E se Solzenicyn ha ragione?

E se Solzenicyn ha ragione? JEAN-FRANCOIS REVEL E LA POLEMICA SULLA ARCIPELAGO» E se Solzenicyn ha ragione? Le reazioni all'intervista di Solzenicyn alla televisione fran- cose, il 9 marzo, fanno paricdella lunga serie di sintomi di rigetto di fronte alle conseguen-zc che bisogna trarre dalla le-zione dell'Arcipelago Gulag. Per i comunisti è inolio sem-pllce: e noto che sono stati i cieli della libertà. Solo testimone? Quanto alla sinistra associala ai comunisti o indipendente dai comunisti — laboristi inglesi, « liberali » americani — il ri- primi a denunciare lo statini- sino e hanno smesso di praticar- lo quasi il giorno stesso della nascita di Stalin. La « stimma » dello scrittore russo ò dunque nefasta, essa disturba la loro ascesa miracolosa verso gli altri getto si manifesta in modo più sfumalo. Si ammette che la « testimonianza » di Solzenicyn è « interessante ». occorre tener- ne conto, come d'altronde è già stalo fatto; ma il suo messaggio comincia a diventare ben fasti- dioso. Certo, il personaggio ha vissuto in un campo, la sua esperienza è insostituibile, ma perché si ostina ad annullare il valore del suo racconto, commentandolo, quando è evidente che i soli qualificati a commentarlo sono i redattori dell'ultimo giornaletto di provincia? 1 nani della penna mobilitano cosi luna la loro sufficicn- za per redarguire e catechizzare il grande scrittore. Lgli avrebbe ii diritto di descrivere ciò che ha visto, ma non quello di trar- ne conclusioni sulla logica prò- fonda del sistema sovietico, ad esempio con questa metafora: « Lo stato della nostra società corrisponde perfettamente a ciò che in fisica si chiama un "cani- po". Tutte le linee di forza del campo vanno nella stessa dire- zlone; dalla libertà verso la ti- rannidi: Sono linee mollo sta- ;•••//. esse si sono fossilizzate, in- cise. nella pietra, è quasi impossibile toccarle, piegarle, farle deviare. Ogni carica, ogni massa che vi siano introdotte sono facilmente condotte dalla parte della tirannide, non aspettatevi I elicsi aprano una strada perso I ila libertà: e impossibile». Ii Come vedete, si trasforma in | | profeta, diventa fanatico, intol- i 1 lerante. Dunque facciamo uno 1 sforzo ancora: perché non de- | finirlo stalinista? Prima che ap- ' 1 parissc la traduzione francese I del primo volume di Gulag. I , „ ,w,w.,.w -, | J Georges Marchais dichiarò che ! j nel libro si faceva l'elogio di I Vlassov. un generale sovietico 1 1 che passò dalla parie dei tede-1 schj durante la guerra. La tra- [ ; duzione fu pubblicata, fu letta, ! , l'insinuazione era falsa: poco > imporla. Solzenicyn non è co-1 munque uscito bene da questa | sporca vicenda... i Poi lo si dipinge come invita- i to d'onore di Pinochct, gli si I attribuisce un elogio di Hitler, j Successivamente si smentiscono i queste false notizie, si rettifica I ■ a metà: « Nulla consente eli al- I ìlribuire a Solzenicyn dei sen- | tiinenti fila-hitleriani »■ Ma | ; guardate un po', quale magna- | ! nimità! F. se io scrivessi: * Nul- la permeile di considerare un \ | assassino l'arcivescovo ili l'ari- j j gi ». ciò non significherebbe che, tutto sommato, ci si po- irebbe porre il problema di con- siderarlo tale? | L'ingombrante predicatore. { per di più. ci fa la morale: j « Voi godete la libertà, ma non \ dimenticate elle, per continuare ad usarlu, bisogna difenderla! ». Cosi ha gridato, puntando l'in- | dice verso milioni di tclespet latori, manifestamente con fin tenzionc di disturbare la serena , maestà delle elezioni cantonali I francesi. Ne ignorava l'esistenza ' ancora il giorno prima? E' un ; particolare