Gli azzurri sognano una nuova pista di Cristiano Chiavegato
Gli azzurri sognano una nuova pista Dopo le deludenti esibizioni nelle prove di bob e slittino a Innsbruck Gli azzurri sognano una nuova pista E' il primo problema da risolvere - Con un impianto artificiale, aperto tutto l'anno, è possibile allenarsi, selezionare i giovani, svolgere studi e ricerche sui mezzi - La spesa potrebbe essere finanziata dal Coni - Il ricambio dei dirigenti (Dal nostro inviato speciale) Innsbruck, 15 febbraio. La pista di Igls è deserta. Un gruppetto di militari sta smontando capannoni provvisori e transenne. Ma l'impianto, nel suo complesso, rimarrà nei prossimi anni lo stesso delle Olimpiadi, con le sue attrezzature ultramoderne e soprattutto con il suo ghiaccio che, prodotto artificialmente da chilometri di serpentine frigorifere, consentirà una attività permanente per quasi tutto l'anno. Su questo tracciato si alleneranno i bobbisti e gli slittlnistl austriaci, permettendo agli stranieri qualche discesa in poche occasioni, previo natuialmente il pagamento dell'attuto. Una pista artificiale: il sogno dei bobbisti italiani e forse anche di altri stranieri che ancora non la possiedono. Problemi che non toccano I tedeschi dell'Est che hanno il loro « centro » a Oberthof o i tedeschi dell'Ovest che hanno costruito un impianto analogo sul Kònigsee. Problemi che, in fondo, non riguardano neppure i sovietici, gli americani, I romeni, tutti intenzionati o in procinto di avere qualcosa di simile. Il punto locale di tutti i discorsi che abbiamo fatto in questi giorni con gli azzurri tocca sempre questo argomento, la mancanza dell'attrezzatura necessaria per raggiungere risultati ad alto livello. In fase di bilancio, riprendiamo la discussione con Mario Armano, vincitore del titolo olimpico a Sapporo nell'equipaggio di Monti, impiegato di banca a Novara, qui a Innsbruck in qualità di riserva. Armano è uno dei personaggi più aperti del mondo del bob e forse anche uno degli atleti che più hanno parlato con i compagni della situazione attuale, cercando, sempre sul piano dialettico, le eventuali soluzioni ad una crisi che non si può nascondere. « I risultati — dice Armano — sono stati negativi. Non ci aspettavamo molto, ma pensavamo di poter ottenere qualche piazzamen¬ to migliore. Ormai, comunque, la frittata è fatta e, personalmente, non dovrei preoccuparmene perché non ho gareggiato e, soprattutto, perché ho intenzione di abbandonare l'attività. Tuttavia, dispiace lasciare un ambiente che in passato ha dato tante soddisfazioni, in mezzo alle polemiche, ai malumori, allo sfacelo ». — Quali sono i problemi che avete affrontato e quali le soluzioni che proporreste. « E' inutile nascondere la testa come gli struzzi. Il bob si è evoluto. E' passato dalla fase avventurosa a quella tecnica ed atletica. Di conseguenza, non è tanto difficile fare dei programmi sulla carta. La difficoltà maggiore per un proseguimneto dell'attività ad un certo livello, mi pare ovvio dirlo, sta nel reperimento dei fondi per costruire una pista moderna e con ghiaccio artificiale. Questo è il " nodo " più importante da sciogliere, superato il quale, tutto diverrebbe abbastanza facile ». — Ma il materiate umano si può trovare? Certamente. A patto che non si faccia come si è fatto sinora. Ci sono esempi che spiegano alla perfezione come sinora si sia sbagliato. Se si prende un giovane, che potrebbe avere intenzione di fare del bob e lo si mette su uno dei nostri veicoli a Cervinia, spingendolo giù subito a 130 l'ora, al 90 per cento si può essere sicuri che, al termine della prova, spa¬ rirà immediatamente e non tornerà mai più. Anche per questo è indispensabile una pista nuova». Per quanto riguarda la questione economica, cioè la spesa che sarebbe necessario affrontare per costruire una nuova pista artificiale, è presto detto. O si decide che il bobbismo non è uno sport da prendere in considerazione o si cerca una soluzione, con un finanziamento del quale il Coni potrebbe rispondere in diversi anni. Ogni altro tipo di discorso sarebbe inutile. Ma bisogna anche sottolineare che una politica di espansione (ricordiamoci cosa hanno fatto i paesi dell'Est europeo) darebbe una base ben diversa a queste discipline sportive. Rimane soltanto un aspetto del- la situazione da affrontare. Quello della carenza di dirigenti alla guida di questa attività. Non parliamo, naturalmente, di numero. Una immissione di giovani che vengono direttamente da questo sport darebbe nuova fiducia a tutti. E dovrebbe cambiare anche il sistema di selezione per piloti e frenatori arrivando ad un passaggio graduale da una posizione all'altra, portando I giovani prima a fare parte dell'equipaggio poi a guidare il bob. Le « baronie » devono finire anche in questo sport ed il pilota non deve più essere un estraneo. La situazione è più o meno analoga nello slittino che ha i suoi problemi legati a quelli del bob, per via della pista. In Italia esiste un solo impianto, quello di Valdaora, nel pressi di Brunico, dove questa specialità si è sviluppata fino a portare ai titoli mondiali, ed alle medaglie olimpiche di Hildgartner e Plaitner. Ma la pista di Valdaora non è più agibile ed attualmente è In corso un « braccio di lerro » fra l'amministrazione comunale e la Federazione circa le spese di manutenzione. « I nostri problemi — dice Francesco Giroldi, maestro dello sport di Nizza Monferrato che risiede da più anni a Bolzano, che è un po' il commissario tecnico degli slittinisti, senza averne la carica ufficiale — non sono tutti qui. Purtroppo, si tratta anche di u. i questione di uomini. Dobbiamo cercare atleti nuovi. Hildgartner e compagni sono bravissimi, atleticamente Inferiori a pochi, ma non possono rivaleggiare con gente che ha venti chili di peso in più. Anche sul piano della ricerca siamo indietro. La federazione per l'attività di un anno spende una trentina di milioni, magari molti in senso relativo, ma nulla contro i 200 milioni che sborsano i tedeschi solo per la ricerca e gli esperimenti. L'ambiente è sfiduciato, sarà necessario ricostruire tutto da capo ». i Cristiano Chiavegato
Persone citate: Armano, Francesco Giroldi, Hildgartner, Mario Armano
Luoghi citati: Bolzano, Brunico, Innsbruck, Italia, Nizza Monferrato, Valdaora
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