I còrsi chiedono nove miliardi per il danno dei "fanghi rossi,, di Filiberto Dani

I còrsi chiedono nove miliardi per il danno dei "fanghi rossi,, Oggi a Livorno processo d'appello contro la Montedison I còrsi chiedono nove miliardi per il danno dei "fanghi rossi,, Tale è valutato in lire italiane il risarcimento per l'attacco all'ambiente, al turismo e alla pesca portato dagli scarichi di Scarlino - La causa verrà discussa nei prossimi giorni a Bastia (Dal nostro inviato speciale) Bastia, 23 marzo. « E' finito il tempo delle chiacchiere, delle promesse non mantenute, dei processi all'acqua di rosa. Di questa storia ne abbiamo fin sopra i capelli. E' venuto il momento di dire basta alle irese in giro, di tirare le somme e di presentare il conto a quei signori che continuano a servirsi del nostro mare come di una pattumiera ». Maurice Nicolini, quarantasctt'anni, sfoga il malumore battendo i pugni sulla scrivania del suo ufficio di me diatore d'immobili. E" uno I degli esponenti còrsi della crociata ecologica contro le « boues rouges », i tristemen- te celebri « fanghi rossi » del-1 la Montedison di Scarlino. | Alto, secco, gran fumatore di j « Gauloise », parla a mitra- j glia, alternando alla lingua francese colorite espressioni in dialetto locale. « // conto — dice — è presto fatto: 30 milioni di franchi per i danni all'ambiente, 15 milioni per i danni al turismo, 10 milioni per quelli alla pesca. Totale. 55 milioni di franchi che in valuta italiana corrispondono, grosso modo, a nove miliardi di lire .Una " ba- J gatelle ". o come la chiamate voi una bazzecola, al confronto del disastro che la Montedison ha combinato». sar a il tribunale civile dl I Bastia ad occuparsi di que-1 sta « bagatelle »: la prima udienza del processo, iniziai-1 mente prevista per il 13 marzo, è stata spostata ai prossimi giorni. I nove miliardi di lire vengono reclamati dai due dipartimenti della Corsica, dalla associazione dei pescatori di Bastia e dalla municipalità di Nizza che hanno affidato la tutela dei loro interessi all'avvocato Christian Huglo di Parigi. La storia dei « fanghi rossi », come ormai è risaputo, risale all'arco dl tempo compreso tra l'aprile '72 e il settembre '73. quando la Montedison di Scarlino scaricava, al ritmo di tremila tonnclla- I te al giorno, le scorie del I biossido dì titanio in un ret-1 tangolo di mare a nord di I Capo Corso. Nel frattempo.1 1 a Livorno, c'è stato in pre | tura un primo processo pe j naie. Eugenio Cefls, presidenj te della Montedison, e quat- J tro alti dirigenti del grande complesso chimico si sono buscati, pur con la condizionale, tre mesi e venti giorni di prigione per aver danneggiato « le risorse biologiche dell'alto Tirreno e del mar Ligure ». Domani sempre a Livorno, comincerà il processo d'appello e la difesa degli imputati si ripropone di dimostrare, stavolta con successo, che quelle scorie, tossiche a terra, diventavano atossiche in mare perché l'acqua salsa, diluendole, le tra¬ I sformava in sali del tutto in1 nocui. Il contrario, cioè, di quanto hanno sostenuto, e 1 sostengono con il favore del- la prima sentenza livornese, gli avversari dei « fanghi rossi ». Dice Maurice Nicolini: «Certo, il pretore ci ha dato ragione, ma, come ha già latto osservare l'avv. Christian Huglo, la condanna dei responsabili è stata troppo mite. Quel pretore, ne siamo convinti, ha voluto essere di manica larga perché la Monte- dison s'era impegnata a co-1 striare un impianto di "ri-1 ciclaggio" di tutte le scorie e ! di interrompere gli scarichi ! in mare entro il 1975. Invece | non è stato costruito