Il conte Martinengo ergastolano in licenza A Brescia dicono: "Vuole avere un figlio" di Francesco Fornari

Il conte Martinengo ergastolano in licenza A Brescia dicono: "Vuole avere un figlio" Applicata per la prima volta la nuova legge carceraria Il conte Martinengo ergastolano in licenza A Brescia dicono: "Vuole avere un figlio" Il permesso gli è stato concesso per buona condotta - Durante la rivolta nelle prigioni di Alessandria difese con grave rischio l'assistente sociale - Nel 1967 uccise un anziano filatelico i Dal ncstro inviato speciale > Brescia, 15 marzo. «Nessuna emozione particolare, si tratta di un mio diritto, confortato dalla speranza che possa ripetersi nel futuro ». Il conte Tebaldo Martinengo Cesaresco, condannato all'ergastolo per l'omicidio del filatelico bresciano Battista Zani, è tornato a casa stamane dal carcere di Alessandria, dove sta scontando la pena, per un permesso di sei giorni. E' la prima volta che l'articolo della nuova legge sulla riforma carceraria — che prevede la concessione di permessi ai condannati che si siano distinti per la loro buona condotta — viene applicato ad un ergastolano. Tranquillo, elegante, il conte Martinengo stamane è salito da solo su un treno alla stazione di Alessandria, confuso tra gli altri viaggiatori. Nessun agente lo ha accompagnato: durante il viaggio, ad ogni fermata, ha dova: i presentarsi nell'ufficio della polizia ferroviaria, per farsi apporre un timbro sul lasciapassare. A mezzogiorno è sceso alla stazione di Brescia, dov'era atteso dalla moglie, Iolanda Sandrini, con la quale si era sposato in carcere il 16 marzo di sei anni fa. e dall'avvocato Dio Febo Alfieri, suo difensore tcol collega Rodolfo De Marsico) nel processo di primo grado ed in quello d'ap palio. Ben deciso a non rilasciare interviste, per tutto il giorno ha eluso cronisti e fotografi Al telefono dell'abitazione della moglie nessuno rispondeva, inutile suonare alla por ta. A tarda sera, al termine di un lungo appostamento, l'ho incontrato davanti al portone dello stabile in cui si trova l'ufficio dell'avvocato Alfieri, che, vedendomi, non ha sapu to nascondere il proprio disappunto. Perfettamente a suo agio, invece. Mortinengo ha fatto buon viso a cattiva sorte, sorridendo divertito. Accanto a lui la moglie, avvolta in un'elegante pelliccia di martora, i capelli freschi di parrucchiere, il trucco ricercato, tradiva l'intima felicità. Quali sono le reazioni di un uomo condannato al carcere perpetuo nel ritrovarsi in mezzo al mondo, tra la gente libera? «Nessuna, o meglio, perfettamente normali». Bell'uomo, sorriso accattivante, voce profonda, gestire che; tradisce grande sicurezza. Molta ostentata indifferenza: finzione o realtà? «tei sa che | c'è in atto un ricorso per una commutazione della pena: nell'attesa il futuro sembra più roseo, per questo sono tranquillo», risponde pronto. La notìzia che la richiesta del permesso era stata accolta dal giudice di sorveglianza di Alessandria, dottor Martinelli, gli è stata comunicata sabato: ieri, 14 marzo, ha saputo che oggi sarebbe uscito. Ci sono delle date ricorrenti nella vita del conte Martinengo: il 14 marzo 1967 il commerciante in francobolli Battista Zani veniva assassinato | in una villetta a Manerba, sul ! lago di Garda: nella notte il I cadavere, legato ad un blocco di cemento, veniva affondato : nel lago d'Iseo. Dieci anni dopo uno dei '■ due assassini ( il complice del > Martinengo, Giuseppe Piccini, senni a una condanna a tren- ; t'anni), ottiene un permesso e ! arriva a casa giusto in tempo i per festeggiare, domani, il se- j sto anniversario del matrimo-1 nio ( il nobiluomo ha 43 anni). L'articolo 30 della legge numero 354 del 26 luglio '75 stabilisce che simili permessi I possono essere concessi «per gravi e accertati motivi», co-1 me ad esempio, la morte dei genitori o del coniuge. «Quali sono i "gravi moti- i ri" da lei addotti per la ri- i chiesta del permesso?». Inter- J viene l'avvocato Alfieri, preoccupato che il suo cliente !•••-••.» compromettersi con risposte sbagliate. «L'anniversario delle nozze può essere un motivo valido, non le pare?» A Brescia si è diffusa la voce che abbia chiesto e ottenuto il permesso perché desidera un figlio. E' vero? Il conte non risponde, la signora finge indifferenza, l'avvocato j > ! i 1 !ì'| I : '■ > ; ! i j 1 I 1 i i J dice sbrigativo che «queste sono faccende privale». Chiedo alla signora Martinengo se la notizia che il marito stava per tornare l'ha sorpresa o se ne era al corrente. «Afe l'avevano detto, ma non ci credevo molto. Sa, quelli dicono sempre una cosa e poi ne fanno un'altra». E' felice? «Certamente. Mio marito si è sempre comportato bene, è giusto che gli abbiano accordato fiducia. L'avvocato Alfieri dice che si tratta di «una decisione coraggiosa che si basa sul presupposto di una fiducia secondo me riposta in modo giustissimo. Mi auguro che questo sia solo il primo di una lunga serie». Oltre alla buona condotta sempre tenuta in prigione, sicuramente molto ha influito sulla decisione del giudice il comportamento del Martinengo durante la sanguinosa rivolta avvenuta nel carcere di Alessandria nel maggio '73: j concordi, il direttore del car> cere e le guardie sottolineavano l'eroismo dell'ergastolano ! che, preso in ostaggio con altri detenuti, alcune guardie, il medico della prigione e un'assi Mi ■m e sociale (questi ultimi i due uccisi dai tre rivoltosi) fece più volte scudo col prò1 prio corpo alla donna. «Purtroppo non è servito a nulla perché è stata uccisa» dice Martinengo e per un atti! mo il ricordo di quelle tragiì che ore oscura il suo sorriso. Che cosa l'ha spinta allora a rischiare la sua vita per cer' care di salvare quella donna? «Nessuno faceva niente, ognuno pensava a se stesso, lei era sola, indifesa». «Credo che qualunque uomi si sarebbe comportato così, come ha fatto mio marito», interviene la | moglie. Francesco Fornari Brescia. Tebaldo Martinengo all'epoca del processo