Monty di El Alamein

Monty di El Alamein MORTO A 88 ANNI IL VINCITORE DI ROMMEL Monty di El Alamein Montgomery fu il più popolare dei generali alleati durante l'ultima guerra - Il braccio di ferro con Churchill Londra, 24 marzo. Il maresciallo Bernard Montgomery, visconte di El Alamein, e morto nelle primissime ore di stamane nella sua casa di campagna a Isington Mill. nel Sud dell'Inghilterra. Gli erano accanto il figlio David e il fratello Brian. Aveva 88 anni. Montgomery sarà sepolto sotto un tasso piantato 250 anni la ne! terreno della chiesa di Binsted, vecchia di 800 anni, che aveva frequentalo lino all'ultimo. Binsted j (Hampshire) è vicina alla residenza di Montgomery, circa 80 chilometri a Sud-ovest di Londra. Il seppellimento avrà luogo in torma privata, dopo i solenni funerali nella cappella di San Giorgio a Windsor. (Ap> «E' un grande soldato — ebbe a dire di Montgomery lo storico - giornalista francese Raymond Cartier — ma è ancor più un grande attore». Questo, forse, il giudizio più calzante sulla figura del fieldmarshall sir Bernard Montgomery, visconte di El Alamein, il più popolare dei generali inglesi durante la seconda guerra mondiale, condottiero dell'VIII Armata nel corso delle campagne di Libia, di Tunisia e d'Italia sino alla presa di Ortona, e successivamente capo operativo di tutte le forze di terra anglo-americane che dalle bianche scogliere della Manica mossero alla grande crociata (come diceva Eisenhower) sulle spiagge di Normandia. Era impulsivo, prepotente, bizzoso ma sapeva far presa sulle truppe, col suo strano abbigliamento che sembrava studiato da un regista, con il suo trovarsi sempre in prima linea (si era persino procurato un sosia che doveva soltanto girare in automooi le nelle immediate retrovie, insieme a un gruppo di altri pseudo-generali, per farsi vedere senza dir mai nulla), con il suo parlare travolgente e impetuoso, con la sua austerity puritana (non beveva, non fumava, non scherzava con le donne), con la sua abitudine sapientemente coltivata di punire e premiare sul ! campo gli ufficiali. Volle co I scientemente, a ragion vedu ta. diventare una leggenda. Di ror*e " ^u?"1, deserti rw I sastri della Sirtica e della 1 Marmarica, aveva un uomo | cne era gja una leggenda, il tedesco Rommel. E per batte re Rommel, sapeva Montgo mery, occorrevano cannoni, i aerei e carri armati, ma oc- ! I correva anche spezzare la legi , Benda. Monty lo seppe fare. | Come tanti altri guerrieri i a storia Montgomery non S^™aSato™lta car j rjera militare. Il padre, un pa-; i store anglicano di lontana ori- gjne normanno-irlandese del- \ l'Ulster, diventato poi vesco- vo della lontana Tasmania, lo voleva prete. Il ragazzo creb- I be piccolo di statura, nervo-1 so, non portato agli sport né alle attività all'aria aperta, nemmeno particolarmente do-1 tato per gli studi. A Sand-| hurst, la Saint Cyr o la West | Point inglese, dove riuscì adientrare dopo aver vinto tenace resistenza paterna, si classificò regolarmente piuttosto fra gli ultimi che fra i primi della classe. Tuttavia a ventun anni era sottotenente in un reggimento prestigioso, il Royal Warwickshire. Era il 1908. Pochi anni dopo fu la prima guerra mondiale. Montgomery fece parte del corpo di spedizione in Francia con il grado di capitano; durante un'azione particolarmente pericolosa, per la quale ufficiale negli anni fra le due guerre; fu il tipico curricolo d'un militare di Sua Maestà britannica non nobile ma ap partenente alla borghesia me dio-alta, dotato di buone capriti» <> impegnato a volta a volta 1111 P° in tutti 1 d° «nini e le colonie qua e là Per « mondo. dall'India al s'era offerto volontario, venne ferito gravemente ad un poi- mone, la lesione gli recherà dolori intermittenti che non cesseranno mai. Sarebbe lungo, e poco il-luminante, seguire a passo a passo la carriera del giovane