Gobetti, il meridionalista del Nord

Gobetti, il meridionalista del Nord FECONDI TEMI DI RIFLESSIONE A 50 ANNI DALLA MORTE Gobetti, il meridionalista del Nord L'ideologia politica di Pie- ro Gobetti compresa nell'idea di rivoluzione liberale, ha scritto Norberto Bobbio mTuctolibri del 14 febbraio, «e- ra l'ideologia dell'allargamen- to delle autonomie contro lo Stato autoritario e accentra-tore che lo Stato italiano a- veva ereditato dalla monar- chia sabauda e dal dominio incontrastato di una classe politica ristretta e oligarchi- ca ». Incerti nella nostra storia, erano stati «gli sforzi di au- tonomia popolare di operai e contadini », scriveva Gobetti neJ'v'«^^'Jfes7ò^wche"airriva ^ prirno numero de La Rivo- iUZf0ne Liberale del 12 feb- braio 1922 A base della nuo va vita italiana egli vedeva il partito operaio e il partito dei contadini, ambedue «in-transigenti », « di opposizione ai programmi riformisti, ri- voluzionari nella loro coe'ren- ^. { cuJ nuclej inMM in. travedeva ne, partito comuni- sta e nel partito sardo d'azio ne. In quell'anno 11 giovane Carlo Levi pubblicava sulla rivista torinese il suo primo articolo, che analizzava l'ope- ra di Antonio Salandra in- quadrata nella realtà agraria Capitanata. » "»°«"» Gobetti »veva a" modo ^ ri;evare rim. portanza deUa ((questi0ne me- ridionale» in alcuni suol scrit- ti apparsi su Energie Nove, ma non in modo specifico ed organico Nel 1919, a propo- sito di « Giolitti. giolittismo e antigiolittismo », a conimeli- » „„,. '«, .„u.»i„ to di un articolo filogiollttia- no di Luigi Ambrosinl appar- so su La Stampa del 25 giù- gno. sposava chiaramente le tesi sa'veminiane: « Lo scopo del governo di Giolitti è sta- to di mantenere il governo a qualunque costo; le migliori energie si sono andate con- sumando in questo problema. Ora al popolo italiano lm- porta meno che niente del nome dì chi !o governa, al popolo italiano importava — e importa ancora adesso — la soluzione del terribile prò- : blema del Mezzogiorno... ».. | Nello stesso anno e sulla ! | stessa rivista, analizzando cri- j iticamente il programma del- ! Y« Alleanza nazionale per le ; elezioni politiche », costituito ! !da liberali romani, nazionali- '|stl e combattenti, Gobetti si ; j rifaceva esplicitamente a Sai- i j vernini, al suo programma.1 alle elezioni di Bari, in cui 1 : fra l'altro il molfettese ma- I j nifestava la necessità di « op- j porsi a qualunque spesa per j ' °Pere pubbliche nelle regioni |settentrionali, che non trovi j I riscontro in spese effettive : ! Per opere pubbliche nel Mez- : zogiorno » (non si parlava an- cora di industrializzazione del ISud e di riconversione indù- striale del Nord!). E com- \ mentava. Gobetti: « In questa | proposizione negativa c'è tut!to » Programma della rico struzione. Per il Mezzogior !n°. s'amo antiprotezionistì ed I antiespansionisti ». j ln nome della ^ Unita. i ria, subito dopo le elezioni del 116 novembre, Gobetti torna¬ va sull'argomento per manifestare la sua sfiducia nei socialisti (operai) di allora, ritenuti « incapaci di risolvere il problema meridionale ». co ; me erano incapaci di risolver lo i materialisti del naziona ' 1 ,ST <industriall>- * con : eludere con un appello ap- passionato: «Svegliare il Sud; 'dare ai contadini la loro co-1 [scienza; creare nel Settentrio i ne un nucleo di uomini di sincerità e di onestà che sap Piano dare per il rinnova- , mento la loro generosità e -nh» ri fmrinnn viimmumonlP lche difendano vigorosamente l'integrità del Mezzogiorno: questo è il programma e la ; questione che aspetta la lega j nostra Di fronte alle caste Protezionistiche solleviamo | ancora la nostra insegna; j mentre trionfano i particola fismi difendiamo 1 unita,. Aiu- I ,are i contadini meridionali ia sgominare e demolire i pri | vilegi osceni delle minoranze settentrionali ». Scrivesse di scuola popola re e di programmi governa Itivi («che non dimentichino. . secondo il solito, il Mezzo- ! giorno ») o. nel 1923, su Lo j Rivoluzione Liberale, della !« nostra cultura politica» e ; di Salvemini e della sua Uni- ! tà, Gobetti padroneggiava 'quello che considerava il ve- ; ro problema politico italiano, i Aveva letto non solo gli scrit- 1 ti del «nuovo Cattaneo» (Sai- 1 vernini), ma quelli di Sonni- I no e di Tunello, di Jacini, di j Villarl, di Franchetti. di For- j tunato, di Papafava. di Einau- di. di Sturzo, di Pantaleonl. jdi Nitti e, naturalmente, de- : gli antiprotezionisti, i Giretti. i De Viti De Marco, i Prato, i Luzzatto. E su Energie Nove aveva ospitato articoli di un meridionalista di Potenza che Leonardo Sacco e miei ami- Nel s'io primo anno di vita La Rivoluzione Liberale si occupò poco .