Atene venti mesi dopo di Tino Neirotti

Atene venti mesi dopo ANCORA INCERTA LA GIOVANE LIBERTA GRECA Atene venti mesi dopo Atene, 10 marzo. La tiepida e limpida primavera di Atene è turbata in questi giorni non soltanto da improvvisi annuvolamenti e da sferzate di vento gelido, ma da voci di complotti tra militari e l'estrema destra, dal timore crescente di provocazioni turche, da inquietudini profonde e non bene definite In apparenza la vita scorre j sempre uguale ed è difficile I che il turista colRa il disagio j che si diffonde. Tra l'Acropo- ! li e la Plaka, nei ristoranti i all'aperto delle insenature al | Pireo, sui piroscafi che puntuali compiono il giro delle isole dai nomi famosi, passano incessanti gruppi di americani d'una certa età e giapponesi per lo più giovani, primf ondate di quei 4 milioni di stranieri che sono attesi per le vacanze di quest'anno. Tuttavia anche i giornali, come VAthens News, che essendo in lingua inglese vengono acquistati specialmente dai turisti, rivelano ad una attenta lettura le preoccupazioni del presente e la delu¬ sione dopo gli entusiasmi di | venti mesi fa quando, caduta la dittatura dei colonnelli, rifiorivano le libertà politiche. Ed è proprio l'omb.a dei colonnelli, e de' fascismo che esri avevano pollato, ciò che ut; m turba maggiormente. Voci di "golpe" VAthens News di mercoledì scorso pubblicava in prima pagina e con rilievo una smentita alle voci di una cosputatone tra ufficiali ed elementi di destra stroncata dal governo. La notizia era stata data con caratteri vistosi dnl quotidiano di ispirazione centrista Ta nea. e ripresa da altri. Che qualcosa sia accaduto è certo, ma come e fino a che punto è impossibile dire. I fatti sicuri sono questi. Nella scorsa settimana era stato arrestato il colonnello della milizia di Salonicco, Kontoyannis. Il capo d'accusa non è stato reso noto. Secondo il ministro della Difesa, Evanghelos Averoff, egli aveva compiuto un atto disdicevole, k act unbecoming ». per un ufficiale. Inoltre nello stesso momento le autorità del carcere di Koridallos, nel golfo del Pireo, avevano proibito ogni visita e contatto per Demetrios Joannides. | l'uomo forte del regime dei colonnelli, condannato all'ergastolo, al quale guardano 1 nostalgici della dittatura. Secondo Athens Neios. le voci del complotto potevano essere sorte da questi due episodi. Comunque, ufficialmente e con forza, è stata smentita una prima notizia in cui si diceva che i cospiratori — ufficiali in servizio, ex ufficiali di Papadopulos e individui d'estrema destra — avevano organizzato squadre d'assalto per uccidere e rapire, con lo scopo di rovesciare il regime democratico. Con minor vigore invece si è negato che fosse in corso un'azione dei vecchi fedeli dei colonnelli, che sì trovano ancora tra i civili e i militari, per costringere ii governo a promulgare un'amnistia generale a favore dei condannati politici. Queste notizie, che sono ar- dlnpnaS| n rivate ad un anno esatto dal- c la scoperta di un'altra cospi- razione (quella dei 37 ufficia- j c li che tentarono una solleva- ! m zione nella base di Larissa), q dimostrano che l'unione sacra 1 ndi tutti i greci, invocata da Karamanlis tornato dall'esilio di Parigi per raccogliere le rovine lasciate da Papadopulos, è fallita. Il solco che separa governo e opposizione appare sempre più profondo; l'opposizione di centro e di sinistra è divisa a sua volta e trova un solo punto d'incontro: quello di accusare il governo Karamanlis di debolezza verso gli esponenti del regime dei militari e gli uomini compromessi con loro. scultLe proteste vengono anche | dalle file dei sostenitori del- j 10 statista, ossia da alcuni dei i 220 deputati della « Nuova democrazia ». Gli rimprovera- no di aver lasciato a metà i l'epurazione, d aver fatto ca-1 dere le teste più in vista, ma d'aver lasciato intatto il complesso dell'organizzazione del colonnelli: dicono che nella magistratura, nella polizia, nella diplomazia, i nostalgici sono numerosi, potenti e impazienti di prendersi una rivincita. Karamanlis e i suoi rispondono che le sanzioni inflitte sono state oltre 100 mila, che non si può epurare senza fine e che bisogna distìnguere tra « i collaborazionisti per necessità » e tra i « servitori colpevoli » dei colonnelli. Il