l'Egitto alla Palestina alla Transgiordania. Agli inizi della seconda guerra mondiale Montgome ry era maggior generale. Co mandava la terza divisione, che fu una-delle prime a re carsi in Francia. Monty. come già cominciavano a chiamar lo i soldati, in un primo tem po non si distinse in modo i particolare. Alan Brooke, che diventerà capo dello Stato Maggiore Imperiale britannico, non gli risparmiò critiche per come aveva schierato le sue truppe in direzione della Dyle, anche se riconobbe che aveva addestrato i suoi uomini in modo «quasi perfetto». Ma i mesi della dróle de guerre, la Sitzkrieg allorché tedeschi e francesi stendevano la biancheria ai due lati della linea Siegfried o della Maginot e si scambiavano musichette dagli altoparlanti, fi- nirono molto presto, con un rombo di tuono. Montgome ry visse le infernali giornate del maggio, con la puntata I dei panzer attraverso le Ar- 1 denne, la folle corsa di Gude i rian e Rommel fino ad Arras, 1 cerco disperatamente di ma nslsczspd a seicento chilometri novrare con le sue truppe martellate e sconvolte dagli attacchi aerei nelle dolci campagne e fra i canali delle Fiandre, si arroccò caparbiamente a Dunkerque, su una spiaggia battuta dalle artiglierie nemiche, scoperta, tra immani incendi e fragore di esplosioni. Resistette nella sacca per otto giorni, riportò in patria l'intera divisione. L'ora del destino, quella che gli diede il comando in Africa e lo avviò alla «trista gloria» del condottiero, giunse per Bernard Montgomery il 7 agosto 1942. Erano i mesi più cupi per l'Inghilterra, la pazzesca avventura italiana in Gieeia si tra conclusa alla bell'e meglio con l'irruzione dell'armata corazzata tedesca attraverso i passi macedoni, il baluardo insulare di Creta era caduto anch'esso in mano tedesca grazie ai paracadutisti di Student, l'Afrika Korps del maresciallo Rommel e le divisioni italiane agli ordini di Bastico avevano ripreso Tobruk e si erano spinte, al di là del vecchio confine, sino ad El Alamein. Il Cairo era Ales- sandria sembrava a due passi. Mussolini aveva pronto il suo cavallo bianco e la spada dell'Islam, anche se i soldati italiani (come disse Churchill in un discorso ai Comuni) non sanno perché fanno la guerra e non hanno i mezzi per farla. Però combattevano e morivano. Gli americani erano si entrati nel conflitto, ma non facevano ancora sentire il loro peso tranne che per l'arrivo dei primi pochissimi aerei Liberator, i russi vacillavano a Stalingrado. In quei giorni a Londra si era persa ogni fiducia nel comandante l'Ottava Armata. Ritchie, e nel suo superiore Auchinleck, che si erano dissanguati per aiutare la Grecia. La scelta di Churchill, per sostituire Ritchie, era caduta sul generale Gott. E fu qui che si interpose il destino. Il giorno stesso in cui fu annunciata la nomina di Gott a comandante l'Ottava Armata, il generale venne abbat- j tuto da un aereo tedesco durante un suo volo d'ispezione j in Egitto. Si dovette decidere sui due piedi, e Alon Brooke suggerì Montgomery. Chur- ! chili, di controvoglia, annui. La battaglia di El Alamein j è stata descritta in cento li-1 bri. Primo merito di Montgomery fu di aver resistito per almeno due mesi alle sollecitazioni di Churchill che esigeva un attacco immediato. Dicono che una volta Montgomery abbia risposto al Premier che sollecitava ancora una volta: « Io attacco soltanto se sono sicuro di vincere, altrimenti venga lei ». Quel che è certo è che da parte britannica si accumularono mezzi bellici e rifornimenti in misura soverchiante, mentre la rinnovata Royal Air Force (che non trovava più contro di sé la Luftwaffe ritirata dal fronte mediterraneo per le necessita della campagna di Russia) si avventava con spietato furore contro le petroliere e i mercantili italiani praticamente indifesi. L'attacco decisivo venne sferrato su tutto il fronte, poi si articolò plRpcgslfverso sud, all'interno, dopo, mdieci giorni di mischia fero- ; tce. Per gli italo-tedeschi fu : ril crollo irrimediabile, l'insen- rsalo ordine di Hitler di resi- tstere ad ogni costo (ordine raLqu^le' Peraltro- Rommel \ lobbedi soltanto per i primi | ctre giorni) fece il resto. IpLa campagna d'Africa — I cnel frattempo gli angloamc-1 vricam erano sbarcati con duecentomila uomini in Maroc¬ co e in Algeria — si avviava al suo tragico epilogo. Il 13 r.