Cosa pensa dell'Europa?

Cosa pensa dell'Europa? INTERVISTE A PERSONAGGI DI 4 PAESI Cosa pensa dell'Europa? Umberto Eco, professore di semiotica, saggista, scrittore. £." una domanda difficile, e si deve rispondere o con una banalità o con una provocazione. Quindi preferisco non rispondere. Mi accorgo però che sto evitando di pronunciarmi sul continente nel quale vivo. Questo non accadrebbe né ad un americano né ad un africano. La cosa mi preoccupa. Devo pensarci sopra. Marcello Mastroianni, attore. Innanzitutto la auspico. Le ragioni sono tante: geograficamente l'Europa sembra nata per essere unita; culturalmente i Paesi europei hanno una matrice comune che è patrimonio dell'Europa tutta. Ma poi, perché noi no, l'America sì, l'Asia sì e la Russia sì? Il momento è giunto. Sarebbe molto bello poter pensare di essere a casa propria a Roma come a Parigi, a Londra, o a Francoforte. Inoltre l'unità dell'Europa contribuirebbe a creare uomini migliori e situazioni migliori. Karl Schiller, ex ministro dell'Economia. L'Europa, nonostante la recessione dilagante e l'aumento del prezzo del petrolio, ha una chance. Riuscirà a superare le attuali difficoltà se sarà capace di mobilitare, riunendo gli sforzi di tutti, quei valori che nel processo di civilizzazione occidentale sono risultati le basi decisive della forza economica europea: la capacità inventiva, l'iniziativa, la disciplina lavorativa e il dinamismo imprenditoriale. Nella concorrenza economica mondiale l'Europa rappresenta sempre, per questi valori, il più idoneo ambiente naturale, che sarà tanto più efficace quanto più all'interno vi sarà convegetila di indirizzi della politica economica. Toni Schmiicker, presidente della Volkswagen. L'unione europea è a mio avviso l'impegno di questa generazione. L'attuale unione economica è la base per la necessaria fusione degli indirizzi politici di domani; questa, a sua volta, è la garanzia di stabilità per il mondo occidentale di dopodomani. Chi cerca la stabilità economica e politica non può che dire sì all'Europa. Sir Norman Reid, direttore della Tate Gallcry. Fra i partners europei l'Inghilterra si distingue per avere le leggi liberali più pazze, che consentono l'esportazione di tesori artistici, e il programma più modesto per allestire all'estero mostre di artisti nazionali. Dovremmo imparare la lezione dai nostri amici del continente e aiutare i nostri ortisti così come aiutiamo la nostra sofistico 'ci Industria. Franco Zeffìrelli, regista cinematografico e teatrale. L'indicazione storica precisa di veni'anni fa ci avrebbe forse offerto l'ultima possibilità di salvaguardia del patrimonio morale, culturale e democratico del continente euro¬ peo, e non per nulla l'unificazione europea costituì il più struggente sogno di tutta la vita politica di Alcide De Gasperi. Oggi, scavalcata dalle tempeste della nostra epoca, non vorrei che l'unificazione europea fosse un'occasione offerta ai russi di trovare tutti i problemi europei radunali in un bellissimo bouquet. Renzo De Felice, storico. Indubbiamente, la crisi del processo di integrazione europea sotto l'aspetto sia politico sia economico è determinata in larga misura dalle difficoltà che gravano sull'Europa e che provocano una serie di diffidenze e di forme di protezione nocive. Però, ad un livello diverso — di opinione pubblica, di massa — questa crisi è anche connessa al fatto che non si è riusciti a dare dei valori reali al processo di integrazione. Comunque si vogliano giudicare, le prospettive europee dei De Gasperi, degli Adenauer, degli Schuman, e al limite dello stesso De Gaulle, erano delle prospettive che potevano mobilitare l'opinione pubblica. Oggi, queste prospettive mancano. Siamo arrivati al paradosso che, se una prospettiva europea viene suggerita, è la Cina a farlo. lord Pian, ex presidente della Reale accademia di medicina. Ai Nove dovrebbero aggiungersi, e subito, l'Ungheria, l'Austria, la Germania orientale, la Cecoslovacchia e, perché no, anche la Russia e la Polonia. Jean-Louis Trintignant, attore. Sono un acceso sostenitore dell'unità europea, la sola in grado di calmare i nazionalismi che sono fattori di guerra. Purtroppo non riesco a vederla in fase di realizzazione. Non ci sono grandi cambiamenti, le dogane sono ancora al loro posto, le tasse sono praticamente immutate. Sul piano professionale l'Europa non ha alcun significato. Eppure sarebbe formidabile avere un pubblico europeo e un cinema capace di attingere a tutte le culture del continente. E perché non creare allora una lingua europea? Oggi l'Europa è un affare che riguarda i tecnocrati. L'Europa è forse difficile da costruire perché non viene fatta contro qualcuno o qualcosa. Il giorno che verrà attaccata da una potenza esterna, si realizzerà molto presto. Iulietic Greco, cantante. L'Europa, per me, è una terra abitata da uomini. L'Europa unita è invece un vecchio sogno che non riesce a diventare realtà. Odio i confini. Bisognerebbe abolirli. I signori che parlano soltanto di soldi dovrebbero mettersi, d'accordo: non esiste nemmeno un regime fiscale comune. Viaggio molto e mi accorgo di cosa succede, cioè niente. La gente non crede più a nulla. Né facciamo molto per convincerla. Tuttavia ho una specie di saggezza che chiamerei pazienza. Attendo. Eugenio Montale, Premio Nobel 1975 per la letteratura. Cosa penso dell'Europa? Per prima cosa non capisco cosa si