Proposti 12 parchi naturali

Proposti 12 parchi naturali In Piemonte Proposti 12 parchi naturali Le associazioni naturalistiche propongono alla Regione Piemonte un piano per la costituzione di undici parchi naturali come organico sistema di tutela e valorizzazione dell'ambiente di montagna, pianura, collina, dei boschi e dei fiumi. Essi devono, secondo l'affermazione di Jean Dorst, direttore del Museo di storia naturale di Parigi, «contribuire alla valorizzazione totale del territorio»; sono cioè un modo di «gestione» del territorio stesso sia che riguardino zone completamente spopolate come potrebbe essere la «Val Grande» nell'alto Novarese, oppure ambienti come le Langhe o l'anfiteatro morenico della Serra di Ivrea con ampi insediamenti umani. «Le Langhe e la Serra — dicono i proponenti — saranno il banco di prova della maturità urbanistica e sociale degli amministratori e dei cittadini che le abitano». Il documento è firmato dall'ingegner Framarin della lega italiana per la protezione degli uccelli (ma è anche direttore del parco nazionale del Gran Paradiso); ingegner Fornerone per il Club alpino italiano; ingegner Barello per il Fondo mondiale per la na tura; Nuccia Baroero per Pro Natura Torino; ingegner Voi piano per Italia Nostra. Lo presenteranno martedì 16 alla consultazione che la giunta piemontese terrà per preparare il piano dei parchi, in attuazione alla specifica legge regionale varata il 4 giugno scorso. La Regione presenta una prima serie di proposte che deriva da un censimento più volte rilanciato, e secondo il quale le aree da proteggere sarebbero 133. In linea di massima se ne ritengono degne di intervento 31, di cui parte parchi e parte riserve integrali, cioè non accessibili all'uomo. Le leggi istitutive per ciascuna di esse, che seguiranno al piano, prevedono una scadenza piuttosto lunga: i cinque enti naturalistici, invece, ne propongono undici, ma ne chiedono l'avvio «tutto e subito». Il salvataggio di questi ambienti — dicono — e urgentissimo. Oltre alle due che già abbiamo indicato e che hanno la prerogativa di una popolazione insediata da tempo, le altre nove zone sono: Valli dol Gesso, nel Cuneese, confinanti con il parco nazionale francese del Mercantour; Gran Bosco di Salbertrand in Val di Susa dove l'urgenza dell'intervento è resa necessaria dai continui assalti fatti per insediamenti turistici; Parco dell'Orsiera e Rocciavrè, sempre in Val di Susa; Alpe Veglia in Val d'Ossola dove l'ambiente naturale dominato dal monte Leone è uno degli spettacoli più belli che si possano ammirare in Piemonte; Val Grande, tra il Verbano e l'Ossola, zona selvaggia da conservare tale e quale; colline di Torino e di Asti da difendere insieme con il Po; Capanne di Mercarolo, negli Appennini, da collegare con l'omonimo parco nazionale ligure; tutto il percorso pianeggiante del Po fino al Bosco della Partecipanza (compreso) in territorio di Trino Vercellese, unico esempio di foresta ancora esistente in Piemonte, dove, secondo la Regione, ci sono 2000 nidi di aironi con 1500 coppie; sponda destra del Ticino; Baraggia vercellese. Non si tratta di semplici indicazioni di massima; scendono nel particolare e, a proposito del Po, per esempio, indicano: il tratto da Villafranca a Moncalieri, in particolare le confluenze del Pellice, del Va-raita e del Maira; il tratto da Settimo al confine con la Lombardia, in particolare le confluenze col Malone, l'Orco, la Dora Baltea, il Sesia, l'Elvo. Naturalmente tutti questi fiumi hanno zone caratteristiche da valorizzare, citiamo soltanto i boschi di Greggio e l'isolone di Oldenico sul Sesia, ora di proprietà della Regione che ne tutela sia i boschi che la preziosa «garzala». E' tutto un complesso che vai la pena di salvare. Ma occorre molta buona volontà e precisi impegni politici. Domenico Garbarino

Persone citate: Baraggia, Domenico Garbarino, Fornerone, Framarin, Jean Dorst, Maira, Malone, Nuccia Baroero