Chiede scusa, ma è bravo

Chiede scusa, ma è bravo Peppino di Capri ha vinto senza il minimo appoggio Chiede scusa, ma è bravo Il Festival di Sanremo, dimenticato il "sexy", ha laureato lui e gli altri professionisti (Dal nostro inviato speciale) Sanremo, 22 febbraio. «Sono arrivato e mi sono messo subito l'animo in pace. Gli altri anni venivano i fotografi: Peppino, facciamo una fotografia qui, là e tutto quel che segue... Quest'anno non era avvenuto proprio niente di tutto questo, durante sei giorni. Io m'aspettavo di can. tare il pezzo e andarmene a casa. Sai, sentirsi escluso e poi le giurie ti votano e vinci il Festival di Sanremo, succede che quasi ti senti in colpa. Ma che cavolo hai fatto? ti viene da domandarti. Hai visto tutto il lavoro di quelle spaventose macchine che sono le case discografiche e ti viene da chiederti chi sei per averglielo rovinato». Così è Giuseppe Ajello, in arte Peppino di Capri, 37 anni il giugno prossimo, che ha vinto il XXVI Festival dì Sanremo con la canzone Non lo faccio più. Si autogestisce con la casa discogfalica «Splash» e, terrorizzato dal massiccio intervento delle concorrenti, due giorni fa voleva quasi telefonare a Piero Sugar per offrirgli Da coedizione della canzone. Avrebbe dimezzato i guadagni: ha finito per mettere nel sacco la stessa Cbs-Sugar che puntava sul giovarne Sandro Giacobbe, terzo classificato con i ripescati Albatros, dietro a Wess e Dori Ghezzi. Peppino di Capri non aveva un grande successo dal tempo di Roberta, anno 1964. La vittoria nel Sanremo del '73, con Un grande amore e niente più, venne in piena crisi di vendite. «C'è stato un periodo in cui, per cantare a Roma, quasi dovevo domandarglielo io. Ma non mi sono mai perso d'animo» confessa. E' un professionista esemplare, sempre fedele al suo tipo di cantante confidenziale dalla voce inconfondibile, corrente con le platee che gli sono più congeniali. Bongusto è uomo di ro- ! tonda estiva sul mare, Bruno Martino da night, lui racconta le sue storie nuove ai festival, a prescindere dalle speranze di vittoria, dall'età di chi lo ascolta, dalla regione in cui abita. E ieri ha preso 9 voti a Napoli, ma 11 a Verona. Morris Albert, il nuovo astro brasiliano, diceva ieri: « Se non esprimi te stesso quando canti, non sarai mai nessuno». Ecco perché Peppino di Capri ha vinto su Paolo Frescura che ha fatto un solo disco e tiene banco tra le signore che non sanno come passare il tempo nella «hall» dell'hotel, sospirando: «Ho 22 anni soltanto e ho tanto successo, ma non mi monto la testa». Oppure Sandro Giacobbe, che non nega di imitare Claudio Baglioni, ma si sa più bello e spalanca ovunque gli occhioni azzurri, proprio come il Nazzari tenebroso di trenfanni fa li stringeva nel corteggiare Yvonne Sanson. Educato, perbene («Se avessi avuto le stesse spinte di altri cantanti napoletani, dove sarei? A Las Vegas?»;, davvero sentimentale, Peppino di Capri ha potuto sposare la ventata di canzoni «sexy» senza tema. Nella sua descrive lo spogliarello esitante di una ragazza, i suoi ripensamenti, la seduzione, il seguito. Ma sorretto dall'orchestrazione di quattro solisti di musica da camera, lo fa con un tale garbo che anche la madre più timorata arriva a pensare della figlia: «Beh, tutto sommato meglio con un uomo come lui, piuttosto che con un giovane che prima piange e implora e poi se ne va senza salutare». Gli ha anche giovato la semplicità, il venirsene fuori sul palcoscenico tutto solo P arrivare sino alla fine della canzone in compagnia del microfono: «Hanno votato sui dischi, io credo — dice —. Io quando ho visto il movimento dei Daniel Sentacruz, mi sono sentito Robinson Crusoe. E poi c'erano gli zingari di Orietta Berti che sbucavano dappertutto e c'è mancato un pelo che non servissero anche il "goulash", e anche Drupi s'è portato dietro due ragazzine, per non parlare di tutti quei bambini dei Ricchi e Poveri o degli aerei filmati che decollavano ad ogni strofa de gli Albatros». Ha vinto il navigatore soli tarlo — mentre Endrigo nau fragava spinto da una misteriosa deriva — su molti i qua li credevano che bastasse aggiungere molto pepe alla solita pastasciutta per fare una ricetta nuova. Il «patron» del Festival, Vittorio Salvetti, può essere soddisfatto. La classifica della «Hit parade» gliela fanno gli sconfitti Già cobbe, Frescura, Daniel Sentacruz, Wess e Dori Ghezzi, Drupi e qualche nuovissimo come Albatros, Sandrelli, Leano Morelli, Strana Società. Il prossimo «Sanremo» farà gola a chi è rimasto prudenzialmente a casa. Questo è stato l'anno della vecchia guardia, quella seria. Il pubblico ha riscoperto Rita Pavone, che in dieci minuti di esibizione ha polverizato Silvye Vartan tanto per fare un nome, e Domenico Modugno. Un'intera generazione ha conosciuto Vecchio frac, ovvero come per una vera canzone bastino un uomo non più giovane con la barba lunga, una voce vera, una chitarra e una sedia per appoggiarci il piede sopra. Errilo Donaggio Peppino di Capri si congratula con l'altro vincitore Sandro Giacobbe

Luoghi citati: Las Vegas, Napoli, Roma, Sanremo, Verona