Ruspe cercano nell'allucinante discarica i corpi di 3 vittime dell'anonima sequestri

Ruspe cercano nell'allucinante discarica i corpi di 3 vittime dell'anonima sequestri Nel comune di Travedona-Monate a pochi chilometri da Varese Ruspe cercano nell'allucinante discarica i corpi di 3 vittime dell'anonima sequestri Sono presenti i familiari di Riboli, Stucchi e De Micheli, tre dei rapiti che non hanno fatto più ritorno a casa - Per ora le pale hanno portato alla luce vari reperti, ma sembra di poter escludere si tratti di ossa umane - Occorreranno parecchi giorni per scandagliare l'enorme massa di rifiuti che è profonda quattro metri e ha una superficie di 800 metri quadrati 1 i Dal nostro inviato speciale) l eVarese, 16 marzo. ! PLa collina scende ad anH i Bteatro sulla platea: è uno sce- j snario teatrale che ripugna, vLungo il degradare del terre-1 mno, tra i lecci, i castagni, i ! aroveri è scaglionato il pubblico dei curiosi: giù. la platea ò costituita da un enorme immondezzaio, la discarica nella quale due pale meccaniche e una ruspa scavano e muovono tonnellate di rifiuti alla ricerca di resti umani. E' da ie- odsftessri mattina che questo tragico i Rspettacolo va avanti, e conti nuerà ancora per alcuni giorni. La massa dei rifiuti è enorme, ha una superficie di 800 metri quadrati, una profondità di quattro metri, quindi oltre tremila metri cubi. Sono i rifiuti del comune di ì Travedona-Monate, fra i quali cLt«mptm1 s ! ^P0"' ' cadaveri di tre se-1 iquestrati che non hanno più fatto ritorno: Emanuele Riboli, 17 anni, rapito il 14 ottobre 74. Giovanni Stucchi, 32 anni, rapito 11 giorno dopo, e Tullio i -—:- J to troppo tempo è orma pas Isato- Ma P^cné proprio in i 1uesta discarica : essere, «£11 ^seppelliti i loro corP'? ««« tonti hanno fatto | <??t?Z0erej!Lrì?ll™J?,t}??*l° si pensa possano essere stati cdaanpDe Micheli, sequestrato il 13 j afebbraio '75. Per Riboli i fa- ' emiliari versarono ai banditi | p210 milioni, per Stucchi 700 | milioni, nessun versamento ! nera ancora stato effettuato lper De Micheli quando si in- ! uterruppero I contatti. | nChe quegli sventurati non siano più in vita è quasi cer- ne qui — dice il maggiore dei carabinieri Antonino Prestamburgo, che dal gennaio scorso dirige uno speciale nu- sqtcdovrebbero ! n1utcatf l eleo antisequestri costituito! ! Per la provincia di Varese a 1 Busto Arsizio — a le informa- ! j stoni che abbiamo avuto non ; vengono da gente del luogo. 1 ma da fuori, sono abbastanza ! attendibili. Pensiamo di avere ottanta probabilità su cento di trovare qualcosa in questi scavi». Secondo una voce, la «sof- j fiata» sarebbe arrivata da Vi- : terbo, una località che nella i storia di uno di questi seque- ! stri ha un suo ruolo. E' Piero 1 i Riboli, zio di Emanuele, che | ce lo ricorda. Lui e l'avvocato ; Lucio Paliaga tennero i con- i tatti con i banditi. Racconta: «Il primo contatto per il primo versamento l'avemmo proprio nel Viterbese, a Montefiascone. Alle 3 di notte, ai I margini di un bosco, incon1 rumimi due uomini, come) stabilito, e io gli consegnai un I 1 intrattenni quasi un quarto certo numero di milioni. Mi d'ora con loro. Parlavano con accento sardo, dicevano che > avremmo dovuto fare un an- \ nuncio sul giornale per far sa- ! pere se eravamo propensi ad 1 j accettare le loro richieste, che | ' erano enormi per le nostre j | possibilità. 800 milioni». | a quell'incontro ne seguirò- ì ! no altri due, uno a La Storta. I località nei pressi di Roma, e ! uno a Civitacastellana. e ven | nero cosi consegnati comples-1 sivamente 200 milioni. Il quarto versamento avvenne j tra Como e Bergamo, 1*11 di-, cembre '74, ma questa volta ! ! non ci fu incontro, la somma. 10 milioni, fu depositata in un certo punto. Il 13 ci fu una telefonata: «A che gioco giochiamo?», disse il bandito. E aggiunse: «Allora è tutto finito». L'avvocato Paliaga si affrettò a togliere di mano il te- lefono a Piero Riboli. Dice: .(/.» agganciai ancora. Dissi che avremmo cercato dì trovare altri soldi, anche se ci sarebbe stato impossibile ar¬ rivare agli 800 milioni richiesti all'inizio. Promisero che si sarebbero rifatti vìvi il v'orno 20, cosa che non avvenne nidi più ». I" passato più di un anno da allora e adesso tutti sono qui, davanti a questo enorme cumulo di spazzatura, a fissare l detriti che vengono sconvolti con la speranza-paura di vedere affiorare delle ossa. Se ne sono trovate alcune, ogi gi, ma ci sono scarse probabi| lità che si tratti di ossa umane. Tra coloro che si addossano al perito e alle autorità per vedere le ossa, ci sono anche alcuni parenti degli scomparsi: Irene Stucchi, la moglie di Giovanni, Luigi Riboli, il padre di Emanuele, Giorgio De Micheli, figlio di Tullio. Luigi Riboli è furente, non riesce a trattenere l'angosciosa ribellione del proprio aniI mo, dice: «Finora avevo un filo di speranza, se si trova ! qualche resto qui. non mi rij marra più nemmeno quella. j L'unnii motivo che troverò i nella vita sarà quello di cercai re gli assassini di mio figlio e j di ucciderli con le mie mani». Irene Stucchi ha perduto qualsiasi animosità, la lunga ; vana attesa, il dolore lento e ì continuo l'hanno svuotata, | sta a guardare passivamente. | Dice: «Fino a quando non st . troveranno i resti di Giovanni I e non si avrà la certezza che I sono i suoi, non crederò alla j sua morte». La ruspa è condotta da un ; civile, lo stesso che ogni due I o tre mesi veniva qui per spianare il cumulo formatosi i via via che i camion scaricavano le immondizie, e per ! spargervi sopra terriccio; le pale sono condotte dai vigili del fuoco venuti du Milano e da Piacenza: e a setacciare con tridenti e rastrelli terriccio e immondizia scaricata dalle pale ci sono una decina di carabinieri del nucleo antisequestri. Tutti gli uomini hanno maschere alla bocca, dalla zona si alza un mefitico odore. Salta fuori una scarpa. Papà Riboli fa cenno che vuole vederla, si avvicina, la fa rigirare con un arnese, scuote la testa: «No, è mollo lunga e ha una fibbia che le scarpe di Emanuele non avevano». Il faticoso lavoro procede fino alle 18. Riprenderà domattina. Il maggiore Prestamburgo e il giudice dottor Polidori I stasera "hanno" smentito Tina voce secondo la quale l'informatore sarebbe stato portato ieri notte sul luogo della discarica per indicare il punto esatto in cui sarebbero stati sepolti i tre rapiti. «Sono voci assurde — ha detto l'ufficiale Remo Lugli i | I ! jjiij;ì||.IIj;I Varese. Ruspe e badili nella discarica di Monatc