Il pretore genovese Sansa accusato per la terza volta di Clemente Granata

Il pretore genovese Sansa accusato per la terza volta Avviso della procura generale di Cassazione Il pretore genovese Sansa accusato per la terza volta Il provvedimento coincide con le clamorose inchieste sugli scandali - Il magistrato si chiede: "E' un caso o un ammonimento a certi giudici che si spingono troppo in avanti?" - "Mi adopero per ripristinare la legalità, non la legge del potere" Dal nostro inviato speciale/ Genova, 25 marzo Adriano Sansa, pretore di Clenova, dice con un amaro sorriso: «Ho l'impressione che si adotti nei mici confron ti la tecnica dello stillicidio, che si voglia costruirmi una identità negativa, l'identità dell'uomo perdente E allora ù questo punto credo che non mi rimanga molto da lare». E' dell'altro giorno la notizia d' un nuovo t'avviso d'incoi pazione» inviatogli dalla procura generale della Cassazione. Si tratta dell'atto che met te in moto il procedimento disciplinare contro un magistrato. Nello spazio di meno di due anni. Sansa ne ha collezionati tre, le accuse contestategli sono otto. Ricorda queste cifre e scuote il capo: è il giudice più incolpato d'Italia. Rilievi sulla sua capacità professionale? Neppure per sogno. Nessuna toga d'ermellino può muovergli la minima obiezione sotto il profilo tecnico. Si tratta d'altro, di qualcosa di più inquietante. Dice: «Vogliono reprimere la manilestazione del mio pensiero». Sansa rilascia dichiarazioni ai giornali, parla senza accorgimenti diplomatici delle disfunzioni della giustizia, delle compromissioni più 0 meno consce con quello che egli definisce «l'iperpotere» e. con regolarità, gli arrivano gli avvisi di incolpazione. E' una storia che dura da quando ha messo in stato di accusa i pe-1 trolieri. L'ultimo procedimento disciplinare nei suoi confronti è ricollegato proprio a quella vicenda processuale. Sansa aveva sottolineato che l'ex ministro Giacinto Bosco, firmatario dei decreti favorevoli ai petrolieri, dovrà ora giudicorlo in qualità di vicepresidente del Consiglio superiore della magistratura, ed ecco giungergli due cartelline dat tiloscritte con le incolpazioni e l'invito a presentarsi il 2 aprile nell'ufficio del presidente di sezione de! tribunale dott. Cusagli. Non c'è dubbio, quella del giudice Sansa è una diffìcile «condizione umana», e un colloquio con lui e opportuno per mettere in rilievo gli aspetti, anche perché essa riguarda il ruolo e la funzione del magistrato in una società come la nostra pervasa • da profonde inquietudini Non è soltanto questione — dice Sansa — di stillicidio di prò cedimenti disciplinari che possono provocare in chi li subisce «scontorto, sfiducia, stanchezza», è anche questione di «isolamento» in cui viene a trovarsi ad un certo momento una persona che ani ministra la giustizia quando «non fa scelte di campo, non si allinea con schieramenti partitici», ma rivendica «una autentica autonomia», e si adopera per ripristinare «la legalità, non la legge del potè re» o la legalità cosi come viene intesa da questo q quel gruppo. Precasa Sansa: «Nelle mie •richieste che hanno suscitato tanto scalpore io ho soltanto riattivato disposizioni che esi ■•tono nel nostro ordinamento <• che erano state dimenticate torse perché applicandole si sarebbe messo in discussione l'affetto del potere». E ag giunge: «E' tipico della nostra struttura mentale la concezione del potere come qualcosa di sacro, non siamo abituati a valutarlo criticamente. Non, dico che ci sin una compromissione generalizzata della magistratura, ma, anche se inconsciamente, si e creata una specie di immunità attorno a certe sfere». Ora. rileva Sansa, questui timo è un discorso che la pur te più conservatrice definisce «erersore») e che sta benissimo invece alla controparte, ma a un patto, che si sposi il suo bagaglio ideologico Ma è una condizione che il pretore di Genova non accetta perché significa inevitabilmente «!ar prevalere l'ideologia sul senso del collettivo», lasciare la porta aperta ad altri tipi di compromissioni, eliminare la garanzia «che gli abusi si ripetano» anche con uomini di versi al potere. Di qui la «solitudine» lamentata da Sansa. Dice: «Paradossalmente, chi vuol fare il giudice della popolazione é un isolato». Ma non e un po' esagerato un tale pessimismo? Proprio in questi giorni le inchieste sugli scandali procedono in modo spedito. Non è un senso che i condizionamenti del potere hanno perso efficacia? Sansa rileva che l'indagine sulla Lockheed e altre analoghe sono già qualcosa, ma non bisogna abbandonarsi a facili illusioni. Soltanto quando sarà finita questa stagione degli scandali si potrà fare un bilancio, vedere se lu magi stratura ha compiuto effettivamente un passo avanti o se invece non risulterà tutto fit tizio. Il timore che si possa tornare indietro e che, finito il clamore per le notizie delle corruzioni, le acque ritornino calme e «Yiperpotere» riprenda il sopravvento, e piuttosto avs«st; biscindicl accentuato nei giudice gcno vese. Secondo lui è indicativa la sua esperienza personale. «Perché — si domanda — rispolverare i miei procedimenti disciplinari proprio nel feb; brnio scorso, quando si sono iniziate le inchieste clamoro se? Perché ora lo stillicidio continuo'' E' un caso o non è invece un segnale, un ammonimento a certi giudici che desiderano spingersi troppo in avanti?». E ricorda anche che ora egli si trova di fatto limitato nei suoi poteri di in¬ tervento, gli è stato ridotto e cambiato l'organico della polizia giudiziaria a disposizione, un ufficiale di polizia giù. diziaria. prima di eseguire un suo provvedimento, deve rivolgersi al procuratore gene rale per ottenere l'approvazione. «E' illegale - dice Sansa — ma la situazione e questa », Il discorso torna su temi generali II magistrato geno vese ricorda l'immagine di «governo dei pretori» che ri correva ai tempi delle sue fa mose indagini, il timore di un 1 potere emergente della magi stratura penale. Dice: « // punto è un altro Sarei felicissimo che il ruolo del giudice \penale fosse ridimensionato, che la magistratura riducesse la irequenza delle sue presen ' zc, poiché significherebbe che la fisiologia dello Stato ha preso il sopravvento e che noi dovremmo dedicarci eccezionalmente ad un compito di chiusura delle deviazioni Finora invece c'è chi ha permesso che la patologia seguisse liberamente il suo corso». Clemente Granata

Persone citate: Adriano Sansa, Giacinto Bosco, Sansa

Luoghi citati: Genova, Italia