Morti 42 sciatori nella cabina della funhrln che si schianta di Giuliano Marchesini

Morti 42 sciatori nella cabina della funhrln che si schianta La terrificante sciagura di Cavalese in Val di Fiemme Morti 42 sciatori nella cabina della funhrln che si schianta Un tuffo nel vuoto di 70 metri dopo la rottura del cavo - Dodici uccisi sono italiani, trenta austriaci e tedeschi - Unica superstite una studentessa milanese di 15 anni che è grave - Distrutta una famiglia (madre e due bimbi), misteriosamente scomparso il padre: forse si è salvato e vaga impazzito - Sabotaggio? j (Dal nostro inviato speciale) Cavalese, 10 marzo. Un dondolare sull'onda del vento de'la sera, poi uno strattone, un volo terrificante. La funivia del Monte Cernila, che trasportava un grappolo di sciatori, si è schiantata su un pezzo di prato nel mezzo di una corona di abeti: rottami rossi sopra .ina chiazza verde. I morti sono 43: 12 Italiani e 30 str;t ìt-ri. in prevalenza austriaci e tedeschi venuti da Uenz e da Monaco per le « settimane bianche ». Tre bambini e tanti ragazzi. I corpi il hanno recuperati questa notte, alla luce delle fotoelettriche in fondo alla vallata, e adesso sono In fila sopra materassi in uno | stanzone del seminterrato I dell'ospedale di Cavalese, dalle finestre schermate dm I panni. C'è una sola superI stite. E' una ragazzina di 15 ! anni, si chiama Alessandra ' Piovesana ed è di Milano: ] ha fratture al bacino, alle gambe, lesioni In molte altre parti del corpo. Le sue I condizioni sono gravissime, ' ma c'è speranza di salvarla. La gente guarda laggiù, nel | la conca, e stenta a credere. La stazione della funivia del , Cermis s'affaccia da una balconata sul torrente Avisio, | che scorre incassato tra i dirupi. Da quota 1000 di Cavalese porta ai 2300 metri della montagna che sta di fronte: il primo tronco, dal paese al Dos dei Laresi. scavalca vertiginosamente il corso d'acqua, la fune d'acciaio si appoggia ad un pilone imponente. Al termine di questo tragitto, le frotte di sciatori scendevano e dopo una decina di metri a piedi riprendevano il viaggio « aereo »: il secondo tratto. Ano all'Alpe del Cermis, è un balzo di circa 700 metri sorretto da due tralicci che si ergono sopra larghe strisce di neve. Lassù, all'arrivo, ci sono 9 piste di sci, 2 seggiovie e 2 skilift: la meta di buona parte del turismo che si riversa nella zona di Cavalese. Anche ieri c'era folla alle stazioni di partenza ed arrivo della funivia del Cermis. | Nevicate recenti e tempo ab- , bastanza buono. La gente ha ! trascorso la mattinata e il pomeriggio scendendo lungo le piste che tagliano il verde del monte. All'imbrunire, le cabine del gigantesco impianto hanno già compiuto una cinquantina di viaggi, fra andata e ritorno. Alle 17,20, quella che dev'essere la penultima corsa verso Cavalese. Nella grande scatola di metallo che sta per librarsi sopra la vallata, si raggruppano gli sciatori, i volti arrossati dal freddo pungente: sono 41. con i'n accompagnatore » Ivo Del Vai, 18 anni, che avrebbe dovuto essere di riposo ma ha preso il posto di un collega. Nella vettura s'infila di fretta la famiglia di Fabio Rustia, trentanovenne, direttore della filiale della « Standa » del Lido di Venezia: sua moglie Adriana e i due bambini. Alessandro, di 12 anni e Lorenzo, di 9. Sono venuti a Cavalese per il terzo anno i consecutivo, sono arrivati il 1' del mese a bordo della loro « Opel » e hanno preso in affitto il solito alloggio presso la signora Katy De Mattio. Ci sono, di ritorno dai campi di neve, tre studenti della IV ginnasio del « Carducci » di Milano, tra i quali Alessandra Piovesana: hanno sciato per qualche ora e sono stanchi, hanno deciso di precedere gli altri 27 compagni nel rientro a Cavalese. E arrivano trafelati, per essere inghiottiti dalla funivia, anche 7 ragazzi della colonia che i Vigili del fuoco di Lienz hanno istituito in Val di Fiemme. La cabina sfila lieve lungo la fune d'acciaio, in pochi minuti si lascia alle spalle i due piloni del tratto più lungo, sbuca in vista del torrente Avisio. Ormai è a poco più di 150 metri dall'arrivo. Sulla balconata della stazione ci sono Franco Betta, 23 anni, e Giancarlo Gilmozzi, figlio di un albergatore di Cavalese. Betta poi: « Eravamo da poco usciti da un locale, dove c'eravamo fermati a bere qualcosa. Stavamo osservando la funivia nell'ultimo tratto della discesa. A noi pareva che venisse giù tranquilla, come sempre. Ma ad un certo momento, ci è sembrato che tornasse indietro d'un bel pezzo. Chissà, ci siamo detti, forse è una manovra operata dalla allarmati, in quel momento. Così, abbiamo distolto per ra^5°".eIr il lIli IfiU/iul'l u UJICf uhi stazione Non eravamo qualche istante lo sguardo. Ma poi. un gran botto, e abbiamo visto la cabina schiantata laggiù ». Il cavo della funivia del Cermis s'è spezzato all'altezza dell'ultimo pilone, ha dato una violentissima « frustata » alla vettura, l'ha fatta retrocedere di qualche centinaio di metri: la cabina, dopo un tuffo di una settantina di metri, s'è abbattuta su un dirupo poco oltre una barriera di alberi ed è roto- j lata fino nel fazzoletto di i prato, i fianchi sfasciati, mentre sulla tettola piombava la carrucola pesante oltre 10 quintali. Adesso nel rettangolo d'erba è un groviglio orribile di corpi. Franco Betta e Giancarlo Gilmozzi balzano sull'auto del figlio dell'abergatorc e a tutta velocità scendono verso il fondo della valle. Oltrepassano il ponte sull'Avisio, lasciano la vet- tura e si inerpicano. Rag' giungono il prato e cercano di far qualcosa, le mani porcorso dai tremiti. « Gemiti e singhiozzi — dirà Betta — e noi ci siamo fatti coraggio l'un l'altro: su, forza, non perderti d'animo: bisogna aiutarli. Quattro o cinque davano ancora qualche segno di vita. C'era quella ragazzina. Alessandra, che sta- Giuliano Marchesini (Continua a pag. 2 in quarta colonna) Cavatese. Le vittime intorno ai rottami della cabina schiantatasi dopo una tragica caduta di 70 metri (Foto Ap)

Persone citate: Alessandra Piovesana, Betta, Carducci, Fabio Rustia, Franco Betta, Giancarlo Gilmozzi, Katy De Mattio, Piovesana