Il liquido nella siringa era farmaco efficace?

Il liquido nella siringa era farmaco efficace? NUOVO Colpo di scena al processo di Bologna Il liquido nella siringa era farmaco efficace? Un teste ha detto: "Si tratta di un composto di sostanze eccitanti usato in Francia e Stati Uniti" - Continua la sfilata di testimoni che sono favorevoli all'imputato ( Dal nostro inviato speciale) Boloitna, 26 marzo. Il processo per il x giallo della siringa », il tentato omicidio in sala operatoria, riserva ogni giorno nuove sorprese. E tutte a favore dell'imputato, il medico Salvatore Marrone, accusato di aver cercato di uccidere un paziente, a conclusione di un intervento chirurgico, per screditare una collega e guadagnarsi una promozione. Primo punto a vantaggio del medico, un esperimento effettuato su cavie. Ai topi è stato iniettato il liquido che doveva essere somministrato al paziente dopo l'operazione (all'ultimo momento Amalia Bellugi, la dottoressa che avrebbe dovuto fare le spese della macchinazione « carrieristica », si era insospettita ed aveva messo da parte la siringa preparata da Marrone i, e si è scoperto, dopo una serie di equivoci, che il liquido non era tossico, almeno in certe quantità, e non poteva causare la morte del pa ziente. Poi sono arrivati, a dar man forte al medico (da un anno e mezzo In carcere), colleghi dell'Ospedale e suoi superiori. Chiarito che in ogni caso non erano in vista nuovi reparti né erano possibili promozioni, in qualche modo s'è incrinato lo stesso movente del tentato delitto. Infine, questa mattina, il più vistoso, forse, dei colpi eli scena, in grado di imprimere una svolta all'intero procedimento. Il prof. Gian cario Martinelli, incaricato di anestesia all'Ospedale di Chieti e al tempo della vicenda occupato nella equipe medica con Marrone, ha tranquillamente affermato davanti ai giudici di aver insegnato egli stesso all'imputato l'uso di un ! n cocktail » di sostanze ecci-1 tanti ( levophed e isoprotere-1 nolo, ipertensivi che mescolati fanno da «bomba»).1 « Ho appreso questa terapia I — ha detto — durante un ì soggiorno in Francia e negli Usa. dove viene correntemente applicata nelle sindromi da " bassa gittata ", per ipotensione e bradicardia. Ne parlai ad alcuni colleghi, al ritorno In Italia, e tra questi al dottor Marrone, lo stesso ho usato questa miscela all'Ospedale Sant'Orsola almeno una decina di volte ». « Ne ha mai informato il direttore dell'Istituto di anestesiologia? », ha domandato il presidente Albis. « No. mai. la responsabilità era mia ». ha detto Martinelli. Brusco intervento del p.m. Persico: « Ci saranno allora i cartellini sui quali lei ha registrato le medicine sommi nistrate ». « II mio compito — hu replicato Martinelli — era di annotare solo gli anestetici, non i cardiotonici come quello preparato ». L'ammissione del prof. Martinelli contraddice, gettando un'ombra di mistero tu una vicenda che presenta ancora molti punti. oscuri, una precedente dichiarazione dell'imputato. Marrone aveva sempre sostenuto che l'idea di preparare il composto da iniettare. gli era venuta dopo la lettura di riviste specializzate americane. Al presidente, che gli faceva notare il contrasto delle versioni, ha risposto, a bussa voce, quasi confuso: « Si. è vero, me n'ero dimenticato, ricordavo solo di averlo letto su riviste mediche ». Strano personaggio, questo dott. Marrone, al centro di un processo che appassiona l'opinione pubblica, quella bolognese in particolare (qui da tempo le vicende giudiziarie più clamorose riguardano illustri camici bianchi: prima Murri, poi Nigrisoli, adesso Marrone), perché a fare le spese di una presunta escalation professionale, rischiava di essere un malato, dopo un'operazione per tumore all'intestino. Poco meno che quarantenne, nato ad Agrigento, vissuto a Novara, sposato, una figlia, stimato anestesista nei più importanti interventi di chirurgia toracica, Marrone è considerato da amici e colleglli un • tipo chiuso, molto riservato, di poche parole» In tribunale, alle domande del presidente, dì fronte a un folto pubbliro di curiosi, risponde a bassa voce, quasi imbarazzato, le mani sulla balaustra di legno, lo sguardo spento. Ai giudici, durante la prima seduta del processo, martedì scorso, dichiara che non ha sostituito la siringa del medicinale giusto con altra riempita della soluzione stimolante: « Non si è presentata l'occasione di usare il nuovo farmaco che avevo preparato, e allora l'ho buitato ». Sua moglie, pochi giorni dopo l'arresto, il 13 ottobre "74. disse che da tempo lui era « triste, come abbattuto ». « Mi trovo in un momento delicato — le aveva detto —, ma ne uscirò: poi staremo di nuovo bene insieme». Il giorno prima del fatto, scrissero i giornali, il dottor Marrone non aveva mangiato. La moglie, poco prima, l'aveva sorpreso a piangere. Lei l'aveva descrit- to come « uomo non geloso. senza ambizioni eccessive ». Quanto a una delle presunte vittime della manovra, la dottoressa Bellugi, « con lei — disse la moglie — siamo in ottimi rapporti. Di recen- te siamo andati a cena insie- me. poi in un locale ». Dei buoni rapporti fra l'a- l nestesista e la dottoressa, j hanno parlato anche diversi ! testimoni al processo, preci ! sando se mai che la donna | era premurosa e « buona co 'me una mamma». Un ritrat ; to che esce però sfumato dal ! la deposizione di Amalia Bel I lugi data ai giudici. « Due 'infermieri mi hanno parlato di medicinali mescolati. Esco .dalla sala operatoria per una telefonata, rientro e trovo il vaporizzatore sul paziente, chiuso. Scomparsa della siringa con l'analgesico, riI comparsa di un'altra siriniga. Un allarme: non usare niente che non abbia prepa- rato tu con le tue stesse ma- vittima %&ZTSJtirrAl t>lf/ima di una congiura. Al la Tnc dell'operazione, uno scambio di occhiate e un sospetto: il dott. Marrone... ». Perché lui? « Perché c'era il dubbio che portasse via qualcosa ». Lo stesso direttore dell'Istituto di anestesiologla, parlando dopo il fatto, disse a Marrone: « Sapevo che eri un ladro, ma non un pazzo, un criminale ». E i colleghi, per vedere se veramente era lui il responsabile di certi furtarelli in ospedale, avevano preparato biglietti-trappola con della polverina che restava appiccicata alle mani. Mai scoperto il ladro. Se per l'accusa formale di tentato omicidio il tribunale ancora deve pronunciarsi, un'assoluzione è venuta di fatto durante le testimonianze processuali alle «voci» sui furtarelli. Le sparizioni, infatti, anche dopo l'arresto del medico, sono continuate. Ultimamente, a un chirurgo sono stati rubati i vestiti nello spogliatoio, mentre lui, in camice verde, operava. Giorgio Battistini Ali Blli Tl Bologna. Salvatore Marrone c Amalia Bellugi (Tel. Ansa)

Luoghi citati: Agrigento, Bologna, Francia, Italia, Novara, Stati Uniti, Usa