Le "mini-elettriche,, non si arrendono di Gianni Rogliatti

Le "mini-elettriche,, non si arrendono Le "mini-elettriche,, non si arrendono Presentato anche ano studio della Ford che prevede l'applicazione di un motore a benzina - Sofisticati sistemi elettronici applicati nel campo dei cruscotti - Reinventato un propulsore a pistone oscillante /Nostro servizio particolare! Ginevra, 12 marzo. La minivettura non muore. A Ginevra ci sono almeno tre modelli di piccole auto elettriche, tutti conosciuti, e cioè la Zele di Zagato, la Marden francese (debuttò al Salone di Parigi in ottobre) e la Sebring Vanguard, esposta da Briklin. Sull'auto elettrica è stato detto tutto, torse anche qualcosa in più: in passato si son fatte promesse insostenibili alla luce della tecnica di allora <e di oggi)- Ma questi costruttori che insisto no nella produzione di piccole macchine elettriche dimostrano notevole perseveranza. Alla lunga, forse, avranno ragione loro. La quarta minivettura presente è uno studio della Ford, previsto per l'applicazione dì un gruppo propulsore a benzina, possibilmente derivato dulia nuova auto che la Ford produrrà in Spagna. Trattandosi di un prototi po è prematuro fare apprez zamenti. Per di più sembra che il motore sia destinato a cambiare, perché evidentemente troppo grosso (è un quattro cilindri di 900cc e per questa macchina ne ba sterebbe la metà). La più piccola vettura se riamente in produzione resta quindi la Fiat 126. Rappre senta, forse, il limite minimo sotto cui nessuno intende scendere, sia come dimensio ni che come numero di po sti, di ruote e di cilindrata L'elettronica sofisticata fa solo capolino in campo auto mobilistico: scomparsi i si stemi di iniezione (sostituiti da quelli a comando mecca nicii. più semplici e precisi), restano il dispositivo di controllo e gli strumenti. La Cadillac Seville monta uno stru mento che segna le ore, 1 minuti, la data del mese e la temperatura esterna; inoltre, serve come cronometro pei registrare il tempo di viag¬ gio, il tutto con indicatore digitale a stato solido. Il più avveniristico tra i cruscotti è quello anticipato dalla Bertone per il prototi- | po su meccanica Alfa Romeo 33. SI tratta di un pannello indicatore studiato dalla Borletti. Nel frattempo la ' casa milanese ha già reali/ zato un orologio digitale, che < ha presentato al Salone. Sul j pannello che costituisce il cruscotto dei prototipo Ber i tone sono indicate anche la posizione dello spoiler o alettone anteriore che è regolabile, la curva di potenza del motore e quella di coppia in funzione del numero dei giri, la velocità coi corrispondenti spazi di frenata e le accelerazioni nei tre sensi, positiva in avanti negativa in innata e laterale in curva. Non è mancata a Ginevra la proposta di un motore « diverso »: esposto per ora sotto forma di modellino animato, si tratta di un propul¬ sore in cui il sistema biella pistone forma un tutto unico, essendo stato eliminato lo spinotto. Per questa ragione il pistone è costretto ad oscillare nella sua corsa den tro al cilindro, il che richiede unu forma particolare del pistone e del segmento eia stico di tenuta. L'inventore un certo Saltzman, forse i gnorava che la stessa solu zione è già stata sperimenta ta in passato, cosi come la sua gemella cioè quella con pistone-biella rigido e con il cilindro oscillante (usata an che in piccole motrici a va poro). Per fare il motore a scop pio tradizionale è stata neces saria una lunga evoluzione della tecnologia attraverso la quale sono state scartate via via le soluzioni che davano risultati meno soddisfacenti Per tale ragione il motore a scoppio classico regnerà incontrastato per molti anni. Gianni Rogliatti

Persone citate: Borletti, Marden, Saltzman, Sebring, Zagato

Luoghi citati: Ginevra, Parigi, Spagna