Il terrorista nemico di Lenin

Il terrorista nemico di Lenin Il terrorista nemico di Lenin , Feltrinelli 3000. pag. 224, lire Boris Viktorovic Savinkov i è un personaggio storico as- sai curioso, la cui biografia, segnata da svolte drammati- !cne' contraddittorie, riflette in i m(ì(io significativo alcune tra le principali fasi del tempo in cui visse. A venticinque an- ni, quando era socialista ri- voluzionario di destra e ter- '«« ™ «* rorista, fingendo di essere un ricco signore inglese si stabili con la moglie e la ser¬ conse'tì ,n ^„0 stesSQ ^ dj compiere cori success0 un nltentato contro „ mlnistro delnnterno pleve. Fu poi la ; volta del granduca SerKej Aleksandrovic (1905), un de atto per il quale Savinkov venne condannato a morte, Salvatosi con una fuga all'e i stero, nel 1907 eccolo di nuo vo a Mosca, dove organizza l'assassinio del governatore ! onerale. suoso appartamento a Pietro- burgo, un espediente che gli . ', ■ ■ Boris Savinkov: « Cavallo pallido/Cavallo nero », Ed. Volontario sul fronte fran- cese durante la guerra, nelci 7 torna in Russia e riveste varie importanti cariche nel governo Kerenskij. E' prima commissario del fronte sudoccidentale e insieme direttore generale del ministero della guerra, quindi governatore generate di Pietrogrado. Scoppiata la Rivoluzione co Kornilov, passa all'opposizione, creando nella primavera del 1918 l'Unione per j a difesa della patria e la li- 1 berta, cui aderirono 5500 uo mini circa' soprattutto ex I ufficiali. Quest'organizzazione clandestina di Savinkov do vette Pur costituire una mi- naccia più concreta di quella rappresentata dalle molta ! analoghe imprese fiorite al- ! 'ora se- una volta scoperta dalla Ceka, causò la procla mazione della legge marziale a Mosca. La fine misteriosa e tragi ] ca dell'irrequieto personaggio | gli valse un singolare necrologio di Solzenicyn (Arcipela ! d'ottobre, Savinkov, che già I aveva fatto da tramite tra I Kerenskij e il generule bian go Gulag, voi. I ). In Francia, dove si era rifugiato dopo la sconfitta. Savinkov nel 1924 cadde nel tranello tesogli dal poteva mancare all'appunta-mento. Arrestato appena eb- be varcato la frontiera, nel Gpu, la polizia politica, che riuscì a convincerlo dell'esistenza in Russia di una forte opposizione, priva pere di un leader. L'avventuriero non corso de! processo venne ac¬ 1 cusato di esser siato « un ne- mico sistematico del conta- diname più povero » e « un simpatizzante della monarchia», e di aver «aiutato la borghesia russa a realizzare le proprie tendenze imperialistiche ». Ciononostante venne condannato a solo dieci anni di reclusione ma nel come appurò Solzenicyn. fu spinto dagli agenti. Sotto lo pseudonimo di V. Ropsin, Savinkov è incili.? l'autore di alcune opere auto- j biografiche, scritte in russo e pubblicate in Francie ♦-- I cui il Cavallo pallido e il Ca- , vallo nero, usciti ora in ita- liano con un ritardo di mez \ zo secolo. Entrambe in forma di conciso diario, queste ope- 1 re destano una certa sorpre- j sa se si tengono presenti le | 1925 si buttò da una finestra I della Lubjanka o piuttosto. peripezie dell'autore, sulle quali abbiamo di deliberato proposito indugiato. Esse in- fatti, benché intimamente le- gate, il Cavallo pallido alte esperienze del Savinkov attentatore ai più alti dignitari I dello zar, il Cavallo nero alle i sue imprese anticomuniste, palesano nell'insolita sobrie- | tà del tratto narrativo un sa- piente distacco, più proprio dello scrittore che del terrò-rista professionale. Divergenti, almeno stando ai fatti, nell'orientamento po-1 litico, il diario del 1907 e quello postrivoluzionario so- | no immersi in sostanza in un clima comune, pervaso dello scetticismo e dello scoraggia¬ mento predominanti tra l'in- telligencija dopo la fallita ri volta del 1905 e l'ascesa al potere di Lenin: « Io sono sul confine della vita e della morte » scrive Savinkov nel primo diario. « Ho guardato ed ecco un cavallo pallido e su di esso un cavaliere il cui lo non c'è vita e dunque non c'è legge. Giacché la morte non è una legge ». [ Quest'artefice di violenze j agisce in mezzo a popolane | pronte al sacrificio e belle , signore innamorate, aiutato 1 da cocchieri e contadini ca, paci di commettere qualun tore generale, pensa di pene j trare nel suo palazzo, coin I nome, è la morte. Dove que- ' sto cavallo poggia lo zoccoque atrocità. Eppure uno di essi si oppone quando Savinkov, nell 'inseguire il governa- volgendo cosi i bambini nel 1 l'attentato. Un atteggiamento [ dunque annoiato e freddo, in ] terrotto da imprevedibili scat-1 nate patriottismo, che lo accomuna ai suoi umili com- 1 pagni nella lotta per la « Ras seja »: « Qui tra i cantili so. i so con tutto il cuore che io 1 sono russo, discendente di contadini e di vagabondi, fi- P"° delle terre nere intrise 1 di sudore ». Kd è quindi caratteristico che il suo odio contro i co | munisti sia provocato appun ti di affetto, di pietà o di ira. I in cui sembra vibrare come unico sentimento un irrazio to dalle offese alla patria, che essi « con la sigaretta fra le labbra » hanno venduta a) fronte: « Oggi insudiciano tutto. Insudiciano la vita. Insù diciano la lingua russa. Insù diciano il proprio nome di russi. Si vantano di non ave- re retaggio. Per loro la pa fria è un pregiudizio ». ;Lia WainsUin |

Persone citate: Aleksandrovic, Boris Savinkov, Boris Viktorovic, Kerenskij, Kornilov, Lenin, Solzenicyn

Luoghi citati: Francia, Mosca, Pietrogrado, Russia