Nell'antica reggia nascono i tecnici di Remo Lugli

Nell'antica reggia nascono i tecnici Che C&mbia nelle Forze armate Nell'antica reggia nascono i tecnici A Caserta, 700 allievi - Per ogni aereo che vola, dieci specialisti lavorano prima a terra - Corsi numerosi in locali non funzionali Caserta, marzo. Per ogni aeroplano che vola un elevato numero di specialisti a terra lavora prima, durante e dopo quel volo. Un esempio: per l'F 104 il rapporto è di uno a 15, che passa addirittura a 30 se si considerano anche gli specialisti addetti agli autoreparti, al controllo del traffico aereo, ai rifornimenti. Ogni cento ore di volo un velivolo militare deve essere sottoposto ad una ispezione per la quale otto uomini sono occupati quindici giorni per sei ore al giorno. Gli specialisti sono il nerbo dell'Aeronautica militare. Li prepara !a scuola di Caserta, che ha sede nella reggia. Il suo compito è quello di « formare, completare e perfezionare sul piano morale, militare e tecnico professionale gli specialisti». «Coni' pito non facile — spiega il comandante, col. Ferruccio Plocher — perché V88 per cento dei giovani che si or- ruolano. dai 16 anni ai 21, I hanno soltanto la licenza del la scuola media inferiore e si sono staccati dagli studi da qualche anno, per cui risulta loro faticoso riprendere in mano i libri senza allenamento ». Per quanto riguarda le attività svolte prima dell'arruolamento, nell'ultimo corso il 62" o erano studenti, il 10° o meccanici, il 6°i> edili, il 6,2°o disoccupati. Come origine sociale, il 25% sono figli di agricoltori, il 15"» di industriali, il 13 di impiegati, il 5"o di militari, il 2"o di liberi professionisti. Come provenienza regionale, il 76.3% di tutti gli allievi proviene da tre regioni: Lazio, Campania e Puglie. Non è facile coprire i posti disponibili: ultimamente, su 1800 che erano stati messi a concorso, si sono avute cinquemila domande, ma gli idonei sono risultati appena 1500. Gli allievi a Caserta sono attualmente 700 (altre scuole, per il settore logistico, sono a Macerata e a Taranto). Gli istruttori sono 42 ufficiali, 12 civili e 142 sottufficiali, questi ultimi per le lezioni pratiche. Gli specialisti non hanno soltanto il compito di garantire la costante efficienza del velivolo attraverso un minuzioso lavoro di manutenzione, revisione, messa a punto e controllo di ogni parte e di ogni apparecchiatura di bordo, ma possono prendere parte alle missioni di volo quali membri dell'equipaggio o collaborarvi attivamente quali operatori dei centri di assistenza e controllo alla navigazione aerea. I corsi di specializzazione pertanto sono numerosi, 21 in totale, e spaziano dalle categorìe motoristi, montatori elettromeccanici di bordo, marconisti, armieri, alle categorie automobilisti, aiutanti di sanità, assistenti tecnici, assistenti contabili, governo, meteorologi, musicanti, fotografi. Metodi didattici e attrezzature sono all'altezza dei più moderni istituti professionali e dei grandi stabilimenti industriali. L'attività giornaliera dell'allievo si compone di nove ore di studio, sette di attività varia e otto di riposo. Nel '75 si sono istruiti 1200 allievi con 40 mila ore di lezioni teoriche e ! 55 mila"'di'"ézioni'pràVi'che^ ! Il costo di un allievo, che nel 1970 era di 1.280.000 lire all'anno, nel '74 è passato a 3.473.000 lire; nel 75. i cui dati sono in elaborazione, il costo è ulteriormente aumentato. Il fatto è che corsi di questo tipo necessitano di attrezzature didattiche molto costose le quali devono essere tenute aggiornate via via che procede la tecnica aeronautica. Nelle sale della scuola si trovano non soltanto i motori e i complessi congegni di controllo degli aviogetti supersonici, ma anche i più moderni apparati per le telecomunicazioni, le stazioni radiogoniometriche, gli impianti radar, i sistemi d'armi, i computatoli elettronici, le apparecchiature