> nulla di Mezzogiorno e un articolo di Gio Ci della Basilicata dovrebbero trarre dall'oblio, quel Giusep- pe Stolti che si occupò di questioni agrarie, scolastiche e politiche e che nel lombar- do Eugenio Azimontl ritrovò 1 moderno demistificatore di luoghi comuni ed errori («I meridionali ignavi e pigri »). vanni Amendola riguardava il ! nazionalismo. L'anno succes l' sivo la rete si allargava e o Guido Dorso e Tommaso Fio- d re iniziavano una intensa col- s laborazione, l'avellinese con le c analisi sul Mezzogiorno dopo r la guerra ed il fascismo in d Campania, il pugliese con c scritti politici e sul ragiona- n Sismo e il fascismo nel Mez- le zogiorno. I rapporti con i ' n meridionalisti si fecero più c stretti. Gobetti cercava colla- s Doratori capaci di allargare il r dibattito, già reso più vivace it dall'ingresso di Dorso e Fio- c re e dalla partecipazione di t Augusto Monti, in dissenso vcon Fiore, al dibattito sul s rapporto fascismo-Mezzogior- n no, acuito dal famoso libro lo di Luigi Salvatorelli sulla na- t tura piccolo-borghese del fa g seismo. d Una cosa b ceTta- non era i q piu suRìciente parlare di bo I c mnchei di braccianti rurali, dì b decentramento, di rimboschi- ! menti o dì liberalismo eghe m hano neI Mezzogiorno, biso- vgnava passare alla denuncia mdell'estrema gravità della si : Dtuazione e delle cause dei ma- ; tli meridionali. Dorso e Fiore jsebbero così un ruolo decisi- ;Gvo e divennero autori dell'e- Odltore Gobetti, il primo coi Tsuoi scritti sulla guerra, il se- ! (condo con La Rivoluzione pmeridionale, il 1925. nella ; Pstessa collana in cui era ap- Rparso Popolarismo e fasci- ■ Ssmo di Luigi Sturzo, una del d• le cui pagine più significati- zI ve occupava su La Rivoluzio- | b! ne Liberale il 15 gennaio 1924 ail posto dell'editoriale. | LcgUna data da ricordare è il 2 dicembre del J924, quan¬ do Gobetti, pubblicando in j «1 prima pagina, nel n. 45. l'«Ap-,ampello ai meridionali », annuii- •.ziava che su quelle basi la !rivista avrebbe dedicato ogni lnumero una pagina alla « viI ta meridionale », come poi fece, ospitando scritti di Vinciguerra e di Carano Donvi! to. di Giuseppe Gangale e di I Stolti, di Pietro Mignosi sul; la malia, oltre alle « lettere I pugliesi » di Tommaso Fiore. rRacgcm ! Quale compito si prefìggeva l'« Appello »? «Combattere, oggi e sempre, le dV. iasioni dei partiti storici, svelarne i sottintesi e gli equivoci, in canalare le idee verso cor renti la cui serietà non sia discutibile, provocare, se oc corre, anche la formazione di nuovi partiti, fino a quando le oligarchie antimeridìonali ' non siano battute... Bisogna convincersi una volta per sempre che la questione me ridionale è tutta la questiono italiana e che gli studi, le critiche e le omelie sulle sven ture del Mezzogiorno non ser¬ viranno a niente se non si riu scirà a convincere i meridio nali stessi della bontà della loro causa. I liberali del Set- tentrione debbono fiancheg giare quest'opera rifiutandosi I di prestare qualsiasi aiuto a I i quelle oligarchie parassitarle I che noi imprendiamo a com battere ». ! Avevano scelto « spontanea mente» la palestra de La Ri voluzione Liberale, «nessuna migliore di questa », Guido : Dorso (Avellino). E. Azlmon ; ti (Potenza), C. Bellleni (Sas jsari). G. Cappa (Catanzaro), ;G. Carano Donvito (Foggia), O, Chiummiento (Basilicata), T. Fiore (Bari). G. Isnardi ! (Calabria), G. Marone (Ira poli-Salerno), E. Persico (Na ; Poli). C. Puglionisi (Catania), R- Santacroce (Abruzzi). G. ■ Sciortino (Palermo), M. Te deschi (Catanzaro). L'organlz zatore di cultura Piero Go | betti, che nel '24 dette vita ai « gruppi della Rivoluzione I | Liberale ». aveva mobilitato. | con l'aiuto di Dorso e Fiore, gli intellettuali meridionali j «**• oppositori del fascismo ,ain <* allora avrebbero. In maggior o minor misura, con \ i I i \ j | •. !ln"at° taJ°"a- Soprattutto! la Puglla d\ Salvemini e Fio- re, da quel giorni fino alla Resistenza e al dopoguerra, I avrebbe guardato a Torino come all'interlocutore più si- | gniflcativo. a quella Torino 1 che Gobetti e Gramsci etila¬ marono a compiti nazionali, jVittore Fiore I 1 Bj • I ! d1 I ! I ; Emigranti di A. Ferraguti I