iIl mugnaio eretico nell'arcaico Friuli

iIl mugnaio eretico nell'arcaico Friuli iIl mugnaio eretico nell'arcaico Friuli , . T, , Carl° «inzburg: « Il formag „ . „ Era un contadino « vestito gio e i vermi », Ed. Einaudi, pag. 188. lire 3400. vegeercoblcoconeseSstfadi bianco ». cioè uri mugnaio, Jb un paesinQ rfj cQllina f rjM/j Montereale. e si chio mava Domenico Scandella. Lo giustiziarono, per recidiva eresia, l'inverno 1599: da vivo gli dicevano « Menocchio », così come nella Bassa pada-'jana (7» avrebbero detto « M in-1 scgòn». o «Minghino, a secon-ì ™da della statura e del peso, j d«lo credo che Dio è uno] f— disse ai giudici — ed è il. Mmondo ». Per scolparsi di cer- ; terostdcepcote altre sue idee: « lo non credeva che il paradiso fosse, perché non sapeva dove fosse ». , j;ra gia sfa/0 t„ carcere e inquisito dodici anni prima ,jjn prete lo aveva denuncia-\laj to i suoi paesani avevano do- .pufo ammettere che faceva m1 strani discorsi sulla religione M j; napa l'universo « Fantasieo c/,e mi'erano venute in testa P per naver ;e/f0 \a Bib'a e't\ M per navere l'ingegno acuto » ti spiegava lui. sminuendosi a ' es meta, Perché poi come stulo ri di rimuginare sempre quel1 d . . . _ in vuto ammettere che )aceva\n suo interno moto perpetuo, o ° di p^rne coi contadini, non sc ; 7eslsÌùim'\ìròppo7t7nìÌà "7Ù ! Jg Tribunale!) di dialogare /Ina/-! mcntc con dei dottori, dettai "lente istruita. Si impiccò co- ~ 1 s;_ come si dice, con le prò- 1 prie mani. « Tutto era un 1 caos _ raccontava -, cioè . terra, acre, acqua et foco in- ; sterne; et quel volume andan ( do cosi fece una massa, apon | to come si fa il formazo nel . latte, et in quel diventorno —— — ■ eacprasamRr vermi, et quelli fumo gli an- j geli... et tra quel numero ve i era ancho Dio ». La prima volta se la cavò ì con il carcere, poi con l'ob-' bligo di vestire un abituccio i con sopra la croce da ereti- \ co: e così andava a suonare nelle feste, girava da un paese all'altro. Poi Lunardo e Simon, Pignol e Zannuto testimoniarono che non ce la faceva a star zitto, che anco- ja cercava qualcuno per di scuterci. e allora lo dovette- ™ proprio far fuori, su or dine e decreti di Roma. « Il favolo — ci aveva provato Menocchio — qualche volta tenta, che si dica qualche parola ». Era oramai vecchio, e stanco di guai. Forse anche di se stesso. Così, tutto successe come una liberazione per tutti, giudici, autorità, compaesani e lo stesso impu- lat0 Nl ma Menocchio era gonfio di idee, orgoglioso di quella sua ap Passionata curiosità diversa. Mugnaio: né contadino né ar tiaia"°- dunque, né povero né esercente. Ma. come all'oste ria i paesani si incontravano da lui e tutti si chiacchierava n tlisrlitt'rn neviorne- rnn rll. on era stato così la prin 1 volta- nell'86'87. Allora ° discuteva assieme: con di scorsi lenti come le macine Jgf stritolavano il grano, sot c senza bicchieri di vino "* scoppi di voce 11 lavoro ~ . \°'°»>- stelle, animali, fuoco, 1 °f'uc- e " appassionata curio I * era quieto, ripetitivo, legato alla terra anche se meccanico. Attorno, un mondo quasi povero, di piccola agricoltura premontana, legno, acque, sassi. 1 pochi signori modesti anche loro, senza peso economico né autorità politica. La Repubblica li limitava favorendo i paesani: così come proteggeva tutti un prudente equilìbrio con la Chiesa. Vecchio e nuovo, agricoltura e mestieri si equilibravano anche loro: l'inverno ci si scambiava dei libri da rimuginare nella stalla: qualche altro ar-, tigiano, ma girovago Iscalpellini, muratori, pittori), porta-, va notizia di discorsi, di idee. \ Tanti anni dopo il Iran-. cese Guehénno racconterà una Bretagna fine secolo dove i mestieri si chiamavano' « virtù », ed i loro rappresen- ! inni: discutevano una propria cultura razionale e speculativa, un pratico idealismo, un i radicalismo contadino anarchico e patriarcale. Era un vecchissimo mondo sopravvissuto nella povertà, che la Rivoluzione aveva salvato. Qui nel Friuli, invece, la fine, del '500 vede la « evangelizzazione » controriformista delle campagne fino allora lasciate! quitte: nello scontro una vec-\ chia civiltà contadina, orale, si frantuma e disperde, con le sue immagini remote di Dio-natura, il suo scientifìsmo j pratico, lu filosofìa naturale. \ Era stato un « realismo » me-1 dievale: un precristiano tolle- < rante egualitarismo contadino, un elementare materiali-I smo. Profonde memorie, e \ « ingegno acuto »; terra e sta sita » umana. Una antica cultura contadina, con Menocchio. si frantuma alla cultura cittadina e ì ufficiale. Una civiltà parallela diventa oramai marginale, e\ soprattutto subalterna, t suol\ frutti più gonfi, sono anche ; gli ultimi. Proprio come un i formaggio, e non ne nasceranno che vermi. Claudio Savonuzzi

Persone citate: Domenico Scandella, Einaudi, Lunardo, Pignol

Luoghi citati: Friuli, Iran, Roma