Adesso difendono il medico imputato Ma allora è stato tutto un equivoco?

Adesso difendono il medico imputato Ma allora è stato tutto un equivoco? Processo per il tentato omicidio in sala operatoria Adesso difendono il medico imputato Ma allora è stato tutto un equivoco? Una storia di cavie morte, ma che ora pare godano ottima salute - La dottoressa rivale che "sospettava il collega di voler fare le scarpe"; un superiore che dice: "E' un bravo ragazzo" 'Dal nostro corrispondente) Bologna, 25 marzo. Terza giornata del processo per il « giallo della siringa ». L'impressione è che le cose si vadano mettendo ab piusosvocoto™^anbastanza bene per il dottor ^e Salvatore Marrone: dalle ini- ?eziali certezze di colpevolezza.,to alla fase del ! erasi è passati dubbio. Già ieri era sembrato cadere il possibile movente dell'azione criminosa del medico. Secondo l'accusa, l'anestesista aveva cercato, nell'autunno '74, di uccidere dei clienti di una sua collega, la dottoressa Amalia Bellugl, sulla quale voleva get tare il discredito dovevano infatti ratpiiBedeta anne truì torI no( le morti ' l'asembrare roscausate dall'imperizia della ! 1° donna). Marrone, voleva, j nocontinua l'accusa, eliminare j raguna pericolosa rivale nella di corsa al posto di aiuto presso il reparto di chirurgia toracica che sarebbe stalo di prossima costituzione all'ospedale Sant'Orsola, dove entrambi lavoravano. Tale discorso era stato comunque smontato dalle deposizioni di ieri di Luigi Or! landi, presidente dell'amministrazione ospedaliera, e Luigi Zanetti, direttore sani tani(UFatarlo del Policlinico: entram- J"bi hanno raccontato che non d?si pensava affatto di costi- }?•tuire tale reparto e che. in » ogni caso, si sarebbe privi- slegiato l'Ospedale Maggiore dl e non il Sant'Orsola. Inoltre, | all'interno del Sant'Orsola, la clinica dove lavoravano Marrone e la Bellugi era tagliata fuori, chiusa da un'altra che aveva requisiti maggiori in materia di chirurgia toracica. Era questa ima situazione che Marrone, come ogni altro medico, conosceva benissimo. Cosi, caduto il movente, il caso comincia ad essere visto in una diversa luce. Non sarà tutto nato da una catena di equivoci? si chiede qualcuno. Non può essersi qunole trattato di una «impressióne i personale» degli accusatori ! cjje y dc-tt Marrone abbia o , i Pptentato di sostituire e manomettere le siringhe? Oggi ha terminato dì deporre Amalia Bellugi, che già aveva testimoniato martedì. La dottoressa, che ora lavora all'ospedale di San Pietro in Casale, neiia bassa Bolo- i Drohaboì diinCeFoè nol gnese, ha riconfermato che i riarapporti con Marrone erano i di . piuttosto buoni e di avere sospettato che il collega levolesse «fare le scarpe» da come quest'ultimo si compor¬ to™ v rf,~„,„ „ j ^•.ep.^^* ^.™anche Paola Verrucchi, uno ^e , ^P*^0? dl Marrone e ?ella, Bellugi: ieri aveva detto cnf flcune <:avle alIe c»uali era stat0_ Iniettato un prepa rato che Marrone voleva prò piinire ad un paziente della Bellugi, erano morte. Oggi ha detto che può essersi sbaglia-ta e che le cavie potrebbero anche non essere morte. Infine è stato sentito il prof. Cetrullo, altro superiore del dot tor Marrone, che nell'autun no '74 sospese dall'incarico l'anestesista dopo le clamo rose accuse. Il prof. Cetrul- 1° ha detto che Marrone, no nostante tutto, «è un bravo ragazzo» e sapeva benissimo di avere la carriera momen-taneamente chiusa. <>. n. !

Luoghi citati: Bologna, Sant'orsola