Perché net 1975 è diminuita in produzione dei metano?

Perché net 1975 è diminuita in produzione dei metano? Un altro scandalo in vista nel settore energetico Perché net 1975 è diminuita in produzione dei metano? Lo sfruttamento dei nuovi giacimenti danneggerebbe il mercato delle bombole in mano ai petrolieri - Bloccato in pozzi dell'Adriatico prodotto importato dall'estero Sta per scoppiare l'ennesimo scandalo del petrolio. I lavori per lo sfruttamento dei giacimenti di metano «nazionali» vengono ritardati Anziché essere messa in vendita, una parte di quello «estero», importato dall'Olanda e dalla Russia, è tenuta nei pozzi stagni dell'Adriatico. La costruzione del metanodotto che dovrebbe permetterci di avere la materia prima dall'Algeria è praticamente ferma. Dietro questa situazione (incredìDile, se si considera la grave contingenza energetica in cui ci troviamo), ci sono le pressioni di un gruppo di petrolieri. I fatti sono i seguenti. Secondo i dati ufficiali della Cee, la produzione italiana di metano, che nel 1973 era di 14,562 miliardi di metri cubi, e nel 1974 di 14,504 miliardi, è «crollata» l'anno scorso a 13,700 miliardi di metri cubi. Eppure il 1975 è stato l'anno della scoperta dei giacimenti di Malossa. Come si spiega? Altro dato. I lavori di costruzione del metanodotto che dovrebbe far giungere la materia prima dall'Algeria, sono in gravissimo ritardo. Al ritmo attuale, è ormai im¬ possibile che siano terminati in tempo per la data stabilita, nel 1978. Questo metanodotto, che dovrebbe attraversare tutto il Meridione, rischierebbe di distruggere quasi completamente il mercato delle bombole (in mano ai petrolieri) che ha un giro d'affari di circa duecento miliardi all'anno. L'uso delle bombole, più costose del metano, riguarda il Sud per una percentuale che si aggira sull'80 per cento dell'intero consumo nazionale. Secondo i sindacati, «sfruttando i nuovi giacimenti metaniferi del Meridione e la materia prima proveniente dall'Algeria, si potrebbe procedere a un'estensione della rete che permetterebbe, tra l'altro, la creazione di 13 mila nuovi posti di lavoro stabili e un notevole risparmio economico da parte degli utenti». Già circa mille comuni hanno chiesto l'allacciamento al futuro metanodotto dall'Algeria, che dovrebbe percorrere l'intera dorsale appenninica. Altri mille comuni ne hanno fatto domanda verbale. Le risposte sono state talmente poco incoraggianti, che quasi tutti hanno deciso «di non insistere». Se la diffusione del metano fosse continuata con il ritmo dell'ultimo quinquennio, sarebbero bastati ancora pochi anni per sostituire quasi completamente il mercato civile del gasolio e delle bombole di gas liquido. L'espansione del metano è invece sensibilmente rallentata. «Questo processo — dicono Cgil, Cisl e Uil — colpiva direttamente gli interessi delle compagnie petrolifere, limitandone il potere economico e politico». In attesa delle centrali nucleari previste dal piano energetico, Eni ed Enel hanno stabilito un accordo che prevede l'utilizzazione del metano nelle centrali termoelettriche a mezzadria con i derivati del petrolio. Questo accordo sottrae materia prima al possibile mercato del metano per uso civile e va ad aggiungersi alla parziale mancata utilizzazione dei giacimenti nazionali e al mancato uso del prodotto importato. A creare nuove «difficoltà» per il metano era intervenuto, nei mesi scorsi, anche il programma energetico presentato dal governo, che prevedeva l'allineamento del prezzo a quello del gasolio, grazie a una tassa governativa denominata «tassa mineraria» che contribuirebbe a favorire il consumo dei prodotti petroliferi. Vi è poi da considerare inoltre che «pende» un altro aumento da parte dell'Eni che farebbe più che raddoppiare l'attuale costo del metano venduto dalle aziende erogatrici (da 20 a 54 lire il metro cubo). «In questa linea — ribadiscono i sindacati — si colloca anche il metodo approvato dal Cip per la determinazione del prezzo del metano, che può essere modificato praticamente ogni anno, grazie a una sorta di "scala mobile"». I petrolieri, sembra, potranno avere buon gioco nelle loro richieste di aumenti. Silvano Costanzo

Persone citate: Silvano Costanzo

Luoghi citati: Algeria, Olanda, Russia