un ac-i cidente di niente, gli scarichi | non sono cessati e i fanghi, i anche se non sono più rossi, ! sono sempre fanghi». ; Vero. La crisi energetica j ha costretto la Montedison n rinunciare il "riciclaggio" U costi di gestione dell'impianto, è stato spiegato, sarebbero saliti alle stelle), le navi cisterna di Scarlino fanno tuttora la spola nell'alto Tirreno e ogni giorno, tempo permettendo, versano in mare 1800 tonnellate di scorie. A Scarlino, però, sono stati costruiti altri impiantì, costosi, che depurano quelle scorie, fino ad ottenere una paccottiglia di gesso che gli esperti della Montedison assicurano essere assolutamente inerte. E poi, obiettano gli stessi esperti, che motivo hanno i còrsi di lamentarsi? I residui del biossido di titanio sono sempre stati scaricati in acque extraterritoriali e non è mai stato provate che abbiano comunque iteressato le acque francesi. « natte » re plica, quasi gridando, Jacques Fusclla, cinquantanove anni, presidente della « Prud'ho mie» dì Bastia, l'associazione dei pescatori locali. Basso, | tozzo, il viso segnato dalla | salsedine, sta rammendando | una rete su„a bancnlna dei ! PP«o vecchio Dice: «Quanti ì f'' Quegli esperti sono stati in j mare per più di quaranfanni | come me? ». Chiama un pescatore. Louis, si fa portare , un pacco dl documenti, cava 'fT' una dozzina di fogli, .«Ecco, qui ce scritto tutto: | 1 tra il 1972 e il 1973 il nostro \ | pescato è diminuito di 47 ton- I ' nellate. E' una cifra che ab- ! binrno ricavato confrontando j i quantitativi di pesce porta- | | fi a terra nei due anni prece denti. Nero su bianco: nove tonnellate in meno di acciu ghe, nove tonnellate in meno ! di sardine, quattro tonnella té in meno di tonno, e così via. E non è finita perché 'anche in quest'ultimi tre anni I le conseguenze dell'avvelena- i mento del mare si sono fat- ' gamberoni sono scomparsi | quasi del tutto. Intanto, rossi I. no, . fanghi continuano a i scaricarceli sotto il naso». | Arrivano altri pescatori, | tutti vogliono dire la loro, la 1 discussione si fa accesa. Ades I so dal pacco di documenti ì vengono fuori le perizie, le | relazioni, i prospetti che ali menteranno il prossimo pro > cesso davanti al tribunale cl I vile dl Bastia. Le conclusioni i possono essere cosi sintetiz j zate: nessun dubbio che i «fanghi rossi» abbiano avve ! lenato il mare; nessun dubbio I che pescatori còrsi abbiano i subito un gravissimo danno e cosi l'industria del turismo che ha accusato un calo del 5 per cento; nessun dubbio, infine, sulla responsabilità della Montedison che, per tanto scempio, dev'essere condannata a pagare 55 milioni di franchi per riparare al malfatto. « Per colpa dei "fanghi rossi" — si legge, tra l'altro, nell'atto di citazione — il 1 plancton è stato distrutto nel1 la misura del 90 per cento; ! due qualità di pesce azzurro, ! sardine e alici, che si nutrono | esclusivamente di plancton, i sono state costrette ad emi- | grare, e cosi la fauna batonl i ca, quella che vive sul fondo ! del mare, perché le è venuto a ; mancare il cibo quotidiano j plancton e pesce azzurro » 1 giornali dell'isola danno grande rilievo a questa inizia tiva giudiziaria. Il ricordo di quanto è successo a Bastia tre anni fa, durante la prima manifestazione di prolesta contro la Montedison, brucia ancora: la bandiera della Corsica (testa di moro bendata in campo bianco) issata al posto di quella francese sul palazzo della sottoprefettura; il vice prefetto aggredito a pugni e a calci, Filiberto Dani

Persone citate: Ades I, Bastia, Christian Huglo, Jacques Fusclla, Maurice Nicolini