soggettivo! L'obici tività esigeva che si ritardasse d'una settimana la trasmissione. o. meglio, che essa fosse soppres j sa; avremmo risparmiato al go- i verno francese di attirarsi una i reprimenda dall'ambasciata so- j vietica: il nostro ministro di Sta- I ; lo per la distensione (voglio di- jre l'ambasciatore sovietico) ha in effetti protestato contro la serata concessa dalla seconda rete televisiva francese a Solzenicyn. Contro questa nota non ho letto alcuna forte protesta Idei nostri puntigliosi partigiani Ideila libertà dell'informazione, |dell'indipendenza nazionale, dcl i la non ingerenza nei nostri alfa ri interni, Con tali amici all'interno, la ' democrazia non ha bisogno di molli nemici all'esterno per mo- ! | rire. ! Fino a quando la sinistra, co- | I munisla e non comunista, non 1 avrà cancellato il miraggio dei1 la capacità interna dei Paesi [ comunisti a liberalizzarsi spon ! taneamente. essa continuerà > sempre a confondere, con mag- 1 giore o minor ipocrisia, il rifiuto | intransigente de) totalitarismo i con un attacco contro il socia-1 i lismo. Ora. la sinistra non ri I diventerà una sinistra indipen j dente fino a quando non si li bererà completamente da tale I illusione. E' inutile ricordare I che nel 1962 Kruscev diede l'au torizzazione a pubblicare Ivan. | Denissovic. * tergendosi una la- ! | criina ». se non si aggiunge il i terzo ed ultimo libro dell'/Irci- ■ \ pelago Gulag. Non da oggi ili j libro in Urss è stato definito | ufficialmente nocivo, la sua pub-1 blicazione 6 stata ripudiata co-1 me un errore, una delle « con- , | semenze del volontarismo lette¬ rario » (tutto ciò che proviene { j \ i della scienza e dell'arte ». Tali interventi consistettero nella di I slruzionc della biologia soviet! jea, dando al ciarlatano Lysscnko da Kruscev è ora condannato in blocco sotto il marchio del «volontarismo»), le copie ritirale dalle bibliotech. la citazione del. titolo proibita nella « stampa » sovietica. Elogi sospetti E c'è di più: questa slessa « stampa » d'un tratto si mette ad incensare la memoria del guardicnc culturale di Stalin, il lugubre Zdanov, che la Pravda del 10 marzo riesuma dal dimenticatoio .Vll.i storia per lodarne « gli interventi nel campo r il potere assoluto in tale disciplina, e dell'arte sovietica (se esiste), eliminando tutti gli artisti che non imitavano le bolse « pitture » dell'incredibile Cerassimov e di altri campioni del arciquesto è il titolo del penultimo capitolo del libro finale di Gulag. Perché, paradosso assurdo ma logico, l'anno stesso in cui si tergeva una lacrima, Kruscev firmava un decreto per la riorganizzazione dei lager (ribattezzati « colonie ») e vi istituiva una novità: la pena dj morte per « gli alti ! ne del mandante: Stalin «/ governi lussano, I | pelago " rimane 1 « realismo socialista » (questo | « strumento di annientamento i morale», come l'ha definito An- dré Brelon). Ma sul piano poli- lieo, soprattutto, la rinbilitazio- 1 ne dell'esecutore Zdanov è. in 1 modo trasparente, la riabilitazio- | di terrorismo commessi contro I detenuti redenti ». So bene che il totalitarismo antisocialista dei Paesi comuni stj non è opera direna dei comu nisli occidentali, né della sini sira occidentale. Ma. quando ci si è gravemente sbagliati, in buona o cattiva fede, per cosi lungo tempo, sarebbe meglio fare il proprio esame di coscien :a, piuttosto che sentirsi in dovere, ora con la brutalità del censore, ora con la desi rezza insinuante del confessore, di «normalizzare » Solzenicyn. Jean-Francois Revsl (Copyright de • L'Expms • e per rlutla de - La Slampa »1

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