di lancio e di guida dei missili, le stazioni meteorologiche. Il primo periodo di ferma per gli allievi sottufficiali è di quattro anni. Lo durata del corso è di dieci mesi, alla fine vl'allievo è promosso aviere scelto e primo aviere al tredicesimo mese, quando è già presso il reparto. Le successive tappe sono: a 20 mesi sergente; allo scadere del quarto anno ritorno alla scuola per un corso complementare della durata di sei mesi; dopo tre anni di permanenza nel grado di sergente, promozione a sergente maggiore; dopo altri due anni, maresciallo di 3' classe (in teoria due anni, perché in pratica taluni aspettano anche sei anni a causa di intasamento nell'organico). Per il passag gio dal grado di maresciallo di 3' a quello di 2' è neces- sorio un ulteriore corso di perfezionamento della durata di due mesi. Alla scadenza dellu ferma di quattro anni qualcuno1 chiede di congedarsi (circa ! ii due per cento) e naturai- j mente non ha difficolta a trovare un'ottima sistemazione nella vita civile, grazie alla qualificazione ptofcssionale ottenuta prima con il corso e poi con il servizio pratico presso i reparti. « La nostra scuola — dice il col. Plocher — lavora anche per il Paese, è un serbatoio di tecnici, un patrimonio prezioso. Durante il boom economico perdemmo molti sottufficiali, assorbiti dall'industria privata e pubblica ». La reggia, sec1' della Scuola, certo appaga l'occhio e 11 gusto del bello con la sua monumentalita e la sua purezza di lineo, ma è il contrario della razionalità e della funzionalità. Il palazzo reale, opera del Vunvitelli, iniziato nel 1752 per ordine del re Carlo di Borbone, è un monumento mastodontico, eccellente sotto il punto di vi- sta architettonico ed esteti co- Qualche dato serve a da- re l'idea delle dimensioni: è un quadrilatero I cui lati misurano 250 metri, ha quattro cortili interni, 3500 metri di corridoi, 1200 vani, 1800 finestre, sei piani compresi due interrati, il tetto è a 42 metri dal suolo. L'Aeronautica militare occupa il 00 per cento del palazzo, la rimanente parte è occupata da scuole statali o disponibile per la visita del pubblico a cura della Sovrintendenza ai Monumenti. Ne consegue che allievi e istruttori devono combattere giornalmente una battaglia contro le distanze: 2600 metri di corridoi, sei piani, migliaia di scalini lungo una quindicina di scale e scalette di servizio che intersecano il labirinto delle aule. E poiché l'area assegnata alla Scuola nel palazzo non è sufficiente, si è creata all'esterno, oltre la strada che passa davanti alla reggia, una seconda zona scolastica con palazzine a un piano occupate per lo più dai laboratori che ospitano attrezzature ingombranti. All'esterno, ai limiti del grande parco, ci sono pure gli impianti sportivi — undici campi da calcio, da tennis, da palla u volo, da pallacanestro, una piscina — che attenuano agli allievi la noia di una lunga permanenza in un complesso che, visto dall'interno, perde il fascino del regale per assumere il peso dell'oppressione (la libera uscita è limitata a tre sere la settimana). « La dispersione è la peggiore nemica della scuola — dice il comandante: — l'immobile assorbe molte delle nostre energie, non solo per ali spazi che sono da per correre, ma anche per le fi- nanze che sono da erogare. Dobbiamo naturalmente provvedere alla manutenzione dell'immobile che occupiamo, cosa dispendiosa, anche perché molti servizi risalgono a una cinquantina di anni fa, ora sono vecchi e vanno sog getti a guasti. Spesso ci tro viamo a dover smantellare caste porzioni di muri alla ricerca della perdita di un tubo, dato che non esistono mappe. E. nonostante la svalutazione, abbiamo a disposizione la stessa somma di quattro anni fa ». (Il precedente articolo è stato pubblicato martedi 16 marzo). Remo Lugli

Persone citate: Carlo Di Borbone

Luoghi citati: Campania, Caserta, Lazio, Macerata, Taranto