Ancora drammatiche testimoniarne sulla Risiera

Ancora drammatiche testimoniarne sulla Risiera Trieste: l'escussione dei testi al processo dovrebbe concludersi giovedì Ancora drammatiche testimoniarne sulla Risiera (Dal nostro inviato speciale) Trieste. 22 marzo. «Da mesi non sapevo più nulla di mio marito. Dicevano che. dopo l'arresto, era stato chiuso nelle carceri del Corone: e che poi lo avevano portato alla Risiera. Finita la guerra andai alla Croce Rossa, bussai anche alta porta di quelli che erano scampati al forno di San Sabba. Volevo trovare la sua tomba, sapere almeno dove l'avevano sepolto. Mi dissero di non cercarlo più perché era stato cremato». Con queste semplici, tragiche parole. Stanislava Furlan parla del marito Emilio, un attivista della Resistenza istriana, che i tedeschi arrestarono su delazione nel novembre 1944. E' uno del tanti drammi che da diciannove udienze risuonano, con parole ora sommesse, ora gridate, nell'aula della corte d'assise di Trieste e che riconducono all'allucinante atmosfera dei mesi dell'occupazione, quando la città era in mano ai nazisti e alle squadracce dei collaboratori repubblichini. Stamane, da Gorizia, ha scritto ai giudici Liubka Sorli, vedova del martire antifascista Andrea Bratus, assassinato nel 1938, raccontando le orrende sevizie che le furono in. flltte dalla banda del commissario di pubblica sicurezza Collottl: «Al loro comando di via Bellosguardo fui denudata, legala alla "cassetta", percossa con bastoni, presa a pugni e calci. Mi costrinsero a bere litri e litri di acqua salata e Collotti mi frustò con un nerbo di bue. Minacciò di far portare a Trieste i" miei due bimbi, di 8 e 7 anni, e di torturarmi davanti a loro. Mi sentii morire ma non perlai». L'udienza di oggi — alla ripresa del processo dopo una lunga pausa — è stata dedicata anche, in larga parte, alla lettura di alcune lettere e della deposizione resa, nella sua casa di Milano dalle quale non può muoversi per malattia, dall'avvocatessa Erminia Schellander che. nel 19441945. su incarico del supremo commissariato tedesco del «Litorale adriatico», liquidò i beni delle ditte ebraiche triestine sequestrate dai nazisti. La Schellander. già condannata nel 1945 a dieci anni dall'assise straordinaria, nega di aver mai messo piede alla RI siera (come invece afferma un'altra teste, Augusta Reiss,; ex interprete delle SS): «A San Sabba erano rinchiusi i par tinnì ni catturati e vi avve- ! nivano delle torture. Ma non' ho mai sentito parlare di uc-1 cisioni in massa e di fornol crematorio. Sì. c'era un tribunale speciale che emanava condanne a morte: lo presiedeva un giudice italiano, il dottor Del Guercio, che poi. finita la guerra, fece parte della corte che mi condannò per collaborazionismo». Questa in sintesi la cronaca dell'udienza odierna che prelude alla conclusione della fase dibattimentale del processo. Con giovedì prossimo, infatti, dovrebbe terminare l'escussione dei testi e, sciolte le riserve su parecchie istanze, il presidente dottor Maltese potrebbe fissare ai primi di aprile l'inizio delle arringhe di parte civile. Ma il procedimento contro l'unico imputato superstite, l'ex SS Joseph Oberhauser, 61 anni, cameriere di una birreria" di Monaco di Baviera, ha consentito al giudice istruttore dottor Serbo e al p.m. Coassln — attraverso l'acquisizione agli atti dei documenti inediti roccolti dagli storici dell'Istituto statale di Lubia- I na — di individuare altri cinque accusati, tutti tedeschi, che risulterebbero coinvolti nei delitti della Risiera. Contro costoro, che sareb bero tutti vivi e tutti (meno uno) residenti in Germania, verrebbe mosso l'addebito di omicidio volontario plurimo pluriaggravato, cioè un'impu tazione Identica a quella elevata contra Oberhauser. I no mi dei nuovi indiziati non sono stati resi noti; si sa tuttavia che tre di costoro sareb- ; bero Ernst Lerch, austriaco, e ! Johann, Michlsen, rispettiva-1 mente aiutante maggiore e' quartiermastro del generale SS Globocnik. capo dell'«Einsatzkommando Reinhardt». e il « Polizeimcister » Otto Stadie, il boia della Risiera che, fra gli altri, uccise negli ultimi giorni dell'aprile 1945 anche la spia Mauro Orini e la moglie perché «conoscevano troppi segreti». Alla nuova istruttoria, che condurrà cosi a un secondo «processo della Risiera», sono legati altri due procedimenti in corso: quello contro l'ucraino Aleksandr Mihelich, arrestato un palo di mesi fa dal giudice istruttore dottor Serbo per reticenza in una deposizione relativa ai delitti della Risiera, e la parte inerente alle 122 ex SS Italiane che prestarono servizio a San Sabba e ì cui nomi sono stati comunicati alla corte d'assise, nelle scorse udienze, dagli storici jugoslavi di Lubiana. Essi, probabilmente, verranno ascoltati soltanto come testimoni, perché l'eventuale accusa di collaborazionismo è caduta in prescrizione nel 1965, vent'anni dopo i l'atti. Quattro cuneesi che. nel 1943'44, si trovarono alla Ri slera (non arruolati nelle SS ma addetti soltanto a lavori di fatica) hanno inviato tramite l'avvocato Paolo Frau una ietterà al presidente Mal tese — che ne ha dato lettura stamane a conclusione dell'udienza — dichiarandosi pronti a testimoniare. Sono tutti di Alba: Aldo Luigi Cerreto, via Sannino 8; Ettore Costa, corso Piave 21; Giuseppe Lovisolo, via Villcrmin e Luciano Parola, via Rio Misureto 3. Renitenti alla leva indetta nell'autunno 1943 dalla repubblica di Salò, si diedero alla macchia ed entrarono in una formazione partigiana. Giuseppe May da