-.aggio 1943, con la resa di Messe a Tunisi, tutto il Maghreb era in mano degli alleati. Da El Alamein l'Ottava Armata di Montgomery aveva percorso milleottocento miglia nel deserto, un'impresa cne poteva riuscire soltanto art uno strumento di guerra perfettamente a punto. Montgomery telegrafò a Churchill, con nelsoniana retorica: «Ordine eseguito». nfrssrnnnmmpaptèNei mesi successivi Mont- j sgomery prese parte, sempre i scon la Vili armata che ormai ii soldati chiamavano « arma-, v♦ n hf/,»».. » nn'lK..nP|nnn ! ta Monty ». all'invasione del l'Italia meridionale, prima sbarcando sulla costa sudorientale della Sicilia e poi in Puglia. Ma « Lord Montgomery of El Alamein » — questa la ricompensa che gli assegnò mumnsSmGiorgio VI — pensava ormai, dal piano Overlord 1 invasi?- ■ Mne della Francia, la marcia j Isul Reno. I suol contrasti con , rli comandante supremo Ei- - lsenhower, preoccupato dt:ccontemperare e varie esigen- uze politico-militari e mala- nmente capace di frenare certi tsuoi subordinati, come 1 im- dpetuoso Patton. sono materia di storia. E gli studiosi dell'arte militare disputeranno a lungo su chi avesse ragione, Eisenhower che voleva procedere a passo a passo su tutta la sterminata ampiezza del fronte, o Montgomery che voleva giocare tutte le carte nel settore Nord, dove prevalevano inglesi e canadesi, per penetrare il più rapidamente possibile all'interno con una tmMdtsoc punta di lancia e minacciare l'arsenale del Terzo Reich, la Ruhr. Eisenhower — lo accusò pubblicamente Montgomery, che non aveva peli sulla lingua — ha fatto ritardare di sei mesi l'esito vittorioso della guerra. E' una polemica fatta col senno di poi e, co- munque, con troppi punti in terrogativi perché possa ave re una risposta definitiva. La replica di Eisenhower è fin troppo facile: l'offensiva aereo-terrestre di Amheim, vo luta da Montgomery, si è con clusa con un flasco e con m perdita di tre divisioni al completo; il contrattacco di von Rundstedt nelle Ardenne, che si potè contenere a fatica nel dicembre 1944, sarebbe stato ben più disastroso se gli alleati si fossero spinti troppo avanti. E del resto, incalza Eisenhower, sono stati proprio gli americani a varcare per primi il Reno sul ponte di Remagen. Sta di fatto che Montgomery, durante la seconda metà della guerra, diventò il più « popolare » dei generali alleati. E non si diventa popolari senza merito. Sapeva tenere in pugno le truppe, si è detto, senza severità ecces- sjve, sapeva valutare con e sattézza le proprie forze e ie forze altrui sapeva fin do ve poteva osare e dove fer- _ .... ... marsi. Soprattutto esercitava un fascino senza pari sulle masse semplici, appena meno di Churchill. Parlando agli studenti dell'Università di Saint Andrews. Monty affermò un giorno che i suoi mo- dem mintarì erano stati tre: Mosè aveva tenuto Israele nel deserto per qua ranfanni per farne un popo lo dl soldatii cromwell percné va ai suoi uomml Napoleone perché conoscevJ ai semplificare tutti i problemi si riteneva d un trascina- tore, uno stratega. Non era modesto. Nell'immediato dopoguerra Montgomery fu vice-comandante militare della Nato («Stare a Parigi ha i suol vantaggi » spiegò) poi si ritirò dal servizio attivo e trascorse i suoi ultimi anni in onorata vecchiezza, fra i suoi cimeli e le sue polemiche. Umberto Oddone Monigomery con il bastone di maresciallo (Tel. Ap)