Successo per la sinistra che mette in crisi Giscard di Alberto Cavallari

Successo per la sinistra che mette in crisi Giscard I risultati delle " cantonaliin Francia Successo per la sinistra che mette in crisi Giscard Ha ottenuto, dopo il ballottaggio, il 56 per cento dei voti; ora controlla quasi metà dei "consigli generali" - Polemiche dei comunisti verso i socialisti - L'uscita del franco dal ".serpente" avvenuta di notte, un'ora dopo l'annuncio degli scrutini! (Dal nostro corrispondente) Parici, 15 marzo. I risultati definitivi deUe elezioni cantonali aprono una seria crisi politica nella Francia glscarriiana. La sinistra unita si è confermata vincente, col 56 per cento dei voti. II blocco di centrodestra, malgrado il sistema maggioritario, vede sconvolta la propria egemonia nel 95 dipartimenti metropolitani. Esso controllava infatti 60 consigli generali, contro la sinistra che ne controllava solo venticinque. Ora l'opposizione sale a più di quaranta, la maggioranza scende sotto 1 55. Globalmente, 879 seggi sono andati al centro destra. 841 alla sinistra; ma ci sono ancora 95 seggi non classificabili perché va chiarito il problema delle « sinistre varie >• che 11 hanno conquistati. In ogni modo, è certo che la sinistra avanzerà anche in molti di questi seggi incerti. Il suo progresso non è quindi avvenuto solo in termini percentuali. Essa ha fatto saltare le garanzie maggioritarie j mutando I rapporti di forza nelle strutture del Paese. Questa avanzata comporta parecchi traumi. Il primo è per una maggioranza presidenziale, duramente battuta; ed esso provoca dure critiche a Giscard d'Estaing, come se non fosse nota da tempo la sua incapacità di condurre una vera offensiva contro la sinistra, invece di dilettarsi coi gadgets delle sue pseudoriforme. Molti suoi uomini di governo sono stati battuti (come Soisson e Cavatile), da una sinistra che conquista almeno quattordici consigli generali alla maggioranza. Ma c'è un, secondo trauma per i comunisti che. nel secondo turno, hanno visto i socialisti spingersi al 30,9 per cento, e il loro 22 per cento ridursi nel ballottaggio al 17.4 per cento. Non si hanno ancora le cifre definitive al millesimo Ma è già chiaro chete' sinistre junite hanno perduto molti seggi (come ad Arles) perché parecchi socialisti si sono rifiutati di votare il candidato unico comunista. Cosi hanno confermato la loro vittoria, grazie a un ulteriore aumento dei socialisti, e malgrado il calo dei voti comunisti. Altrettanto chiaro è però che la maggioranza esce clamorosa mente battuta, coi giscardiani inchiodati all'8 per cento del primo turno, e coi gollisti avanzanti fino all'undici ^ cento. Non si può più ripetere la pietosa favola che la mag- gioranza perde per colpa dei soli gollisti. Dopotutto il vecchio Abelin e il vecchio Debré hanno vinto. Sono stati invece umiliati molti giscardiani ! d'assalto. Ma tutto questo significa, in primo luogo, che la Francia entra da oggi (in vista delle amministrative del '76 e delle legislative del '78) in una delle sue campagne elettorali più lunghe e più critiche. La sinistra ha davanti a sé due anni per andare al po- Itere. La maggioranza ha due anni per ricuperare. Cosi s'intravede una lotta serrata, per ventiquattro mesi, che terrà la Francia in stato d'emergenza. Le conseguenze di una simile emergenza sono del resto già esplose, stanotte, con l'ussita del franco dal «serpente», un'ora dopo i risultati elettorali. Germania e Stati Uniti non sostengono più, malgrado Rambouillet, una valuta in crisi. Giscard accetta l'abbandono per esportare di più. L'Europa ha un altro «ventre molle» nonostante la ripresa economica francese sembri alle porte. La maggioranza ammette la dura sconfitta, senza più sottili distinzioni. Tutti riconoscono (da Sanguinetti a Cavatile, da Deb ré a Labbé) che «il governo ha ricevuto un serio avvertimento» e che «la maggioranza deve ripartire da zero per la controffensiva». Malgrado i giscardiani chiedano (Chinaud) che «non sia messo in causa il presi¬ dente della Repubblica» le analisi si concentrano sopra «l'assenza di una strategia della maggioranza presidenziale». Si conviene che il «riformismo» giscardiano ha perduto due anni di tempo; e che il quadro politico, invece di migliorare, è peggiorato. Nel 74, conquistato l'Eliseo, Giscard disponeva di quattro anni per fare arretrare la sinistra dal 49 per cento delle presidenziali. Due anni dopo, la prima fase dell'operazione risulta fallita. Il ricupero, certe possibile, deve ora svolgersi in più difficili condizioni. Può ricuperare la maggioranza? La lezione delle cantonali contiene una serie di dati. Il calo delle astensioni al secondo turno ha giovato al governo, e si può certo desumere che una consultazione più politica ridurrà lo svantaggio C'è da credere, poi, che lo spettro della «sinistra alle porte», apparso più robusto nella consultazione, pro¬ durrà numerosi contraccolpi. Tuttavia non è facile trovare una strategia per « ripartire da zero». L'ipotesi centrista giscardiana è stata frantumata da un bipolarismo ferreo che vede sempre più schierata la Francia in due blocchi. Il «sogno ideologico» presidenziale non trova appigli in una carta elettorale che lo rende obbiettivamente sempre più vago. La speranza di portare i socialisti tra la maggioranza non è condivisa, dato il tempo breve e la radicalizzazione della lotta. Proprio il centrista Lecanuet ha detto: «Dobbiamo sconfiggerli nel 78. Poi verranno». Le vere speranze della maggioranza sono quindi a sinistra: nella crisi della sinistra. Soprattutto nell'ipotesi che la sinistra si sconfigga da sola, Alberto Cavallari (Continua a pagina 2 in sesta colonna)

Persone citate: Giscard D'estaing, Lecanuet, Sanguinetti