Eretici del '500

Eretici del '500 Il "Beneficio di Cristo ss Eretici del '500 Benedetto da Mantova, Marcantonio Flaminio: « Il beneficio di Cristo », a cura di Salvatore Caponetto, Ed. Claudiana, pag. 124, lire 1.800. Carlo Ginzburg, Adriano Prosperi: « Giochi di pazienza ». Un seminario sul « Beneficio di Cristo », Ed. Einaudi, pag. 269, lire 2.800. Il bel volumetto della Claudiana me ne ricorda un altro che da tanti anni ho in biblioteca. Lo trovo infatti, è quasi uguale di formato e spessore, ma il carattere bodoniano, la carta grigia e la veste povera mi rievocano il 1942, e una fredda sala in cui, una sera di quell'anno a Roma; non molte persone ascoltavano paroleappassionate di Ernesto Buorumiti. Dalla sua collaborazione col valdese Moreschini risultava in quel 1942 un'edizione del Beneficio nella collana di « Relìgio »: testimonianza di fede e di speranza in momenti tragici. Invero il Trattato utilissimo del beneficio di Giesu Christo crocifìsso verso i christiani, uscito anonimo a Venezia nel 1543 per i tipi del Bindoni, già aveva spiegato agli italiani del '500 che « la remission delti peccati, e la giustificazione, e tutto la salute nostra depende da Christo » e aveva loro descritto gli « effetti della viva fede e della unione dell'anima con Cristo », diventando per molti una guida spirituale al ben vivere e al ben morire; e cosi sarebbe stato nuovamente per non pochi nel 1942 e negli anni seguenti. Nella presentazione di Salvatore Caponetto per la nuo va edizione torinese non man ca la vibrazione di questo retaggio spirituale; ma vi è altresì, in parole piane, un cenno essenziale alla vasto base di studi e ricerche, su cui è fondata l'edizione critica, da lui stesso curata, del Benefìcio (1972) per il «Corpus - reformatorum italicorum ». Di codesto « Corpus », scrive lo studioso Alain Dutour che si tratta di « un'immensa impresa, sola del genere nel nostro secolo ». Diretta da Luigi Firpo e da Giorgio Spini, con la collaborazione direttiva di Antonio Rotondò e di John A. Tedeschi, la collana presenta man mano su basì ineccepibili scientificamente e sotto forma di opera omnia, gli scritti, talvolta finora sconosciuti o sempre di difficile reperimento, di quegli italiani che nel '500 o nei primi anni del '600 aderirono alla Riforma. Il tetto del Benefìcio, nel volume curato da Caponetto per il « Corpus », è seguito dalle traduzioni cinquecentesche e, fra vari altri documenti, dalla confutazione fattane già nel 1544 dal Politi, la quale segnò la sorte ereticale del libretto, ben presto inquisito, messo all'Indice, sequestrato e distrutto ovunque fu possibile, sicché dell'edizione veneziana del 1543 si conosce attualmente un solo esemplare, riscoperto a Cambridge nel 1855 (una copia manoscritta, ad essa corrispondente, è stata riscoperta recentemente a Firenze). Il Benefìcio di Cristo, attribuito dal riscopritore ottocentesco al Paleario, viene ormai ascritto, su basi ben documentate, al benedettino « cassinese » Benedetto Fontanini da -Mantova, il cui lavoro dovette essere riveduto e rimaneggiato da un fine letterato, Marcantonio Flaminio. Con tale attribuzione non sono peraltro concluse le dispute dei dotti sull'opuscolo, che anzi hanno registrato dal '61 in poi una girandola emozionante di scoperte, ipotesi, correlazioni. Gli annui convegni storici di Torre Pellice, animati dagli stessi studiosi, Firpo, Spini e Rotondò, che dirigono il « Corpus », hanno visto in questi anni la presenza dei principali partecipanti al dibattito sul Benefìcio. Due di essi. Carlo Ginzburg e Adriano Prosperi, ci hanno colà presentato prima l'esperienza del vivace seminario universitario condotto su di esso nel '71-'72, poi una delle scoperte più singolari che ne sono scaturite, la ripresentazione in traduzione latina, nella raccolta di prediche (1565) di un autorevole prelato cattolico (Chiari) di scritti dell'arcieretico Giorgio Siculo. Ora Ginzburg e Prosperi hanno l'ottima idea di esporre le loro ricerche non sotto forma di arida trattazione sistematica, bensì narrando i Giochi di pazienza cui si sono sottoposti. Le loro illazioni comportano, fra altre istanze, quella di un proto-Beneflcio. e una marcata diversificazione dell'apporto benedettino rispetto ad altre componenti, valdesiane (dall'insegnamento di Juan de Valdés), calviniane, luterane. Su tutto ciò, per non essere stritolato dagli studiosi del '500, non metto lingua: caveant doctores. Posso dire che la questione è appassionante non solo per i suoi tecnicismi, ma perché c'è inoltre sullo sfondo un dibattito anche filosofico, così come in origine vi fu, nel dibattito religioso e teologico sul Benefìcio, uno sfondo innegabilmente politico. Augusto Comba

Luoghi citati: Cambridge, Christo, Firenze, Mantova, Roma, Torre Pellice, Venezia