia, dove la gerarchia ecclesiastica tende a riassumere il controllo delia situazione generale in senso restauratore. Don Giovanni Gennari, noto teologo moralista, fu privato due anni or sono dell'insegnamento di teologia morale perché sostenne il «no»" nel referendum sul divorzio; adesso gli sono stati tolti i corsi di teologia della spiritualità nella Pontificia Università Lateranente.- il motivo addotto dal Consiglio di facoltà suona ' cosi: « Un docente di una università pontificia non -può » dissentire da un documento ufficiale del Magistero ordinario». Che cosa ha mai commesso il prof- Gennari? In un contributo al volume con alni autori per «una lettura teologica» del documento dell'ex S. Orliaio sull'etica sessuale (edito dalla Qucriniana di Brescia), ha criticato non la dottrina esposta nella Dichiarazione vaticana (che, anzi, accetta in pieno come ripete in una premessa e come disse a «La Stampa» dèi 18 gennaio scorso), ma i supporti teologici sui quali fc fondata. In più, c soprattutto, don Gennari ha denunciato con un raffronto dei testi che il documento era stato largamente copiato da un libro del cai- dinaie Pietro Palazzinf, usciIo nel novembre storto (la Dichiarazione hu la data del 29 dicembre). Il card. Palazzini, dopo questa clamorosa denuncia, liberò la commissione del S. OfTizio dall'accusa di plagio, affermando pubblicamente che responsabile della copiatura era lui. Comunque stiano le cose, £ singolare che la colpa sia pagata da un teologo che ha avuto la lealtà e II coraggio di smascherarla. Ma questo è un aspetto secondario del problema che intendo approfondire. Cito altri due casi. Don Carlo Molari, uno dei maggiori teologi dogmatici e segretario deli'Associazione Teologica italiana, è sotto processo dinanzi a un tribunale dell'ex S. Oftìzio formato, in parte, da. giudici che sono al tempo stesso suoi accusatori. Il cappuccino tedesco WalberJ BQhlmann è stato sospeso tempo fa dalla Pontificia Università di Propaganda Fide per 11 libro La terzi Chiesa alle porte (edizioni Paolinc), lodato da alerai vescovi. Si potrebbero aggiungere le durissime critiche rivolle da riviste ecclesiastiche a opere di moralisti come il mons. Tulio Godi o padre Bernhard Hacring, considerato nel mondo un maestro specialmente nell'elica medica. In altri Paesi lutto ciò non accade, forse perche I vescovi fanno da parafulmini. Coti una cinquantina di teologi francesi hanno contestato il documento sulla sessualità in maniera ben più radicale che non don Gennari, senza rimetterci le rispettive cattedre. E prima del Concilio teologi geniali come Karl Rahner, Yves Marie Congar, Henry De Lubac, Marie Dominique Chenu furono condannati «I silenzio perché avevano il (orto di seguire melodi, intuizioni c ricerche fontani dalla «scuola romana», ma che furono poi confermati dal Concilio. 1 padri conciliari uniti al Papa formano il magistero più solenne e completo delta Chiesa. Ebbene, il Concilio sconfessò quasi tutti i lesti preconciliari preparati dai teologi « romani » e li • ostimi con altri. Fu una grossa battaglia ira coloro che volevano il rinnovamento e quanti vi si opponeva¬ no. Anche nell'etica sessuale furono respinti gli elaborali preconciliari «De Ordine Morali» e « De caslitatc », non per il loro contenuto dottrinale, ma per la teologia che li fondava, cioè il « diritto naturale » che prevaleva sulla persona umana ridotta, cosi, a oggetto anziché a soggetto della legge. (« Non "'uomo è per il sabato, ma il sabato per l'uomo», disse Cristo). Il documento sulla sessualità ricalca proprio quei lesi): la curia si £ presa la rivincila sul Concilio che voltò pagina. Il Concilio, prima di tutto, riscoprì fi « personalismo », basato sulla « svolta antropologica » per la quale Rahner e altri erano stati perseguitati qualche anno prima. Poi il concetto di « Popolo di Dio » nel quale vescovi, p.-vti, religiosi e laici hanno diritto di partecipazione. Infine, la libertà di ricerca teologica e. cioè, un pluralismo senza privilegi per alcuna scuola romana o non romana, furono riconosciuti dopo che per essa si batterono il card. Michel); Pellegrino e molti altri. Papa Giovanni aveva aperto il Concilio (11 ottobre 1962) proclamando: «Altro è il deposito della fede, ossia il complesso delle verità contenute nella nostra veneratttla dottrina. e altro è il modo con cui tali verità vengono formulate, in continuità, si intende, di senso c d'interpretazione ». Anche se questa direttiva trovò molti osiacoli nella Curia, il Concilio la sancì perché esprimeva una esigenza reale. La costituzione conciliare «Gaudium et Spes» esorta I cristiani a ricercare con gli altri uomini (quindi anche con l'aiuto delle scienze) la verità per risolvere i problemi etici individuali o collettivi (n, 16). Pone come « dovere di tutto il popolo di Dio, soprattutto dei pastori e dei teologi, di ascoltare attentantentt, capire e interpretare* le diverse culture e mentalità perché « l'adattamento delta predicazione della Parola rivelata deve rimanere legge di ogni evangelizzazione» (n. 44). Poco dopo, al n. 62, invita i « teologi (...) a ricercare modi sempre più adatti di comunicare la dottrina cristiana agli uomini della loro epoca perché altro è il deposito o le verità della fede, altro è il modo con cui vengono enunciati rimanendo pur sempre lo stesso il significato e il senso profondo ». Cra i teologi come don Gennari cercano, appunto, di rendere comprensibile e accettabile, oggi, la dottrina, rivestendola di una teologia che tenga conto della persona umana, dell'esperienza secolare della Chiesa, degli apporti scientifici, delle ricchezze culturali. Non criticano la dottrina, ma la teologia. Se prevalesse la motivazione che « un teologo di università pontifìcia non può dissentire da un documento ufficiale » (non infallibile) verrebbe negata la funzione di ricerca dei teologi e della teologia. Si salverebbe solo la « scuoia romana ». nrco«ct«vts"sslls

Luoghi citati: Brescia, Italia