Sul set dell'«Innocente»

Sul set dell'«Innocente» Sul set dell'«Innocente» L'ultimo incontro con Lu- ] chino Visconti, sul set de { L'innocente, lo scorso ottobre ! ! sulle colline di Lucca. Il regi- ; j sta era seduto nella speciale j poltrona che gli era stata preI parata per le riprese, e dirigeva Giancarlo Giannini e Lau- ! ra Antonelli sotto i grandi al- ! beri del parco. Il braccio sinistro penduto, bloccato dalla j paresi, soltanto la mano de- : stra in movimento, per indicare agli attori i gesti che la sua parola non riusciva quasi a suggerire più. Ma lo sguar- ; do era vivo, si accendeva a scatti intermittenti, a chiede- i re un'attenzione che non avrebbe potuto ottenere or-1 mai con nessun altro mezzo. E sopra, i grandi tulli da lui ; scelti per ambientarvi la sce- [ na del tè, continuavano a ] spargere i loro decadenti profumi, inconsapevoli. Era i! primo colpo di ma- ' novella per quello che sarebbe stato il suo ultimo film | Nel parco della grande villa aristocratica, con cappella gentilizia e scuderie ancora aperte, decine di persone si affaccendavano per evitare al Maestro le scene più imbarazzanti. Al suo passaggio, sulla carrozzina a rotelle, tutti i I non addetti ai lavori dovevano fingere di sparire, le porte delle stanze di servizio si aprivano e ingoiavano giornalisti e fotografi. E il rituale previsto dai press-agent non poteva nemmeno risparmiargli la conferenza stampa. Visconti si presentò seduto, spinto da un paio di aiutanti, guardò la sala dove una trentina di giornalisti lo stavano attendendo. «Questa volta sono venuto in carrozza. La prossima volta mi porteranno in barella». Si aspettava forse una risata, alla quale, nell'incertezza, nessuno si sentiva autorizzato a dare il via. Sapevamo che il suo corpo, piagato, gli procurava terribili sofferenze per qualsiasi spostamento e non si poteva consentire altro che qualche cenno del capo. Ad alcuni di noi sembrava perfino crudele I porgli domande che avrebbero potuto procurargli altra faI tica. Ci tenne a presentare uno i per uno tutti i suoi attori e ; tolse la parola al suo addetto stampa che per alleggerirgli la fatica stava comunicandoci | i nomi degli sceneggiatori, costumisti, collaboratori vari. «E' una parte che tocca a me» gli disse, severo. Parlava con nasi brevi, ma densissime, come volesse affidare a poche parole, certe, tutta la forza di un'anima che si sentiva progressivamente venire meno. Volle salutarci uno per uno, alla fine, con la sola mano che gli era ancora consentito muovere. E spari con quelli carrozzella sulla quale avrebbe avuto la forza di portare a compimento con tre mesi di lavoro la sua ultima piii costose fatica. Giorgio Calcagno in « Senso » e nelle suddette «Streghe». Mastrolannl, protagonista maschile de « Le notti bianche », apparve poi come interprete principale delio « Straniero ». Tra le attrici preferite dal grande regista la Magnani, stupenda in « Bellissima », trovò invece una sola occasione successiva per lavorare ancora con lui: un episodio di « Siamo donne ». Romy Schneider, mostrata da Visconti sotto una luce nuova nel *61 in «Boccaccio iìik, si ritrovò con il medesimo dodici anni dopo in « Ludwig » ; Alain Delon fu anch'esso particolarmente Intenso in due film viscontiani: « Rocco e 1 suoi fratelli » e in quel « Gattopardo » il cui mirabile protagonista fu lo stesso Burt Lancaster che, con quindici anni in più, disegnò esemplarmente il « Professore » di « Gruppo di famiglia in un interno». Particolarmente fedeli a Visconti Claudia Cardinale («Rocco», «Il Gattopardo », « Vaghe stelli' dell'Orsa») e Silvana Mangano («Morte a Venezia», « Ludwing », « Gruppo di famiglia»), a. vald.

Luoghi citati: Lucca, Venezia