La minaccia d'una rivolta blocca gli atenei francesi di Paolo Patruno

La minaccia d'una rivolta blocca gli atenei francesi Nuovo "Maggio '68„ per gli universitari? La minaccia d'una rivolta blocca gli atenei francesi (Nostro servizio particolare) Parigi, 13 marzo. L'università francese è di nuovo in ebollizione. Da un mese lo scontento covava fra gli studenti, contrari a una riforma del secondo ciclo di studi universttari, la protesta si era sviluppata negli atenei di provincia, da Grenoble a Montpellier, da Rennes a Tolone, ma da qualche giorno ha investito anche Parigi, ha raggiunto Nanterre, «tempio» della rivolta del maggio '68. Cortei, scioperi, occupazione dei locali da parte degli studenti, e quindi esami sospesi (a Nanterre'. chiusura degli istituti (a Montpellier e CUgnancourt ) come replica delle autorità amministrative. Le organizzazioni degli studenti chiamano adesso gli universitari a raccolta, li incitano a partecipare compatti alla manifestazione nazionale di protesta, martedì prossimo, mentre il ministero minaccia, se le agitazioni continueranno pregiudicando l'insegnamento, di non concedere i diplomi intermedi di fine anno. La minaccia può accendere la miccia della rivolta? Le previsioni indicano concordemente che la protesta non si tradurrà in una fiammata ri¬ voluzionaria come quella del i g'6R, e nemmeno in manifesta- tzioni generalizzate come nel I q'73. Gli studenti della Francia glscardlana si battono contro la riforma del secondo ciclo degli studi perché, dice un loro documento, rappresenta «un grave colpo per l'insegnamento superiore in quanto svaluta le formazioni, inflaziona le lauree, conduce i giovani a una dequalificazione o alla disoccupazione, abbandona l'università al padronato, secondo una valutazione esclusivamente utilitaristica dell'insegnamento, crea carriere segreganti, aggrava la selezione, lo spirito d'éliten. E il sindacato nazionale dell'Insegnamento superiore (che raggruppa i docenti di sinistra) rincara: «Gli scopi della riforma del secondo ciclo sono d'accentuare la selezione, ridare al capitalismo potere nell'università senza alcuna contropartita, rinforzare un centralismo che rimette in causa tutte le conquiste del maggio '68». Al ministero dell'Istruzione ribattono che il fine di questa riforma è semplicemente di procurare a chi termina gli studi superiori sbocchi diversi dall'insegnamento. Nel secondo ciclo, gli studi si scinderebbero in due tronconi: uno formerà i futuri ricercatori, gli insegnanti, l'altro invece selezionerà il personale dirigente delle aziende. Questo è il punto di attrito fra governo e universitari. Gli I studenti non sono in fermen j to questa volta perché hanno ereditato i motivi del malessere morale, ideologico o sociale che animava le rivolte universitarie al tempi della guerra d'Algeria ila denuncia della pratica delle torture o le campagne d'appoggio aU'Flnì, e neppure le spinte ideali per un completo ribaltamento della società come nei maggio '68, quando la barricati del Quartiere Latino e di Nanterre costituivano un polo del csiqgs1rrtrnirldlsgdsasigldngrande incendio che investiva, Bcrlino e Berkeley. In unajlFrancia con oltre un milione di disoccupati, gli studenti francesi hanno dovuto mutare mentalità e obiettivi, perché non appaio:,., più destinati, come qualche anno fa. a diventare «cadresti superiori, a raccogliere l'eredità dirigeiv ziale del Paese: oggi sono i preoccupati perché vedono ri-i dotte le loro speranze di prò- Ncms mozione sociale, perché devo no lottare per trovare un po sto di lavoro, perché devono rinunciare al traguardo di OS sere dei neodlrigenti. Al centro di questa batta glia è Alice Saunier-Seite. \>e- gretario di Stato alle universi tà, la quale non si aspettava, quando a gennaio è stata chiamata al governo da Gìscard e da Chirac. il pasticcio in cui si sarebbe trovata. Oggi questa ex professoressa di geografia e rettrice d'università è diventata il «nemico n. 1» degli studenti che non le risparmiano critiche anche feroci. L'altra sera è apparsa in tv: ha minacciato di non far rilasciare i diplomi a fine anno e si è detta stupita perché il 5 per cento degli universitàri riesce a imporre la sua volontà a tutti gli altri, vale a dire ha trattato da «pecoroni» l'altro 95 per cento, con 11 risultato che non ha trovato difensori (a parte lo spanilo gruppetto dei giovani giscardianii ma solo accusatori. E' stata definita, per il suo autoritarismo «una buona piccola allieva di Poniatowskl», gli è stato rinfacciato «un comportamento cinico», è stata accusata, per le sue minacce, «di provocare la rivolta invece di ristabilire l'ordine negoziando con gli studenti». Alice Saunier-Seite non ha voluto usare il sorriso, la volontà di dialogare, ma il pugno duro con gli studenti. Con il risultato che nelle università francesi torna a spirare il vento della rivolta. Paolo Patruno

Persone citate: Chirac

Luoghi citati: Algeria, Francia, Parigi, Tolone