ministro della Difesa Averoff ha dichiarato l'altro ieri, mentre smentiva ai corrispondenti esteri l'asserito complotto, che gli uffi-1 eiali oggi in servizio sono fedeli al loro dovere e che essi non si lasciano indurre in errore da ciò che possono dire pochi ex ufficiali cacciati via dall'esercito. Molti fatti però inducono a ritenere ottimistica e purtroppo non reale l'affermazione del ministre. L'inviato di Le Monde, in una corrispondenza del 6 di questo mese, cita 11 caso di un soldato spedito davanti alla Corte marziale perché trovato in possesso di due quotidiani, il centrista Vima e il filogoverna tivo liberaleggiante Kathimeri/li; inoltre ricorda una rapida indagine fatta su un aereo delle linee interne: su trentadue passeggeri che leggevano giornali greci, soltanto cinque - dell'esercito — avevano in ,e tutti ufficiali 1mano YEleftheros Cosmos. irgiornale che era stato l'or- ; gano ufficiale della giunta | militare nei sette anni della dittatura, e che ora bandisce la crociata del risorgimento nazionale contro la presunta politica filocomunista dì Karamanlis. chiamato il « Kerensky greco ». Questo glor-1 naie, che già prima del '67 aveva teorizzato il colpo di IStato militare, ora chiede il | ritorno di re Costantino, in nome dei « giuntisti-monar- chici », un gruppo politico di recente formazione che rac j coglie i sostenitori del regi ! me forte di Papadopulos e quelli della vecchia idea mo 1 narchica. A questo gruppo nascente vanno le simpatie più o meno segrete di ambienti finanziari, industriali e commerciali che possono trovare ostacoli nella nuova linea di libertà politica e sociale (in un convegno di questi giorni l'hanno chiamata socia/mania) e considerano insopportabili le riforme fiscali. L'equilibrio difficile della situazione politica interna (compreso bene dallo spam- to gruppo dei comunisti che. | contro i « giuntisti ». propen¬ j gono ai centro e alla sinistra i una larga intesa secondo « la vla italiana ») è reso più pre cario daila questione aperta i dl cìpr0 e dalla pressione 1 1 dell'iniziativa turca. Un altro argomento di polemica aspra in questi giorni e d'incertezza per l'avvenire è infatti dato dalla notizia che proprio ieri c oggi le forze aeronavali turche compiono manovre nel mar Egeo e che le ripeteran- I no il 24-29 di questo mese. Manovre turche Gli esperti politici e mili tari qui ad Atene sono convinti che, data la scarsa importanza tattica e strategica di queste operazioni, esse abbiano come scopo l'« escalation » della « guerra del nervi » contro la Grecia. Lo riferisce ancora VAthens News il quale afferma che lo scopo dei turchi è di provocare reazioni o contro-manovre del greci per destare quanta più pubblicità possibile la quale avrebbe diversi effetti danno-si per il governo Karaman- lis: da una parte aumentarela perplessità e i dubbi della Comunità europea ad accetta- re come membro un Paese che si trascina dietro tanti problemi e dall'altra spaventare i milioni di turisti che stanno per accorrere da tutte le parti e che danno la maggior fonte di ricchezza al Paese. Nella stessa pagina in cui il giornale riporta queste notizie e considerazioni, e proprio a fianco di esse, compare un trafiletto dal titolo « Stampa greca irresponsabile » nel quale un portavoce di Karamanlis lamenta che si esagerino alcuni avvenimenti, sull'esempio dei quotidiani turchi, col pericolo di deteriorare le relazioni tra i due Paesi. La preoccupazione che il portavoce non esprime ma che appare molto grave è che le notizie possano esasperare l'orgoglio nazionalistico degli ufficiali e dell'estrema destra che pure hanno visto, in occasione di Cipro, Papadopulos, il colonnello despota e millantatore, cedere ai paracadutisti di Ankara. Dopo venti mesi, la libertà riacquistata non si presenta ! del tutto slcura; timori e pau1 re "tornano, 1 azione di Ra ! ™nianlis corre sul filo del ; racji0- sl.^ve. in B™n parte ! alla ,sua »ducla nfUa demo, i cra2ia di "P° occidentale, ai Ia s.ua energia e al suo pre ' sti*10- cne rlmane Brandissi mo. se i gruppi nostalgici e reazionari non riescono a imporsi. Anche da sinistra gli riconoscono che egli oggi rimane 11 solo baluardo della democrazìa in Grecia. Tino Neirotti

Luoghi citati: Ankara, Atene, Cipro, Grecia, Parigi, Salonicco