intende dire quando si parla di Comunità europea. Premetto: non sono un europeista fanatico, anzi. Non ho quindi la minima idea di come si riuscirà a fare questa benedetta Europa unita. Speriamo bene. Luchino Visconti, regista cinematografico e teatrale. Mi sembra giusto che l'Italia faccia parte di un'Europa unita, però mi pare che in questo momento l'Europa sia disunita. Personalmente auspicherei un'Europa socialista. Leo Ferré, cantante. // solo modo di fare l'Europa consisterebbe nell'aprire le frontiere e nell'abbattere le barriere doganali. Sì tenta di convincerci che alcune tasse sono comuni, ma non è vero. Esistono invece le azioni disoneste di uomini politici. Sono loro, la mafia del potere, ad impedire la realizzazione dell'Europa. Ma sono sicuro che l'Europa si farà, malgrado tutto. Purtroppo temo che noi non la vedremo. Willi Daume, presidente del Comitato Olimpico Internazionale. Sono convinto che l'unica opportunità della Cee è quella di mantenere e migliorare le posizioni delle nazioni europee industrializzate sui sempre più difficili mercati mondiali. Come sia necessario rinsaldare una tale coalizione lo si può constatare dalla recente crisi energetica, non affatto superata. Si può solo sperare che ovunque la ragione economica e la pianificazione possano vincere l'egoismo nazionalistico. Non si può avere sempre rutto. Gustavo Thoeni, campione olimpionico di sci. // tipo di sport che faccio aiuta a far sentire l'Europa. Per noi sportivi è una realtà: ci sentiamo uniti perché sentiamo di dover far parte della stessa famiglia, senza barriere. Io sono ancora più fortunato: vivo in Italia a due passi dui confine austriaco. Vorrei che tutti si sentissero come me. europei. Alwin Schockemohle, campione europeo di equitazione. Una comunità ha senso solo se tutti tirano la stessa corda:-Saluterei con entusiasmo per il futuro un ulteriore avvicinamento fra tutti i Paesi europei. Severino Gazzelloni, concertista di flauto. Nonostante che le difficoltà e gli ostacoli che ci separano da un'Europa veramente e profondamente unita siano ancora numerosi, l'elezione del Parlamento europeo rappresenta una tappa molto importante per il futuro assetto di un mondo che sta subendo, progressivamente, e in misura sempre maggiore, l'influenza delle due grandi potenze. Per arrivare a un risultato così grande è però indispensabile che i vari Paesi rinuncino all'intenzione di sfruttare in senso egoistico e uni¬ laterale le strutture della nuova Europa per riversare sugli altri le colpe dei propri fallimenti di ieri o la ricerca di soluzioni per quei problemi di domani che risulterebbero difficilmente superabili nell'ambito dei loro confini. Daniele Bovet, farmacologo e Premio Nobel per la medicina. Anche gli organismi internazionali hanno bisogno d'imparare il complesso gioco della democrazia. Il nuovo statuto che prevede elezioni nei singoli Paesi membri non potrà che giovare al Parlamento europeo e contribuirà a dare maggior peso ad un'organizzazione che speriamo non presenterà pregiudiziali antisovietiche o antiamericane. Se alcune perplessità sorgono in molti di noi per le difficoltà incontrate da alcune organizzazioni internazionali, dobbiamo anche dar atto, in quanto universitari, della perfetta riuscita di istituti e gruppi di ricerca europei quale ad esempio il Ceni. Derek Dougan, presidente dell'Associazione calciatori inglesi. Ritengo che la Cee sia una cosa meravigliosa. Sono sposato con una tedesca e durante la mia carriera di giocatore ho girato tutta l'Europa. Penso che, se condotta bene, la Cee può diventare l'unica comunità alle quale tutti vorremmo poter appartenere. Vorrei solo che facesse a meno di alcuni aspetti negativi dettati da motivi regionalistici e di interesse. John jlolowicz, docente al Trinity College, Cambridge. Una cosa che mi procura enorme fastidio è arrivare all'aeroporto di Londra e vedere che c'è uno sportello per i titolari di passaporti inglesi e un altro per quelli di Paesi della Cee. Questo tipo di distinzione è anomalo e dimostra il fallimento degli inglesi nel pensare in termini europei. Gert Frobe, attore. L'Europa per me rappresenta oggi una vera nuova patria; il mio lavoro internazionale che mi porta a Parigi, a Londra o a Roma mi fa sentire a casa mia (non solo professionalmente, ma anche intimamente) lì come nella mia terra. E' sorprendente perché, tanto per fare un esempio, nella mia infanzia sentivo parlare della Francia come acerrima nemica con cui una rappacificazione non sarebbe mai stata possibile. |osé Alcalini, calciatore. Sono nato in Brasile, vivo in Italia da 17 anni, ho girato l'Europa: mi sembra che ci sia troppa differenza e anche troppo egoismo tra i vari Paesi europei per pensare ad una effettiva unità. Manca la mentalità, forse pure la volontà. Se una nazione è in difficoltà le altre non l'aiutano: e iniziative come il Mercato Comune soddisfano solo gli interessi dei singoli Paesi, mai quelli collettivi. Georges Mathieu, pittore. Tulto quanto è stato fatto in Europa negli ultimi 15 secoli, monarchie e rivoluzioni, restaurazioni e repubbliche, parte dal « documento sulla persona » elaborato a Nicea nel 325. £' su questa nozione che l'Europa di oggi deve costruire se stessa e non sulla base di strutture economiche irrisorie. L'Europa che ci auguriamo non deve essere un'Europa materialista, ma un'Europa sensibile e dal volto umano.