Dialogo sui "disastri di Gino NebioloLorenzo Mondo
Dialogo sui "disastri Dialogo sui "disastri Gino Nebiolo: « I nuovi disastri della guerra », Ed. Priuli e Verlucca, lire 6000. Singolare e pressoché indefinibile libro, quello composto dallo immagini di Fritz Baumgartner e dal testo di Gino Nebiolo. eppure suggestivo e fortunato: dirci quasi, in rapporto agli autori, fisiologicamente fortunato, come quello che nasce da un'ora di felice identificazione, da una folgorazione multipla della memoriu. In principio c'era Cova, il pittore che si aggira sullu montugnu del Principe Pio. presso Madrid, a riempirsi gli occhi sul massacro di popolo ordinato il 2 maggio 1808 dal generale Murai. E' l'avvio ai « Disastri della guerra ». alle cartelle atroci, straziale, impudiche che il pittore consegnerà soliamo ai posteri: perché nessuna fazione osi appropriarsene: perché nessuna astuzia rcloricu spartisca quelli! che e condanna assoluta, totalizzante: perché nessun miele addolcisca una voce pura e violenta. Fritz Baumgartner ha amalo Goya, se arriva a paragonarsi con lui. più che nell'ambizione dell'artista, nella indignazione dell'uomo. Anche il pittore austro-tedesco ha vislo e provato, potrebbe scrivere come Goya sotto i suoi disegni « Yo lo vi ». « Y csto lumbien ». Quel ragazzo che. seduto sulle macerie delle case bombardate, disegna l'incendio di Monaco, scoprendo tutti veri i miti dell'Eneide, è Fritz Baumgartner. Lui. l'uomo dai pochi e radi capelli, dai balli molli, che offre idealmente la nucu alla pistola dell'aguzzino. Testi- mone adolescente degli ultimi spasimi nazisti, fuggiasco nel'e foreste di Baviera per non essere arruolalo alla difesa estrema del Rcich. ha alleso trent'anni prima di offrire questo suo contributo alla « salvazione dell'uomo »: sedotto per l'innanzi dai miti mediterranei, resi con impassibili trionfami colori, ha voluto che la bestialità umana si facesse archetipo in lui. prima di l'IIronturla. Gino Nebiolo è giornalista, la violenza del mondo è slata per lui cronaca, e dunque evento ripetuto, attuulizzato. inestirpabile, Durante lu sua permanenza a Madrid, i dialoghi con Goya, al Prudo. diventarono un fallo importante, acquistarono confidenza e chiarezza. Se ne ricordò più tardi, a Torino, quando conobbe Kainite.!!in.-: Si senti giusto tramile perché avvenisse l'incontro, cosi a lungo rinviato. Ira Goya e Baumgartner. perché nascessero i Nuovi disastri della guerra. Troppe coincidenze, troppi appuntamenti fissati nel fondo di sé. troppa amicizia impedivano che ai quaranta disegni di Frilz fosse anteposta una sia pur perspicua introduzione da catalogo d'arte. Si finge allora che Baumgartner. in una eameru d'albergo torinese, evochi la figura di Goya: fatto possibilissimo, per chi conosca le frequentazioni stregonesche del maestro spagnolo (e avrei goduto che Nebiolo sviluppasse l'intuizione ambientale, la parte immaginosa), '.«'ella pacata conversazione ciascuno racconta l'origine traumatica dei rispettivi « disastri » protesta le sue ragioni: sottolinea aflinitù e diversità di una stessa ispirazione civile: ne garantisce la verità con l'autenticità del segno. lì' una specie di dialogo od operetta morale in cui traspare la consuetudine dell'autore con i due artisti: e mentre, com'è giusto, la figura di Goya vi appare compiutamente definita, rilcvota nel cerchio chiuso della sua vita e della sua opera, quella di Baumgartner appare più frammentata, esposta al calore e alle incertezze del dibattito critico, in qualche modo irrisolta, più enigmatica, aperta. Quanto ai disegni, bisogna vederli: scene di vita e di morte nel Lager: lu città come retrovia diroccalu degli eserciti in rolla: la repressione feroce di ogni tentativo di resistenza o renitenza. Volti Hi pena, volti demoniaci che tornano a ritmare i disegni, a farne sequenza filmica. Vittime e persecutori incastrati, avvinghiati, abbracciati dal segno filiforme di Baumgartner che riesce appena a imbozzolirsi (solidificarsi) in ligure umane fatte di stracci: la funebre mascherata del potere, che ha soliamo parole di spari: la protesta dei perseguitali, che grida dui nerbo molle e svuotalo delle loro esistenze. Lorenzo Mondo iiiWy .rAw -^Sì Dai «Nuovi disastri»
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